I dubbi di un granata

16.07.2011 13:52 di  Marina Beccuti   vedi letture
I dubbi di un granata
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© foto di Federico De Luca

ire che sono combattuto sul dare sostegno o meno alla squadra è poco dire.
Cairo ci ha usati, umiliati, ha giocato a risiko col Toro nelle posizione privilegiata che questo sistema iperliberale offre ad un "signor qualunque"  se ha qualche soldino in tasca di gestire e tenere col ricatto economico una società, situazione doppiamente privilegiata se si tiene conto  che tale società gli è stata regalata dalla piazza e dal Popolo che tanto ignora e che il sistema di cui egli è frutto esclude a priori l'ipotesi di una coscienza collettiva ed il rispetto di una società fatta di individui aventi pare valore indipendentemente dal proprio portafogli.
Aggravante è il fatto che il nostro"plusvalore", per usare una terminologia comprensibile ai cairo di tutto il mondo, è la solidarietà generata da questo intimo sentire che ci rende uniti ed uguali, la capacità umana di ritrovarsi e riconoscersi in un impresa di vita, cosa che trascende il calcio ed il senso di appartenenza perchè stimola e fà appello alla parte più vera di Noi stessi.
Ed è un sentire, questo, un arrivare ad uno stadio superiore cui qualunque grande egocentrico deve piegarsi se vuole evolvere in termini umani utili alla collettività che si trova a servire, dico bene servire e non usare!
E' questa la forza del Toro ed è quello che tanto genuinamente sembra sventolare Ventura...come la scoperta dell'acqua calda per Noi granata abituati a fare di un fazzoletto coperta da sempre, a condividere il pane come gioia così come le magagne della vita, a farci forza senza aiuto alcuno, a brillare per la gioia di farlo senza compiacere nessuno ed a Vincere per tutti anche per i cattivi, a vivere semplicemente Vivere, spesso felicemente fuori da un rotocalco sportivo ed in questa facoltà ci sentiamo e ci sentono anche vicini gli altri come entità umana in lotta per la  sopravvivenza propria e dei valori che consentano ai nostri figli di credere in un futuro ed  affronare la vita senza false illusioni ma con la coscienza del dovuto: la Dignità ed il rispetto.
E' questo che ha fatto e fà del Torino la prima squadra per chi nasce Granata e la seconda da tenere nascosta sotto la camicia ma sul cuore come un occasione mancata ma con la voglia di riaffermarla se se ne presenta l'occasione per tutti i veri sportivi italiani (è per questo che quando c'è il derby sò sempre che l'Italia è con Noi).
Questo và ritrovato
Ed allora la parole ed i gesti del neo tecnico fanno eco nelle mie orecchie, poi viene da Zena come me, che ho un solo cuore : Granata ed una sola casa: Genova.
Il dubbio mi assale e credo che lo scioglierò un po' pragmaticamente e speculativamente quando saprò:
1 se il Capitano resterà con Noi: unico vero segno  di continuità nel propagarsi del granatismo in squadra e nell'investire su uomini senza il timore che tali facciano ombra.
2 se Ogbonna non andrà alla gobba.
Resta il dubbio, che è fonte di ogni saggezza: se Cairo è un male da estirpare o se l'Amore che tanto profondiamo riuscirà a vincere anche in questo contesto dove segni di rinascità si intravvedono: Ventura, la Sede in seno allo stadio così come il museo del Toro, il Fila che pare avanzi verso una soluzione positiva.
Non è cosa da nulla sciogliere il dilemma siccome ne và della nostra sopravvivenza con la voglia e la determinazione che questo si traduca in vivere  fieramente e dignitosamente  dove per dignitoso sta non l'accontentarsi ma il valore giusto, il riconoscimento a chi stà impiedi e guarda l'orizzonte lo sguardo libero dai compromessi e che presto si possa eliminare il "sopra" affinchè resti il "Vivere" unica cosa cui tendere con gioia ed unico traguardo valido.
Credo che mi farò guidare dal cuore ma con la premessa delle due condizioni indicate prima.
Forza Toro Sempre. Andrea Morè