Toro, è buio pesto

07.01.2010 08:48 di  Marina Beccuti   vedi letture
Toro, è buio pesto
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Flavio Bacile

 

Quando Carrus, al 92’, sigla il meritato pareggio per il Mantova, di fatto spegne anche l’ultima luce sul torello visto negli ultimi tre mesi. Il Toro non è questo, il Toro non sarà mai più questo. È tutto da buttare, è tutto da rifare, forse no, ma c’è molto, moltissimo da fare. Il Toro non è una squadra, non pensa e ragiona da squadra, e quella che a luglio sembrava la migliore del lotto, oggi come oggi sembra proprio la più brutta della serie B, una sorta di Cenerentola alla rovescia, che da promessa principessa si trasforma in una becera e schizzinosa servetta, priva di sentimenti, priva di quel cuore che nel Toro non può mancare.


Tutti colpevoli, tutti nel calderone? No qualcuno si può e si deve salvare, Sereni e Bianchi sicuramente, ma anche la grinta di Loria, l’orgoglio giovanile di Gorobsov, l’impegno di Zoboli, l’abnegazione di Rubin che deve però aggiungere alla sua partita anche la fase offensiva, ma anche il cuore di qualcun altro, questo per dire che non è poi tutto da buttare. Ma c’è tanto da fare, forse troppo.
Dipende dalla voglia di Cairo, dalle conoscenze e competenze di Petrachi, rimasto solo dopo le dimissioni improvvise di Foschi.


La spina dorsale c’è, portiere, difensore, centravanti, manca un centrocampista di livello, e tutto il resto che gli gira intorno, ma qualcosa si deve pur fare, perché questo Toro è ormai un torello, e non bastano pochi ritocchi, bisogna fare quello che a luglio non si è avuto il coraggio di fare, rifondare una squadra che è stata in molte partite per sette-otto undicesimi la stessa che ci fatto vivere penosamente nella massima serie, fino alla retrocessione. Urge salvare la stagione, e non parlo di promozione, che pur potrebbe ancora arrivare, almeno matematicamente, ma mantenere la categoria, iniziare a costruire il Toro del futuro, con innesti vigorosi, gente giovane e motivata, che abbia voglia di costruire non solo la propria carriera, ma anche le fortune di questa grande decaduta, ormai da troppo tempo.


È indubbio, che dopo quest’ennesima pessima partita anche il presidente Cairo dovrà forzatamente farsi delle domande; la politica dei prestiti, delle minestre riscaldate, dei giocatori da riciclare e da rigenerare, degli ultratrentenni titolati, delle comproprietà squilibrate con riscatto e controriscatto già fissato, non ha funzionato, e non si capisce per quale motivo dovrebbe funzionare da qui a fine campionato. C’è la voglia, la capacità tecnica nonché finanziaria di cambiare registro? A vedere il primo acquisto, e non me ne voglia Pià che non ha nessuna colpa, al quale auguro un futuro roseo e lunghissimo in maglia granata, la musica per ora non è cambiata.


Insomma per cambiare questa situazione, deve forzatamente cambiare l’approccio e la politica di chi guida questa società, d’altronde a leggere le dichiarazioni del tecnico le sue richieste sia in entrata, sia in uscita sono chiare, e la proprietà n’è ampiamente informata. Cosi Beretta potrà avere i 24/25 titolari che chiede, 11 in campo, 13/14 che lottano il doppio e il triplo per conquistare la maglia. Altrimenti? Altrimenti, Beretta potrebbe “esonerare” Cairo, e sarebbe la prima volta.