Ma c’è veramente sintonia fra la dirigenza del Torino e Mihajlovic?

Dopo le ultime due pessime prestazioni dei granata c’è stato un confronto fra allenatore con il suo staff, dirigenti e giocatori. Due giorni di riposo serviranno a rasserenare gli animi?
23.05.2017 07:00 di  Elena Rossin   vedi letture
Fonte: Elena Rossin
Ma c’è veramente sintonia fra la dirigenza del Torino e Mihajlovic?
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© foto di Federico Gaetano

La domanda sorge spontanea alla luce delle ultime due partite con Napoli e Genoa perse malamente per atteggiamento svogliato e del ritiro punitivo dopo la gara con i partenopei che non ha sortito un moto d’orgoglio nei giocatori come avrebbe voluto Mihajlovic. Al termine della partita con il Genoa dirigenza, allenatore con il suo staff e giocatori si sono confrontati nello spogliatoio per un’ora e mezza. Risultato: anziché, come annunciato dal mister nella conferenza stampa della vigilia, ritiro prolungato fino alla partita di domenica prossima con il Sassuolo se la prestazione in campo non fosse stata all’altezza sono arrivati due giorni di riposo, che di solito sono dati come premio. Per carità ci sta che a fine stagione per riposare e rasserenare gli animi, i giocatori non gradiscono mai i ritiri prolungati, si possano prendere decisioni differenti e ci siano ripensamenti, ma questo sa tanto di spiegazione buonista. Il sospetto è che l’allenatore non sia stato sostenuto fino in fondo dalla dirigenza e che sia prevalsa la tesi che era meglio se tutti si dedicassero ad altro e poi si ritrovassero per preparare l’ultima partita di campionato, che di fatto chiude questa stagione.

Il vero nocciolo della questione è che dopo un inizio che faceva pensare che l’obiettivo posto e dichiarato da Mihajlovic di tornare a disputare le coppe internazionali, per la precisione l’Europa League, nel giro di due anni, ma con l’intento di provare a riuscirci già in questa stagione, si potesse realmente concretare e, invece, è sfumato troppo presto. Già a fine gennaio era chiaro che l’Europa non sarebbe più stata alla portata del Torino e così senza pericoli di essere risucchiati nella zona di quelli che lottano per non retrocedere e senza obiettivi importanti la squadra già non brillante per personalità si è progressivamente seduta. Il campionato è così proseguito fra più bassi che alti e ha avuto un vero acuto solo nel match con la Juventus. Tenuto conto che questa situazione è stata causata anche da una rosa già non completa al termine del mercato estivo e non rinforzata in quello invernale e da infortuni che ne hanno accentuato le criticità e considerando che Mihajlovic spinge più per la fase offensiva rispetto a quella difensiva si è arrivati alle imbarazzanti prestazioni con Napoli e Genoa.

Quando Cairo e Petrachi hanno scelto Mihajlovic dovevano ben sapere che è un uomo con idee ben precise, che le porta avanti con grande fermezza e che è solito parlare senza mezzi termini per cui andava sostenuto e bisognava avere con lui la massima sintonia. Oggi, invece, sembra che la schiettezza di Mihajlovic sia più obtorto collo tollerata per mostrare una facciata di sintonia che accettata veramente. A questo si aggiunge che a parte il mister e qualche giocatore, che pubblicamente hanno riconosciuto i propri errori, a tutti gli altri faccia comodo che sia soprattutto Mihajlovic a diventare il capro espiatorio di una stagione che poteva regalare maggiori soddisfazioni. Se così è, non va per nulla bene. Tutti, nessuno escluso, devono assumersi la propria parte di responsabilità. Non sostenere il mister con i fatti - a parole anche ieri Cairo ha detto che si va avanti con il tecnico serbo che ha un altro anno di contratto, ma ci sono già stati contatti con altri allenatori come Davide Nicola - significa gettare alle ortiche ciò che di buono comunque c’è stato in questa stagione e soprattutto rischia di minare la prossima prima ancora che inizi. Mihajlovic può essere un ottimo allenatore per il Torino a patto che sia sostenuto in maniera assolutamente convinta da tutta la dirigenza, se così non è allora meglio che le strade si dividano prima di arrivare a una dolorosa, per il Toro, resa dei conti fra qualche mese, quando il nuovo campionato sarà già iniziato. Mihajlovic è uomo vero e in caso di divergenze sugli obiettivi, sulla gestione e soprattutto sul mercato se non ci penseranno gli altri sarà molto probabilmente lui a evitare il peggio per il Toro.
Si spera che le sensazioni che sono emerse nelle ultime ore siano sbagliate perché sarebbe un vero peccato se Mihajlovic non fosse più il prossimo anno l’allenatore del Torino, il suo progetto era ed è valido e non provare a farglielo portare a termine non sarebbe positivo per il Toro.