Il Torino in nove torna da Pescara con un punto prezioso
Alla fine bisogna dire che il punto portato a casa dal Torino è un punto guadagnato perché in nove contro undici non è facile giocare e non ci sono dubbi che le espulsioni di Acquah per doppia ammonizione, quasi allo scadere del primo tempo, e poi quella di Vives per un fallo tattico su Mitrita lanciato in contropiede, poco dopo la mezzora nella ripresa, hanno acuito le difficoltà del Torino che non ha saputo concretare le ripartenze. Va dato atto ai granata di essere riusciti a difendersi con discreto ordine anche in inferiorità numerica puntando sull’esperienza di Bovo e Moretti e sugli interventi salvifici di Hart, in tuffo con i pugni ha mandato la palla in fallo laterale su tiro di sinistro di Verre (28’), e Zappacosta, quasi sulla linea di porta ha deviato la traiettoria del pallone calciato da Caprari (71’). Belotti che è tornato in campo dopo l’infortunio in Nazionale ha anche colpito il palo su cross di Benassi (83’), in precedenza anche Memushaj aveva colpito il montante con un tiro da fuori area (81’) e subito dopo Verre che, però, era in fuorigioco.
Oddo ha mandato in campo la formazione annunciata con Crescenzi, Campagnaro, Fornasier e Biraghi a proteggere Bizzarri, a centrocampo Memushaj, Aquilani e Cristante, e in attacco Caprari con alle spalle Benali e Verre. Mihajlovic, invece, ha schierato Zappacosta, Bovo, Moretti e Barreca davanti ad Hart, in mediana Acquah, Vives e Baselli e in attacco Aramu, al suo debutto in serie A, Boyè e Martinez. La partita ci ha messo un po’ a decollare animandosi solo al 28’ al tiro di Verre deviato da Hart, prima solo una conclusione per parte: Vives dalla distanza ha mandato sul fondo (16’) e Biraghi, anche lui con un tiro dalla distanza, ha provato a sorprendere Hart senza riuscirci (18’). Le squadre si sono studiate a lungo stando dietro la linea della palla e chiudendo tutti gli spazi con inizialmente il Torino che pressava e il Pescara che stava nella sua metà campo aspettando l’occasione per ripartire. Entrambe le formazioni erano corte e con il passare di minuti i padroni di casa facevano circolare abbastanza bene la palla, ma un po’ lentamente e i granata non concedevano il fianco e appena potevano partivano all’attacco, però, su entrambi i fronti la manovra offensiva non trovava sbocchi nel tiro in porta. Negli ultimi dieci minuti del primo tempo il gioco si è rianimato divenendo meno noioso, ma solo un cross di Cristante bloccato in due tempi da Hart ha costituito un pericolo (44’), perché i tiri di Verre (36’), Martinez (39’), Aramu su punizione (43’) e Cristante (46’) sono tutti finiti fuori dallo specchio della porta come un altro di Martinez che ha avuto una grande occasione, sprecandola, di sbloccare il risultato quando, su cross di Boyè, in piena area ha controllato male e colpito peggio spedendo la sfera sul fondo (44’). Il Pescara nel primo tempo ha giocato abbastanza bene mantenendo maggiormente il pallino del gioco, 14’:08’’ a 9’:11’’, mentre il Torino ha dato l’impressione di poter fare di più senza riuscirci.
Al rientro dall’intervallo Mihajlovic ha dovuto togliere Aramu a causa dell’espulsione di Acquah per mandare in campo Benassi e la contromossa di Oddo è stata l’inserimento di Zampano mandato a destra per Fornasier con Crescenzi a sinistra e Biraghi spostato a fare il difensore centrale. Gli altri cambi sono stati Manaj per Cristante (63’), Belotti al posto di Boyè (66’), Obi che ha rilevato Baselli (73’) e Mitrita subentrato a Benali (77’). Da segnalare che quando Mihajlovic ha tolto Baselli gli ha detto: “Esci, non ti posso più vedere”, come riportato dal giornalista di Sky presente a bordo campo. Il Pescara può recriminare per aver sprecato l’occasione di conquistare i tre punti poiché negli ultimi venti metri ha avuto difficoltà nel trovare giocate efficaci e troppe volte i suoi giocatori hanno difettato nella mira. Cross di Aquilani troppo su Hart che ha dovuto solo da prendere la palla (48’), idem per il cross di Caprari (50’), punizione di Aquilani palla a lato (62’), Hart ha respinto un tiro di Memushaj (75’), Hart ha anticipato Manaj su cross di Caprari (81’), tiro di destro di Mitrita deviato in angolo (84’), Aquilani manda alto (86’), colpo di testa di Verre con palla sul fondo (88), Biraghi smarcato di testa indirizza la sfera a lato (90’), il tiro di Caprari finisce poco oltre il palo (91’), Hart fa sua la palla su tiro di Mitrita dalla distanza (94’). Il Torino prima in dieci e poi in nove è stato costretto a pensare prima a difendersi e si è potuto solo sporadicamente proiettare in avanti senza il più delle volte centrare lo specchio della porta. Punizione di Bovo sul fondo (58’), tiro non forte di destro di Baselli e Bizzarri ha parato senza problemi (68’), Martinez ha manda alto sopra la traversa (84’), Belotti e Martinez non riescono a sfruttare un contropiede (88’). I granata hanno anche avuto l’occasione per farsi dare un rigore, ma Martinez è stato ingenuo quando entrato in area sull’uscita di Bizzarri si è tuffato platealmente, se fosse rimasto in piedi sarebbe stato colpito dal portiere e forse avrebbe ottenuto il rigore, mentre così facendo si è beccato l’ammonizione per simulazione (54’).
Cinque punti in altrettante partite sono tutto sommato un discreto bottino per il Pescara che ha come obiettivo la permanenza in serie A, mentre per il Torino un inizio di stagione con risultati inferiori alle aspettative a fronte di un calendario con avversari alla portata come Bologna, unica vittoria, Atalanta, sconfitta (come con il Milan), Empoli e Pescara, pareggi, pur considerando infortuni e giocatori arrivati negli ultimi giorni di mercato. Adesso i granata dovranno affrontare in casa Roma e Fiorentina che hanno, rispettivamente, il doppio e due punti in più e organici decisamente più attrezzati rispetto alle ultime squadre affrontate. Belotti è rientrato dall’infortunio e dovrebbe tornare a disposizione anche Ljajic, ma, causa squalifica, almeno con i giallorossi non ci saranno Acquah e Vives. Tanto lavoro per Mihajlovic e il suo staff per tirare a lucido giocatori che, nella stragrande maggioranza, sembrano velati da una patina che li rende in campo, per la gran parte delle partite fin qui viste, impacciati e pasticcioni o, in alcuni frangenti, troppo frenetici per agire con proficuo.