Vagnati: “A gennaio presi giocatori che possono aiutarci nell’immediato ed essere futuribili. Buongiorno è speciale. Pensiamo solo a fare più punti possibili”

14.02.2024 14:30 di  Elena Rossin   vedi letture
Fonte: Dall'inviata alla conferenza stampa Elena Rossin
Davide Vagnati
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Davide Vagnati

Alla conferenza stampa di presentazione di Okereke era presente anche il direttore tecnico del Torino Davide Vagnati. Il dirigente granata ha poi risposto alle domande dei giornalisti presenti.

Avete fatto il mercato in base anche alle poche possibilità economiche e avete preso i giocatori in prestito, ma in ottica futura sarete costretti a vendere i giocatori migliori per riuscire a fare mercato in entrata, a prescindere da chi sarà l’allenatore. La società a problemi economici?
“Non penso di poter dire questo perché abbiamo la fortuna di avere un presidente che anche in questa stagione ha dimostrato che nonostante tante, tante situazioni che potevano trasformarsi in potenziali vendite le ha declinate e ha fatto in modo che si potessero tenere i ragazzi migliori e come sapete benissimo abbiamo venduto solo Singo, che tra l’altro aveva il contratto in scadenza a giugno 2024, ed abbiamo acquistato parecchi ragazzi sia nel mercato di gennaio sia in quello estivo. Quindi non c’è un tema di problematiche così importanti per il futuro. E’ chiaro che i soldi non si possono buttare, ma quando ci sono delle necessità si può fare quello che la proprietà ci ha chiesto: valutare le uscite dei ragazzi che non facevano più parte del nostro progetto sportivo e poi successivamente sostituirli con giocatori che potessero aiutarci nell’immediato e che potessero anche essere futuribili”.   

C’è amarezza per Radonjic, giocatore con grande potenziale che non rende per caratteristiche estranee al campo di gioco?
“Bellissima domanda. L’ho sentito nei giorni scorsi, è comunque un ragazzo di cuore, non è cattivo, ma purtroppo ha grandi limiti mentali, probabilmente, di tenuta mentale o forse anche di tenuta rispetto ai carichi di lavoro e determinati carichi di lavoro settimanali non riesce a mantenerli e quindi spesso ha bisogno di pause. Non è una questione di squadra o allenatore, a certi livelli e per certi obiettivi bisogna essere sempre sul pezzo e cercare sempre di ottenere il massimo e lui, purtroppo, questo non riusciva ad ottenerlo e non essendo più un ragazzino, è del 1996, e ha cambiato spesso squadra per cui evidentemente qualche problemino c’è. Come hai detto, il dispiacere è normale che ci sia, però io cerco di vedere sempre il bicchiere mezzo pieno. E’ un ragazzo che avevamo preso in una situazione sua molto difficile e abbiamo investito una cifra non esorbitante, ci ha dato, perché lo ha fatto in alcune situazioni risolvendo qualche partita, e adesso vedremo come andrà nel Maiorca e poi decideremo il futuro in estate”.

Avete declinato la cessione di giocatori importanti. A gennaio qualcuno vi ha chiesto Buongiorno?
“Qualche telefonata è arrivata, ma non era il momento di valutare certe cose e, come ho detto prima, non abbiamo la necessità di fare cassa, ma è chiaro che poi dopo anche i giocatori hanno un peso, nel senso che Alessandro in questo momento è uno molto legato al Torino, come lo siamo noi a lui, quindi siamo andati avanti senza pensarci. Anche le dichiarazioni del presidente sono state abbastanza evidenti su questa linea”.  

Indipendentemente da Juric, cercherete l’anno prossimo l’Europa o senza Juric si dovrà pensare a nuovo progetto?
“La domanda non mi piace molto solo perché non è il tempo di pensare a un con o senza Juric, ma alla partita col Lecce, soprattutto dopo le ultime due partite che ci hanno lasciato un po’ di dispiacere non tanto per ciò che si è fatto bensì per il risultato finale. Per arrivare a migliorarsi bisogna sempre cercare di vincere più partite possibili. Secondo me, il focus deve essere tutto, a 360° gradi e con ogni goccia di sudore e con ogni pensiero, focalizzato a questa stagione perché abbiamo una squadra che può fare buoni risultati e quindi dobbiamo pensare a questo, al resto ci sarà tempo per pensare”.   

Dallo sfogo di Juric, la squadra ha più consapevolezza e forza oppure no?
“La squadra, secondo me, ha fame e voglia. Vuole crescere e cercare di arrivare a un obiettivo che non riusciamo a centrare da qualche tempo. Il messaggio di Juric ha colpito e comunque ha dato ancora più impulso a quella che è la voglia che, insieme a Moretti, vediamo tutti i giorni, al lavoro che si fa quotidianamente e a ciò che fa il mister per cercare di far crescere la squadra e, come dice lui, alzare il livello. Poi dopo i risultati diranno. Il messaggio è arrivato e la squadra ha voglia di vincere le partite”.

La cessione eventuale di Buongiorno è solo rimandata all’estate oppure è un incedibile?
“Per noi Alessandro è … , ma è lui stesso che quando viene al centro sportivo è sempre molto felice e sorridente. Ormai c’è un rapporto che lo fa essere quasi parte integrante della società e lui ci tiene veramente a questo. E’ un ragazzo speciale per noi, un calciatore speciale. Nel calcio non si può mai dire, però per noi Alessandro è un ragazzo, un calciatore che se possiamo portarlo più avanti possibile meglio è, ma, dico una cosa un po’ forzata, dipende anche da noi e quello che riusciremo a fare, nel senso che se riusciremo ad alzare il livello e magari andare a fare ogni tanto qualche gita all’estero probabilmente avremo tutti un po’ più la voglia di continuare insieme, ed è questo che alla fine è importante”.

Ma se a fine marzo o primi di aprile il Torino sarà ancora in corsa andrete avanti con Juric.
“C’è tempo di qui a fine marzo”.

Ma dipende quanti punti farete, visto anche il calendario più ostico dopo  il Lecce.
“Sì, certo, però”.

Se il Torino non sarà più in corsa per l’Europa e Juric quindi andrà via,  che profilo di allenatore cercherete?Un grande nome o un profilo diverso, un italiano o uno straniero?
“Italiano, quello della Fiorentina?”.

Italiano nel senso di Nazionalità italiana.
“Non è retorica, stiamo parlando che cerchiamo di raggiungere un determinato risultato e che i ragazzi ci credono. Ho appena detto che i giocatori veramente hanno fame di voler cercare di raggiungere un obiettivo importante per cui adesso mettersi a parlare di un successore o di un rinnovo…, non dobbiamo perdere un briciolo di energia o una goccia di sudore per pensare a quello che potrà accadere. Da una parte dobbiamo godere e dall’altra assicurarci che tutti facciano il massimo per cercare di fare più punti possibili. Mi spiace non poter rispondere, ma è veramente il mio pensiero e non posso mai pensare di dire una cosa diversa perché se la dico io come responsabile dell’area tecnica come posso poi andare nello spogliatoio e dire cosa si deve fare. Dobbiamo pensare di arrivare al massimo in ogni partita e in ogni allenamento per migliorarci”.

Ha qualche rammarico per il mercato appena concluso? Cercavate un vice Valsic?
“Qualche rammarico c’è, ma non dico quale. Non abbiamo mai cercato un vice Vlasic, ho letto che è stato scritto più di una volta, ma non lo abbiamo mai cercato perché anche un po’ il cambio della nostra identità tattica ci ha portato a prendere Okereke che ha caratteristiche diverse. E poi in mezzo al campo abbiamo sei giocatori e tutti di livello importante, anche lo stesso Gineitis, vedendolo durante la settimana, è un ragazzo che sta crescendo in maniera esponenziale e anche su di lui ci sono stati interessi dall’estero di un certo tipo. Penso sia un ragazzo al quale bisogna dare lo spazio gusto quando il mister pensa sia giusto”.

State lavorando ai rinnovi di Djidji e Rodriguez?
“Con Djidji non abbiamo parlato perché è rientrato da poco avendo saltato mesi perché non ha potuto dare il suo contributo. Con Rodriguez ci siamo parlati e confrontati per i futuro e ci siamo detti, con grande serenità, di valutare insieme quello che appunto può essere il futuro e ci siamo dati appuntamento più avanti per capire che cosa era meglio per tutti. Sono molto contento dell’atteggiamento di Ricardo, l’ho sentito anche in questi giorni dopo il piccolo infortunio che ha avuto: lui è molto carico e mi ha detto che recupererà molto presto perché non è l’adduttore bensì un muscolo stabilizzatore per cui sono voglioso di andare oltre anche al piccolo dolore. Questa è una cosa molto bella da parte del capitano che se anche è in scadenza di contratto ha molta voglia di far parte di questi ultimi mesi che sono importanti”.

Bellanova sta dado risposte, ha prospettive anche in chiave Nazionale?
“Me lo auguro, ma non sono io che decido, ma ci sono persone preposte di grande esperienza. Io posso dire che sta crescendo veramente tanto e anche i dati fisici lo confermano che sta facendo prestazioni di altissimo livello. Nell’ultima sessione di mercato anche per lui abbiamo avuto richieste pure dall’estero, sinonimo che sta facendo un grande lavoro e che sta crescendo molto anche dal punto di vista dell’applicazione e del lavoro per cui sono molto contento. Ci auguriamo che possa far parte della prossima competizione europea”.

Ricci è un po’ in flessione, ma lei in quale ruolo del campo lo vede?
“Per quel che riguarda la flessione, a Cagliari aveva fatto una grande partita e poi abbiamo fatto altre due partite  e in una non è andato benissimo però poi dopo è subentrato. Ricordiamoci che è un ragazzo del 2001 e sta facendo comunque delle grandi cose. Quando è arrivato era più un play, un costruttore, uno che rubava poco la palla e poi grazie alla sua mentalità e soprattutto al l grande lavoro del mister e del suo staff lo hanno  completato. Posso dire che adesso è un giocatore completo, ma che può crescere tanto. Completo nella caratteristica che ora ruba più palloni e ovviamente ha la capacità di costruire il gioco e inizia ad avere maggiori capacità negli inserimenti. Si sta completando e questo non vuole dire che è arrivato nella sua completezza, ma penso che possa crescere molto”.

Si può dire meno male che avete preso Masina visti gli infortuni?
“Meno male direi di no, nel senso che perché lo abbiamo voluto prendere ed era una cosa che volevamo fare: non è arrivato per caso. Avevamo parlato con il mister e visto più profili, compatibilmente, ripeto, con quelle che erano le nostre possibilità sul mercato, e abbiamo trattato due-tre situazioni per capire quelle che erano le migliori e le più fattibili. Lo conosco da tanti anni da quando era un ragazzo e ho sentito Masina più di una volta e penso che sia, in questo momento, uno dei profili migliori per esperienza, personalità e la possibilità di ricoprire due ruoli, il braccetto a sinistra e il terzino, e questa era anche un po’ l’indicazione del mister.

Che voto darebbe al mercato di gennaio?
“Secondo me, il voto va dato a dine stagione, adesso è ancora un po’ troppo presto. Magari anche fra qualche anno perché le squadre si valutano sempre dopo qualche anno, anche nella mia esperienza quando si ha la fortuna di vincere qualche campionato oppure ottenere qualche salvezza importante o raggiungere certi obiettivi all’inizio si pensa di aver fatto un miracolo, mente dopo qualche anno vedi i giocatori che avevi e che cosa hanno fatto e ti rendi conto anche del mercato stesso. E’ ancora prematuro dare un voto, abbiamo fatto un mercato diverso da quello fatto l’anno scorso, però è stato un mercato comunque non facile perché dare fuori giocatori che giocano poco e che vogliono andare via non è mai semplice quindi ì, da questo punto di vista, sono contento anche se si può sempre fare meglio. Compatibilmente con quello che volevamo e potevamo fare, abbiamo fatto ciò che si doveva”.

In prospettiva, c’è la possibilità che farete l’Under 23?
“E’ un pensiero che facciamo spesso con il presidente e anche con Moretti e Ludergnani. E’ sicuramente un’opportunità, però le opportunità bisogna crearsele nel momento in cui si possono seriamente realizzare. L’Under 23 è una squadra professionistica e fare la Serie C non è facile. Ho avuto la fortuna di farla e so cosa vuole dire perché è una cosa seria e il Torino non può allestire una seconda squadra pensando di arrivare ultimo o penultimo, ma pensando di fare una seconda squadra cercando di creare valore per il club e di avere giocatori che abbiano la capacità e la forza di potersi migliorare per fare le partite e ottenere risultati. E’ una cosa che stiamo studiando e riteniamo che sia una cosa positiva anche per avere la capacità di prendere ragazzi, soprattutto all’estero, che non vogliono più fare il settore giovanile, ma vogliono comunque restare in un club, come il Torino che è importante, e allo stesso tempo giocare con i grandi. L’Under 23 dà l’opportunità di prendere giocatori con questo profilo”.      

Buongiorno come sta? Come procede la sua guarigione?
“Molto bene, manca solo che gli mettiamo una brandina e dorme al Fila. Sta andando molto bene, Alessandro sta facendo tutto il possibile per migliorare la stabilità della spalla che deriva dalle terapie, ma soprattutto dal rinforzo dell’arto. Sta lavorando tanto e facendo un percorso di riatletizzazione e lo sta facendo molto bene. Vedremo poi quando farà la prossima visita”.

Oltre a Gineitis e a Kabic, appena preso, quali sono i ragazzi che possono in prospettiva essere portati in prima squadra ed essere il futuro del Torino?
“Una bella domanda, ma è difficile risponderti adesso per due motivi. Purtroppo abbiamo delle norme che sono imbarazzanti per gli investimenti della società. Noi adesso abbiamo giovani di serie tutti in scadenza e quindi dire un nome sarebbe come fornire un assist agli altri e devo stare molto attento perché non abbiamo la possibilità come succedeva fino all’anno scorso con i giovani di serie di fare il pre-contratto e l’addestramento e poi dopo, con facoltà unilaterale, di fargli il primo contratto. Questo adesso non esiste più e siamo soggetti, non solo il Torino, di investire nel settore giovanile e poi essere cacciatori o prede di altre società. Abbiamo sicuramente dei profili di un certo tipo e livello, non a caso la Primavera sta facendo un ottimo campionato e anche in Coppa Italia e qualche ragazzo che si allena con la prima squadra ci dà delle risposte, anche fisiche, la grande differenza è l’impatto fisico, ma, come si diceva per l’Under 23, il passaggio ai grandi è veramente importante: un conto è giocare per i tre punti e dopo si va a casa a bere una birra e un altro è giocare per i tre punti con gente di trenta o trentadue anni che deve vincere una partita altrimenti non mi rinnovano il contratto. Anche l’intensità dell’allenamento stesso fa crescere. Questo primo passaggio è molto importante per la crescita del giocatore. Abbiamo anche qualche ragazzo che sta giocando fuori come Dembélé che al Venezia sta facendo un ottimo percorso, anche se non sta giocando tantissimo e sono contento della sua crescita, sta facendo bene Horvath in Ungheria, è stato convocato nella Nazionale che probabilmente farà l’Europeo, sta crescendo Ilkhan, che è un ragazzo del 2004. Abbiamo ragazzi giovani che possono dare linfa alla prima squadra, ma è difficile dire chi potrà dopo esserci in pianta stabile con noi”.

Da Ilic, che ha talento ed è giovane, si aspetta un miglioramento sotto il profilo caratteriale e che riesca a risolvere di più le partite?
“Ivan ha anche la capacità del tiro da fuori, che è una di quelle possibilità che a volte non sfruttiamo al massimo perché i gol si possono fare non solo con azioni manovrate o da dentro l’area, ma anche con tiri da fuori. Ivan sicuramente ha grande talento e, secondo me, deve ancora maturare definitivamente non tanto per la consapevolezza, sa di essere un giocatore di un certo tipo, ma gli serve il passettino in avanti per diventare un giocatore decisivo sia come assistenza sia come gol e tiro da fuori”.

E’ d’accordo che Juric sia cambiato quest’anno? Le sue motivazioni sono più forti quando è sotto pressione?
“Altra bella domanda, io lo vedo comunque sempre bello carico anche in allenamento. Ieri ne parlavo con Moretti e Juric è carico e ha voglia di fare crescere i ragazzi. Cerca di tirare fuori e avere il massimo da tutti. Ed è sempre stato così. Oggettivamente quando è in conferenza stampa ha un’attitudine un po’ diversa, però anche l’ultima volta ha fatto una conferenza stampa diciamo atipica e quindi è sempre bello carico e voglioso. Non vedo grandissime differenze sostanziali rispetto a prima, è sempre il guerriero di prima”.

Come giudica la crescita di Milinkovic-Savic, che è sempre stato un suo pallino? Seck potrà fare parte del Torino in futuro?
“La crescita di Vanja mi fa piacere. Come sapete, l’avevo portato alla Spal e non era andata bene, ma da quando sono venuto al Torino ho visto un ragazzo diverso, maturo e consapevole. Penso che sia anche non il leader, ma uno dei leader  dello spogliatoio perché è un ragazzo che ha la giusta positività e il giusto carattere. Sono contento ed è evidente il lavoro che sta facendo il nostro nuovo preparatore dei portieri e quello che aveva fatto Paolo Di Sarno negli anni precedenti. Siamo contento della crescita di Vanja ed è una bella soddisfazione il suo percorso.
Seck è in prestito secco al Frosinone e quindi a oggi posso dire che tornerà sicuramente al Torino e poi vedremo che cosa succederà. Ha fatto anche delle buone cose, ma probabilmente non ha sfruttato al massimo le sue opportunità qui e ne ho parlato anche con chi di dovere prima del trasferimento e forse aveva bisogno di cambiare per tanti motivi e di alleggerire un momento la sua testa, è comunque un ragazzo giovane e aveva bisogno di fare un’esperienza diversa e penso che possa fare bene per la sua crescita”.