Juric sulla Superlega: “Buono che non ci sia più il monopolio di Fifa e Uefa, ma non sono assolutamente d'accordo sulla Superlega che esclude il merito”
Dopo la sentenza della Corte di Giustizia dell'Ue che ha dichiarato illegale il divieto ai club e ai calciatori di giocare in progetti calcistici che non siano approvati da Fifa e Uefa aprendo di fatto alla Superlega, agli allenatori non è mancata la domanda su cosa ne pensassero e il tecnico del Torino Ivan Juric è stato molto chiaro. Ecco che cosa ha detto:
Come commenta la sentenza della Corte europea sulla Superlega?
"E' buono che non ci sia più il monopolio di Fifa e Uefa perché sui calendari che fanno e sulle cose che decidono non sono molto d'accordo. Abbiamo anche il grosso problema che ci sono tanti giocatori infortunati nelle grandi squadre e diciamo che è un modo per avere più concorrenza. Ma non sono assolutamente d'accordo sulla Superlega, un campionato che esclude il merito. Ma è giusto scuotere un po’ l'ambiente per cercare altre soluzioni per migliorare questo sport".
Non ha la sensazione che il calcio si stia affossando?
"No. Mi sembra che stia diventando sempre più bello e scientifico, ci sono più figure che riescono a determinare e a migliorare l prestazioni e i giocatori. Le grandi squadre giocano troppo, abbiamo tanti infortunati e dopo il primo infortunio diventa spesso una cosa continua e questo non va bene anche per le competizioni che hanno le Nazionali. Ma il calcio è affascinante, è sempre più potente e bello".
La sentenza della Corte di Giustizia UE
"Le regole FIFA e UEFA subordinano alla loro previa approvazione qualsiasi nuovo progetto calcistico interclub, come ad esempio la Super League e il divieto ai club e ai giocatori di giocare in quelle competizioni sono illegali. Non c'è quadro normativo FIFA e UEFA che garantisca che siano trasparenti, oggettive, non discriminatorie e proporzionate. Allo stesso modo, le norme che conferiscono alla FIFA e alla UEFA il controllo esclusivo sullo sfruttamento commerciale dei diritti connessi a tali concorsi sono tali da restringere la concorrenza, data la loro importanza per i media, i consumatori e telespettatori nell’Unione europea.
La Corte rileva che l'organizzazione di competizioni calcistiche interclub e lo sfruttamento dei diritti media sono, evidentemente, attività economiche. Devono quindi rispettare le regole della concorrenza e rispettare le libertà di movimento, anche se l'esercizio economico dello sport presenta alcune specificità caratteristiche, quali l'esistenza di associazioni dotate di determinati poteri di regolamentazione e controllo e il potere di farlo imporre sanzioni. La Corte rileva inoltre che, parallelamente a tali competenze, anche la FIFA e l'UEFA organizzano competizioni calcistiche.
La Corte ritiene poi che, qualora un'impresa in posizione dominante abbia il potere di determinare le condizioni alle quali le imprese potenzialmente concorrenti possono accedere al mercato, tale potere deve, date le rischio di conflitto di interessi che ne deriva, essere sottoposto a criteri idonei ad assicurarne la sussistenza siano trasparenti, oggettivi, non discriminatori e proporzionati. Tuttavia, i poteri della FIFA e della UEFA lo sono non soggetto a tali criteri. La FIFA e la UEFA stanno quindi abusando di una posizione dominante. Inoltre, data la loro natura arbitraria, le loro norme in materia di approvazione, controllo e sanzioni devono essere ritenute valide restrizioni ingiustificate alla libera prestazione dei servizi".