Ventura: "Mi sono sentito stanco. Adesso però sono pronto a tornare in campo"
L'ex allenatore del Torino Giampiero Ventura ha parlato al sito Fanpage.it delle sue ultime avventure, soffermandosi anche sul Covid che, in qualche modo, sta mettendo in difficoltà il calcio.
"Mi mette tristezza, perché è un calcio che non è calcio. Senza pubblico è un calcio senza entusiasmo. È un calcio in cui gli allenatori hanno avuto pochissimo tempo per programmare e lavorare, un calcio di positivi che quindi sfalsano completamente qualsiasi tipo di programmazione. È un'annata che va presa per com'è, qualsiasi cosa accada va accettata sapendo che ci sono talmente tanti ingredienti che vanno a ‘cozzare' contro quella che è la regolarità e l'essenza di un campionato di calcio di Serie A".
Per Ventura si vede del bel calcio grazie soprattutto al Sassuolo, ma fa anche altre considerazioni, vanno meglio i club che non hanno cambiato allenatore a fine stagione.
"Il Sassuolo. Credo che a livello di gioco si stia assestando su delle posizioni importanti. Al di là dell'ultima partita che non è stata straordinaria, ha sviluppato un calcio assolutamente propositivo e in alcuni casi molto divertente. Il tutto tenendo presente la qualità della rosa che non è come quella di altre squadre. Questo è un campionato dove, non avendo fatto preparazione e amichevoli, le squadre che sono partite con lo stesso allenatore dell'anno prima sono partite nettamente avvantaggiate. L'esempio del Milan e del Sassuolo è chiaro, così come in senso inverso è chiaro quello del Torino o quello della Juventus di Pirlo, che conosce bene l'ambiente ma che ha avuto poco tempo a disposizione per lavorare. Chi ha iniziato ex novo è evidente che è partito un poco ad handycap, non avendo avuto la possibilità di lavorare sul campo. Anche da questo punto di vista è un campionato anomalo".
Ventura comunque sia non vuole lasciare la panchina e aspetta una nuova prospettiva: "Ho avuto 2/3 possibilità, ma dopo il lockdown e dopo il campionato scorso per la prima volta ho sentito un po' di stanchezza e ho scelto dopo tanti anni di recuperare. Dopo quelle offerte che mi sono arrivate, una anche discretamente importante, non ero proprio in condizioni di ripartire immediatamente perché mi sentivo stanco. Sono contento di aver fatto questa scelta, ne avevo bisogno. Adesso sto bene, ho ricaricato le batterie e adesso sì che mi manca il calcio e che sono pronto a ripartire. Non ero abituato a star fermo, perché per tanto tempo ho avuto la fortuna di fare sempre il lavoro che mi piaceva. Oggi ho ancora lo stesso entusiasmo di prima, vediamo che succede nel prossimo futuro anche se la situazione difficile ha cambiato gli scenari".