Ventura: "Dal ritiro di Sappada alla vittoria del San Mamès, ecco cosa è cambiato! Ora..."
In una lunga intervista rilasciata all'odierna edizione del Corriere della Sera, Giampiero Ventura ha parlato a tutto tondo della grande stagione del Torino e del suo percorso sulla panchina granata: "Un quadriennio cominciato con dieci tifosi che ci guardavano storto al ritiro di Sappada e culminato con le migliaia di persone che ci aspettavano a Caselle dopo la vittoria storica al San Mamés. Percorso concluso? Una tappa importante, direi. Ora sta a noi decidere se accontentarci di quello che abbiamo fatto, che è comunque tanto, o se partire da qui per costruire qualcos’altro. Il tempo dirà. Con Cairo c'è un rapporto di grande correttezza e stima, credo reciproca. Penso di avergli dato qualcosa e di aver ricevuto in cambio qualcosa, anche umanamente. Il punto di svolta credo sia stato riuscire a cancellare la parola “speriamo” sostituendola con “vogliamo”. Se vogliamo possiamo, come è accaduto nel derby. Come è accaduto con l’Athletic Bilbao. Quagliarella? Ha fatto meglio di quanto lui stesso si aspettasse. Tutti ricordano i gol da metà campo, pochi invece che era reduce da quasi due anni di inattività".
Allenare il Toro, non è mai un compito facile. Tradizione, storia e fascino di un club immortale: "Mi sento in un’entità che ha una grandissima storia alle spalle, ma che deve pensare al presente e soprattutto al futuro. Ricordo ancora che cosa mi disse il tassista che mi accompagnò la prima volta in sede a Torino: "noi del Toro non pretendiamo che lei vinca qualcosa, vogliamo poter tirare fuori le sciarpe dai cassetti". Adesso vedo tanti bambini andare a scuola con la maglia del Toro, vedo tifosi finalmente felici. E di questo sì, sono orgoglioso". Ora però, testa al Milan: "E vincendo saremmo a tanto così dall’Europa. Se vogliamo, possiamo. E chissà che magari si possa uscire da San Siro con un po’ di sana libidine addosso".