Godiamoci questi tre punti
Flavio Bacile
Tra vincere una partita giocando male o perderla giocando bene, preferisco di gran lunga la prima, eppure qualcuno di questo Toro, o torello come viene definito, continua a contare le pulci, facendo a Colantuono ed ai ragazzi un cattivissimo servizio. Insomma, si è vinto fuori casa, cosa mai facile in Italia, contro un avversario che può ancora tranquillamente giocarsela per la permanenza in B, senza concedere, e credo di noi sbagliarmi, più di un tiro per tempo al Padova. Si può dire, questo si, che il Toro ha mostrato nuovamente i propri limiti, caratteriali forse, alla ricerca perenne di un equilibrio che sembra ancora precario, con i reparti non ancora amalgamati, visto che l’attacco, con o senza le “stelle” sembra sempre essere “assestante a se stesso”, il centrocampo continua a non dare quella copertura che ci si aspetterebbe ad un reparto difensivo, che cambiando gli uomini, sembra poi essere sempre lo stesso.
C’è voluta un’invenzione di Gasbarroni, fino a quel momento tra i più brutti da vedere in campo, e la solita zampata di Bianchi, 16° sigillo stagionale per il bomber granata, per ridare fiato ad una squadra che fino a quel momento sembrava essere rimasta con la testa alla brutta prestazione interna contro la Salernitana. Per essere più chiaro, al 90° minuto, il Toro ha meritato i tre punti, senza dimenticare però, che dopo il rigore parato da Morello, i granata inspiegabilmente sono rimasti per 20/25 minuti in balia dell’avversario, senza una plausibile giustificazione, un black-out pericolosissimo, come ha giustamente sottolineato Colantuono.
Sintesi estrema della partita, un brutto Toro che vince? Assolutamente no, visto che al ritorno in campo i granata hanno corretto le distanze tra i reparti, preso possesso del campo, creato pericoli, segnato e difeso il gol del vantaggio concedendo pochissimo agli avversari. Ottimi i cambi del tecnico, che ha saputo leggere la partita ed adottare le giuste contromisure, anche se il cambio di Garofalo è stato forzato dall’infortunio dello stesso. Personalmente ho apprezzato la compostezza della squadra nella ripresa, la voglia dei “panchinari” di entrare in campo e cambiare la partita, il saper variare modulo ed atteggiamento in corsa, segno che si lavora per la promozione e non per sopravvivere. Alla fine Colantuono ha tanti motivi per essere arrabbiato, ma altrettanti per restare sereno, la squadra cresce, e non dimentichiamo che è praticamente nuova, inciampa, cade, ma ha la forza di rialzarsi.
Giusto anche sottolineare che ci aspetta molto di più dai granata, anche perché, se l’obiettivo dichiarato dei granata è il raggiungimento dei playoff, bisognerà non solo raggiungere quest’obiettivo, ma anche arrivarci al top, sia come condizione fisica che mentale, sia sul piano del gioco, che resta sempre l’unica risorsa per una squadra, quella certa almeno. Poi le varianti esterne possono essere molte, secondarie, per quello che penso, sempre alla capacità di manovra, di imporre il proprio ritmo, la propria forza in campo. Quindi, due mesi per tirare fuori da questi ragazzi il meglio, con un occhio al presente e due al futuro, questo penso sia l’obiettivo di Colantuono, senza dimenticare che riuscendo nell’impresa di raggranellare una serie di vittorie consecutive, potrebbero aprirsi altri traguardi, oggi come oggi davvero impensabili.