Visto dalla curva: Toro concreto
Elvis Bogetti
Il Toro visto sabato non è stato bello ma concreto. In effetti questo è l'unico aggettivo che mi sovviene ripensando alla partita contro un Albinoleffe che, a parer mio, non merita il posto in classifica che ha in questo momento del campionato, perché ha giocato bene.
Devo ammettere che moltissimi giocatori avversari (quasi tutti) non li conoscevo ma ho visto una squadra quadrata che ci ha messo in difficoltà; noi invece abbiamo disputato un primo tempo assolutamente anonimo, se non per il gesto atletico di Angelino Ogbonna che di testa, invece di mettere in rimessa laterale, ha pensato bene di appoggiare alla cieca al centro del campo, dando il via all'azione che ha portato al vantaggio dell'Albinoleffe.
Tuttavia, dalla curva si è potuto vedere come alla fine del primo tempo sia cambiato il carattere dei giocatori: più grinta, più cattiveria agonistica e più voglia di recuperare il risultato. Non mi nascondo dal fatto che in passato ho criticato alcune prestazioni di Pratali ma, diamo a Cesare quel che è di Cesare: il nostro centrale è stato il migliore in campo.
Purtroppo ho potuto sentire alcuni tifosi già in preda all'allarmismo dei tempi passati: "Non abbiamo gioco", "Non hanno voglia di correre", "Cercate di correre di più", ma sono stati casi isolati. Tutto lo stadio ha saputo sostenere la squadra e il Mister (sempre più simbolo del sanguigno affetto per il Toro) e infatti a ogni gol tutti sono esplosi in applausi e grida di entusiasmo.
Sinceramente, dopo il gol dei bergamaschi non mi sono preoccupato, perché sentivo una sensazione di positività che mi ha permesso di vedere la partita con piacere e con la sicurezza che avremmo ribaltato il risultato.
Poi, negli ultimi 5 minuti del match, ho in effetti patito un po', però questo fa parte del nostro DNA, quel DNA che ci fa vivere le partite fino all'ultimo secondo nella trepidante attesa di quel triplice fischio che ci tranquillizza e che Sabato ci ha fatto ritornare a casa con un sorriso in più.