Il Torino s’arrende al Genoa e di fatto dice addio all’Europa
Il Torino nel derby ha dato tutto e così com’era partita la rimonta in classifica dopo quello d’andata perso all’ultimo secondo, la vittoria in quello di ritorno, che mancava da vent’anni, ha però di fatto significato la frenata nel momento più topico e delicato della stagione. Pareggio con il Palermo e sconfitte con Empoli e Genoa che significano un addio, non ancora aritmetico, ma nella sostanza alla rincorsa al sesto posto e di conseguenza alla partecipazione all’Europa League del prossimo anno. Il cinque a uno di ieri sera è persino troppo severo anche se il Torino negli ultimi venti minuti, compresi i cinque di recupero, non è più stato in grado di contrastare il Genoa che ha dilagato consolidando una vittoria che era già ampiamente meritata fin dal gol iniziale di Falque. Neppure la presenza dell’ex Cerci in tribuna ha infuso un po’ di quella determinazione che nello scorso anno proprio contro il Genoa alla trentatreesima giornata aveva permesso negli ultimi minuti di ribaltare il risultato, al gol di Gilardino all’85 avevano risposto prima Immobile al 92’ e poi Cerci al 93’ e quella vittoria contribuì a rendere il finale di stagione del Torino importante, perché permise ai granata di piazzarsi settimi e di poter disputare l’Europa League per la mancata licenza Uefa al Parma.
La squadra di Gasperini è andata subito in pressione dimostrando grande volontà di volere i tre punti e di giocarsi fino in fondo la possibilità di un posto in Europa, sempre che arrivi la licenza Uefa. Il Torino, invece, è sempre sembrato in difficoltà, Niang ha fatto impazzire Maksimovic che se lo vedeva sgusciare via da tutte le parti. I tagli di Borriello risultavano quasi sempre importanti come in occasione del primo gol: Niang salta Maksimovic, Borriello con il taglio elude Glik e serve Falque che alquanto indisturbato spedisce la palla in rete.
Il vero problema della squadra di Ventura è sempre il centrocampo dove Gazzi da solo non può fare il boia e l’impiccato e alle volte ha finito per non essere incisivo come potrebbe perché non sufficientemente appoggiato dai compagni di reparto. Nelle manovre offensive, per la verità non molte in termini numerici, le mezze ali El Kaddouri e Benassi e i due esterni Peres e Molinaro (con Darmian lasciato da Ventura in panchina) troppe volte non sono saliti abbastanza e di fatto hanno lasciato senza adeguato supporto Quagliarella e Maxi Lopez. Nella ripresa qualche cosa in più i centrocampisti granata hanno fatto senza invertire però l’andamento della gara, che anzi è diventata un incubo per la goleada del Genoa. La distanza fra il centrocampo e l’attacco granata a Marassi è stata quasi sempre troppa. Nelle manovre difensive in molte situazioni la velocità dei giocatori del Genoa lasciava in inferiorità numerica quelli del Torino, perché non tutti erano abbastanza rapidi a riposizionarsi per chiudere gli spazi agli avversari.
All’inizio del secondo tempo i rossoblu sono rientrati in campo con un po’ meno determinazione rispetto a quella fatta vedere nella prima frazione, ma comunque sempre tenendo sotto pressione il Torino, che però ha avuto qualche spazio in più riuscendo a sfruttare il fatto che gli esterni di Gasperini tornavano meno. La sfortuna però si è accanita su Quagliarella che al 48’ si è fermato per un problema all’inguine, forse uno strappo che potrebbe fargli chiudere anzitempo la stagione. Nonostante la mancanza in campo di Fabio, che come al solito aveva provato ad essere incisivo non sempre riuscendoci, ma tenendo comunque in allerta la retroguardia genoana, il Torino ha sfruttato il momento di parziale rilassamento dei rossoblu arrivando a pareggiare. Perfetta l’esecuzione della punizione da parte di El Kaddouri (61’) con un tiro di destro sul primo palo che veniva sfiorato prima che la palla s’insaccasse con Perin, che vedendola sbucare sopra la barriera all’ultimo non poteva fare altro che stare a guardare mentre s’infilava nella sua porta. Ma chi di punizione ferisce di punizione perisce e Costa (69’) ha riportato in vantaggio i padroni di casa calciando abbastanza bene e indirizzando la palla in porta, ma la schiena di El Kaddouri, posizionato in barriera, ha finito per rendere il tiro dell’argentino, subentrato a Borriello, imprendibile per Padelli, deviando la traiettoria quel tanto che bastava per eludere l’intervento del compagno.
Malgrado il pareggio raggiunto il Torino non ha saputo sfruttare l’occasione e ha continuato ad essere troppo lento nella costruzione della manovra offensiva finendo per avvantaggiare il Genoa, che era facilitato nel leggere le intenzioni dei granata. Neppure il passaggio al 4-3-3 di Ventura dall’81’ è riuscito a cambiare la situazione, Amauri entrato al posto di Peres non è riuscito a rendere il Torino più incisivo. Più efficace era stata la mossa di Gasperini che con il cambio fra Borriello e Costa era di fatto passato dal 3-4-3 al 3-5-2.
Il Genoa tornato in vantaggio aveva chiaramente voglia di chiudere la gara mettendo al sicuro il risultato. All’83’ con Kucka ci era quasi riuscito, ma il giocatore era in fuorigioco e il gol giustamente è stato annullato, però l’azione che lo aveva prodotto era stata ben sviluppata: i padroni di casa prima a centrocampo hanno mantenuto il possesso della palla poi sono partiti in velocità, Rincon ha crossato per Pavoletti che non è riuscito con il destro in mezzo all’area ad agganciare e la palla è finita a Kucka che l’ha spedita in rete. Non fosse stato per l’outsider dello slovacco meritava che l’azione si concludesse con un gol che di fatto avrebbe chiuso definitivamente la partita.
Il Torino non ne aveva più né fisicamente né mentalmente e così poco dopo è arrivato il terzo gol del Genoa (87’), finta iniziale e tiro a giro di destro di Bertolacci. Il finale è stato un incubo per il Torino che ha visto i rossoblu consolidare, per la gioia dei propri tifosi, la vittoria che era già più che meritata con altri due gol: Pavoletti si libera della marcatura di Glik e segna il quarto (91’) e Costa (95’), dopo un altro tiro di Pavoletti respinto da Padelli, completa l’opera realizzando il quinto che per lui ha significato doppietta nella prima partita in cui ha trovato la via del gol da quando è giunto in Italia.
A tre giornate dalla fine del campionato la classifica dice che il Torino è al nono posto con quarantotto punti, quattro punti in più li ha l’Inter, cinque il Genoa, sei la Sampdoria e sette la Fiorentina. Di fatto il sesto e ancor di più il quinto posto diventano un discorso per altre squadre e molto probabilmente neppure se la squadra di Ventura riuscisse a vincere le prossime tre restanti gare, con Chievo, Milan e Cesena, potrebbe tornare nella prossima stagione a disputare l’Europa League, che ha onorato fino agli ottavi in questa. Il Torino è arrivato a un passo da quella che sarebbe stata una stagione da incorniciare se si fosse conclusa con il sesto posto, ma alla stretta finale non ha avuto la forza per prendersi ciò che poteva.