LIVE Juric: "L'abbiamo portata a casa senza grandi sbavature. E' un orgoglio lasciare il Torino a questo livello, magari la squadra crescerà ancora. Amo i tifosi del Toro vorrei solo più amore condiviso"

18.05.2024 23:15 di  Elena Rossin   vedi letture
Fonte: Dall'inviata al Grande Torino Olimpico Elena Rossin
Ivan Juric
Ivan Juric

L’allenatore del Torino, Ivan Juric, fra poco in conferenza stampa commenterà la partita con il Milan.

Non le spiace lasciare e che tutto il lavoro che ha fatto sarà raccolto da altri?
"No, è un orgoglio, magari si crescerà ancora e si farà meglio e per me sarà un orgoglio. I ragazzi fin dall'inizio sono stati fantastici, belli li abbiamo cresciuti e non solo calcisticamente, ma anche umanamente. La vita va avanti. Ora il Filadelfia è un bel posto dove allenarsi. C’è un grande rapporto tra me e i medici e fra tutti quanti,  lavoriamo proprio a livelli altissimi”.

Si è preso dei mal di pancia ed è arrivato dove altri qui a Torino non sono riusciti, cosa le rimane?
“Abbiamo fatto cose stupende, bellissime minimamente apprezzate. Me lo sono goduto con i ragazzi, meno con tutto il resto: questa è la cosa che non mi è piaciuta. I ragazzi fantastici, oggi di nuovo come contro il Bologna favolosi e l’unica differenza è che siamo riusciti a fare gol. Adesso ci prepareremo bene per l’ultima partita che per noi è una finale e so che a Gasperini non interessa niente. Dobbiamo spingere al massimo e recuperare e cercare di vincere e poi vedremo anche cosa farà la Fiorentina sia in campionato sia in finale di Conference e poi speriamo che il Toro arrivi il prossimo anno in Europa perché sarebbe veramente una cosa fantastica".

Quanta forza dà la prestazione di questa sera e la vittoria per la prossima con l'Atalanta?
"Non pensavo nemmeno di avere Buongiorno e alla fine si è preso un bel rischio a giocare oggi sia lui sia tanti altri. Ci mancano tanti giocatori per infortuni pesanti, Schuurs, Djidji, e non puoi fare tutte le rotazioni, ma tutti stanno dando il massimo. Dopo il 3-0 abbiamo avuto un po’ di calo per una decina di minuti, ma dopo ci siamo ripresi alla grande e l'abbiamo portata a casa anche in modo abbastanza tranquillo e senza grandissime sbavature".

C'è rammarico per la contestazione a Cairo?
"Sì, assolutamente. Se la squadra avesse fatto 7-8 o 10 punti in più saremmo stati tutti più felici e questa cosa si percepisce, si sente e si vede tanta negatività per questo scontro. Sono rimasto molto male dopo la partita con il Bologna perché la squadra aveva fatto una partita eccellente ed è stata fischiata. Se fossi tifoso del Toro sarei orgoglioso di Buongiorno, di Masina, di Rodriguez, di Ricci, di Zapata che dopo due anni nei quali è stato sempre infortunato ha fatto una stagione pazzesca. Ma sarei orgoglioso di tutti i giocatori perché stanno dando tutto e bisognerebbe solo godere di questa cosa. Poi ci sono brutte partite come quella con il Frosinone e non è proibito fischiare, però bisognerebbe godersela e viverla bene e invece non è stato così. Sono arrivato in una situazione disperata e si lottava  per la salvezza e c’erano problemi economici e c'è questo scontro dopo tre anni che per me sono stati fantastici. Magari qualcuno dice che il Torino dovrebbe essere quarto o in qualche posizione di questo tipo, ma siamo davanti al Napoli e a un punto dalla Fiorentina, che sono tutte altre realtà economiche. Questo mi dispiace perché potevamo viverla meglio a livello emotivo".

Forse ha anche del rammarico perché in qualche partita potevate ottenere qualche punto in più?
“Anche quello, ma abbiamo vinto contro Napoli e Atalanta tre a zero e poi abbiamo sbagliato con il Frosinone o con la Salernitana, però la squadra è questa e non siamo quelli di 45 anni fa con Pulici, Onofri e gli altri campioni che sono venuti a farci visita l’altro giorno al Fila per vedere l’allenamento. Il livello è diverso e bisogna accettarlo e i giocatori si devono sentire amati e non criticati perché non sono del livello di Pulici, hanno scritto così e mi ha dato fastidio”.     

Dove andrà l'anno prossimo, magari all'estero?
"Non lo so ancora. La mia concentrazione era solo sul Toro e sul fare al meglio, poi vediamo. L'importante è trovare le emozioni giuste, la felicità. In Italia? Non lo so".

In cosa deve crescere la società per salire in classifica qualche gradino?
"Le cose si faranno, magari non quanto si vorrebbe o quanto i tifosi vorrebbero. Non è facile. Anche Pioli ieri parlava dell’alzare l’asticella. Guardate l’Atalanta o la Fiorentina non siamo neanche vicini per livello economico, per il potere e per i centri sportivi. Si stanno facendo piccoli passi in avanti, ma evidentemente non è sufficiente. Però adesso dopo tre anni ci sono basi di un valore assoluto: la squadra era piena di giocatori in scadenza di contratto o di prestiti, c'erano tante problematiche, mentre ora ci sono 7-8-10 giovani che possono rappresentare un futuro tecnico o se il presidente vuole un futuro economico per poi reinvestire. C’è la situazione molto bella di poter fare scelte giuste e magari succede che si alzi l'asticella cercando di trovare giocatori forti".

Dopo i fatti di Superga i tifosi potevano fischiare la squadra, ma la Curva invece l'ha sostenuta dall'inizio alla fine.
"La squadra non può essere fischiata dopo il Bologna perché allora vuole dire che non si è visto niente. E’ tutto un insieme di cose. Io amo i tifosi del Toro, davvero. Questa è una società con una storia enorme, magari l'errore è non essere riusciti a trasmettere tutto questo valore. Non essere riusciti a “sfruttare” quest’immagine, questa bellezza. I tifosi del Toro io li amo e ne conosco tantissimi, ma a volte perché Cairo dà fastidio si crea la sensazione di incompiuto. Per me la parte sinistra della classifica, soprattutto per il mondo economico di oggi e per i diritti televisivi, è un grandissimo risultato per il Torino. Dopo una gara come quella con il Bologna voglio che i giocatori vengano applauditi e non che vengano insultati perché se lo si fa vuole dire che non si capisce niente e questa cosa mi ha dato fastidio, ma non sono contro nessuno. Questa sera è stato bellissimo e quante altre volte lo è stato e allora si lasci andare. E’ importante anche il presidente, andiamo avanti, trasmettiamo ai ragazzi i valori, portiamoli più spesso a Superga e traslochiamo il Museo dove si può magari vederlo. Tutti facciano un passo per avvicinarsi così creerete una roba pazzesca perché la potenza del Toro è enorme. Per me abbiamo fatto tre anni stupendi, una goduria, ma io personalmente me li sono goduti poco perché ho sempre avuto la sensazione che non ci fosse tutta questa felicità perché ci si aspetta che il Toro sia quello del 1975. E’ veramente difficile arrivare a questi livelli e mi auguro che il prossimo anno, con tutti i giovani che ci sono, si alzi ancora di più il livello e che il Torino arrivi più in su con il lavoro che noi abbiamo fatto in questi tre anni”.

I passi però si devono fare da due direzioni.
“Mi piacerebbe che ci fosse sintonia. Anche io ho fatto bordello nello spogliatoio dopo il Frosinone perché abbiamo fatto schifo, ma in altre situazioni vorrei che la squadra fosse trasportata in modo da dare qualche cosina in più . Ho un grandissimo rispetto, non mi fraintendete, ma vorrei solo un po’ più d’amore da parte di tutti".

Ci fa una riflessione su Rodriguez, visto che forse questa sera ha giocato l’ultima partita qui da capitano poiché ha il contratto in scadenza?
"Ho un rapporto speciale: quando sono arrivato non doveva rimanere perché mi dicevano che non si allenava bene e che non era un giocatore da Toro. Poi in ritiro ha avuto un po’ di tempo per conoscerlo e ho trovato un professionista di livello altissimo, proprio oltre. Come cura il corpo Rodriguez non lo fa nessuno. Fa allenamenti un po' diversi da quelli degli altri perché questo poi gli permette di rendere alla grande. Abbiamo fatto tre anni insieme favolosi nei quali non si è mai fermato e se non mi sbaglio non ha mai saltato una partita per infortunio, forse non ha giocato qualche partita perché avevo fatto entrare Buongiorno dall’inizio. Il nostro è un rapporto che va molto oltre quello tra giocatore e allenatore: c’è una grandissima amicizia e stima. In questi tre anni non mi aveva mai fatto un gol, sognavo che lo facesse nel derby e oggi invece l’ha fatto".

Ha avuto un rimpianto di mercato, un giocatore che avrebbe voluto e che non è stato preso?
“No, più rimpianto per aver dato fiducia a certi giocatori. Ho dato ad alcuni tanta fiducia perché dopo un anno pensavo che potessero continuare a crescere lavorando bene e in questo ho sbagliato. Non rimpiango tanto per giocatori che la società non ha preso, anche con il proprietario sono stati rapporti molto professionali e non ci sono stati problemi in questo senso che mancasse qualche cosa. Ho avuto libertà totale nel lavoro e non posso dire una parola contro la mia società”.