Vallettopoli, Corona rinviato a giudizio. Avrebbe estorto 25mila euro a Trezeguet
Rinvio a giudizio a Torino per il fotografo dei vip Fabrizio Corona, per il suo collaboratore Marco Bonato e per un altro fotografo, Fabrizio Pensa, nell'ambito dell'inchiesta su una presunta estorsione, e violazione della legge sulla privacy, ai danni del calciatore David Trezeguet che, secondo le accuse, sarebbe stato costretto a pagare 25 mila euro per non vedere pubblicate alcune foto "scomode".
La decisione è stata presa questa mattina dal gup di Torino che ha così accolto la richiesta del pm Vincenzo Pacileo. Il caso è tornato davanti al gup dopo che la Cassazione aveva annullato, con rinvio, una precedente sentenza di proscioglimento emessa da un altro giudice. Oggi, dunque, è stato disposto il rinvio a giudizio e fissato l'avvio del dibattimento al 10 giugno.
La sentenza con cui la Cassazione ha accolto il ricorso della procura di Torino contro il prosciglimento, in sede di udienza preliminare, di Fabrizio Corona «lasciava poco spazio al giudice» ma se quanto affermato dalla Superma Corte in merito al contesto 'non giornalisticò del lavoro di Corona «è un principio di diritto che può portare a riconsiderare la fattispecie della violazione della privacy lo stesso non si può dire per la contestazione di estorsione». A sottolinearlo è l'avvocato torinese Claudio Maria Papotti che insieme al collega Francesco Strano Tagliareni difende il fotografo dei vip rinviato a giudizio questa mattina nel capoluogo torinese insieme a due collaboratori.
«Sull'ipotesi di estorsione - spiega il legale - c'è già stata una ricostruzione puntuale da parte del giudice della prima udienza preliminare e sono cose che oggi abbiamo ribadito. Ossia che non c'è stato un comportamento minaccioso da parte di Corona, come aveva confermato lo stesso Trezeguet, e comunque il suo comportamento non è stato tale da coartare la volontà del calciatore che, come ha detto lui stesso, si è liberamente determinato ad acquistare le fotografie. Un altroprofilo importante - conclude Papotti - è quello dell'ingiustizia del profitto che qui è stata esclusa perchè il prezzo degli scatti è stato giudicato congruo e in linea con le tariffe di mercato».