Il gioco c'è e paga
Teniamo i piedi ben saldi per terra e non facciamoci prendere da un affrettato entusiasmo per la vittoria ad Ascoli, ma una cosa va sottolineata: il Torino produce gioco e grazie al possesso palla e alla prevalenza territoriale riesce a mantenere la necessaria calma e lucidità per volgere in suo favore la partita. Certo la palla non frulla ancora come vorrebbe il mister e l’Ascoli, con tutto il rispetto, non è una squadra particolarmente temibile e in più il vantaggio dei granata è arrivato quando i padroni di casa erano in inferiorità numerica, ma fino a poco tempo fa una partita come quella vista al Del Duca il Torino l’avrebbe persa.
Il lavoro sulla testa dei giocatori e la filosofia del gioco del pallone di Ventura sono tangibili in questo Torino. Infatti dopo due minuti Bianchi va vicinissimo a portare la sua squadra in vantaggio, poi per la legge del calcio ecco che a un gol sfiorato segue il gol subito: su calcio d’angolo Coppola non è irreprensibile e non si avventa sulla palla per respingerla e così Andjelkovic sfrutta l’occasione e segna. Il Torino non si fa prendere dallo sconforto e continua a fare il suo gioco e a ricercare il pareggio. Mentre l’Ascoli si limita a stare praticamente con tutta la squadra dietro la linea della palla e a chiudere gli spazi. Il possesso palla granata a tratti dà l’impressione di essere fine a se stesso, quando i tentativi di servire palla a Bianchi ed Ebagua non vanno a buon fine. E’ evidente che negli ultimi trenta metri i granata restringono il fronte dell’azione e hanno difficoltà ad entrare nell’area avversaria. Si nota anche che non sempre nelle ripartenze la squadra di Ventura è sufficientemente veloce, offrendo così la possibilità all’Ascoli di posizionarsi e creare un muro quasi invalicabile. Ma nonostante questi aspetti, che devono essere migliorati, il lavorio del Torino è costante ed è come la goccia che cadendo continuamente poco alla volta scava la roccia. Si dovrà giungere al settantunesimo e a un rigore per iniziare a raccogliere i primi frutti, grazie a Verdi che si procura la massima punizione e a Bianchi che dal dischetto non sbaglia. Poi per tornare a casa con il meritato bottino dovranno passare altri quindici minuti ed essere anche in superiorità numerica e ancora una volta va detto grazie a un ragazzino, questa volta Oduamadi, che propizia i due gialli a Gazzola e poi realizza pure la rete del vantaggio.
A inizio stagione non si dovrebbe elogiare in particolare qualche giocatore, ma in quest’occasione è doveroso. Verdi e Oduamadi non sono sembrati proprio due ragazzini con poca esperienza, ma due giocatori capaci di sfruttare le proprie doti e le debolezze dell’avversario. Iori non solo imposta il gioco, ma è colui che dopo una fitta rete di passaggi è bravo nel servire il compagno smarcato. Guberti fino a quando è rimasto in campo ha fatto vedere di essere di caratura superiore. Darmian ha mostrato di essere un terzino affidabile e capace anche di proporsi in fase offensiva. In generale tutta la squadra ha fornito una prestazione positiva, anche se Coppola nell’occasione del gol subito non è stato impeccabile e Parisi, nel primo tempo, in qualche occasione ha subito i tentativi di Parfait di rendersi pericoloso, ma entrambi i giocatori avranno modo di riscattarsi perché dotati di esperienza e capacità.
Il Torino doveva tornare da Ascoli con i tre punti e lo ha fatto. La strada imboccata è quella giusta e dovrà continuare a percorrerla a partire da mercoledì con il Cittadella. Ora si attende che il presidente Cairo mantenga le promesse fatte: tenere Ogbonna e Bianchi e dare a Ventura quel pizzico di qualità in più che ha chiesto con l’arrivo di due ulteriori rinforzi. Mercoledì alle diciannove si chiuderà il calciomercato e il Torino alle venti e quarantacinque scenderà in campo all’Olimpico per la seconda partita di campionato: i tifosi si aspettano di vedere sia il capitano sia il vicecapitano e di poter dare il benvenuto ai due nuovi giocatori. Deluderli sarebbe imperdonabile.