Eroe azzurro, peso granata: le due facce di Sirigu, all'addio con il Toro
Da fresco campione d’Europa con l’Italia ad esubero di lusso nel Toro, da uomo spogliatoio azzurro a “silurato” granata: è lo strano di Salvatore Sirigu, ormai accompagnato alla porta da tutti gli addetti ai lavori del club di via Arcivescovado. Il nuovo tecnico Ivan Juric non lo ha nemmeno citato nelle gerarchie dei suoi portieri, eleggendo a titolare Milinkovic-Savic e a dodicesimo Berisha, mentre il presidente Cairo ci è andato giù ancora più pesante: "Quest’anno l’ho visto meno felice di essere qui, magari aveva un’ambizione diversa" l’affondo del patron sull’estremo difensore che, eccetto in qualche occasione, ha contribuito a salvare il Toro che stava affondando in serie B nelle ultime due stagioni.
Il divorzio è ormai certo, bisogna soltanto capire le modalità: l’editore alessandrino vorrebbe monetizzare, nonostante un contratto in scadenza nel 2022 e la carta d’identità del portiere che segna come data di nascita 1987, ma soprattutto liberarsi di un ingaggio da circa due milioni. Al momento, la soluzione più percorribile sembra una risoluzione consensuale, poi Sirigu sarà libero di scegliere la destinazione più gradita.
Il sardo ha iniziato a sfogliare la margherita, anche se i petali sono sempre meno: la Roma ha deciso di puntare su Rui Patricio, il Cagliari per ora continua con Cragno, la Juventus sembra orientata a far rientrare Perin. Qui, però, potrebbe infilarsi il quasi ex granata, con la pista Genoa che si sta riscaldando. Da Napoli, intanto, rilanciano l’idea di Spalletti: via Ospina, Meret titolare, Sirigu vice di esperienza, è questo il quadro che stuzzica lo stesso sardo, ma rimaniamo ancora nell’ambito delle suggestioni.