Mondonico: "Torino, in B con grande umiltà"

15.07.2009 09:34 di  Marina Beccuti   vedi letture
Fonte: www.itasportpress.it
Mondonico: "Torino, in B con grande umiltà"
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© foto di Federico de Luca

Il tecnico Emiliano Mondonico, si è concesso ai microfoni di Itasportpress parlando del suo allievo Gianluca Atzori, di Zenga e delle sue ex squadre Torino e Atalanta.

Mondonico, quali sono i suoi progetti futuri da allenatore?

"Per la prima volta dopo 30 anni di carriera non ho ricevuto nessuna proposta. Questo mi fa pensare ma non mi toglie le speranze per tornare ad allenare. Sono disposto a valutare eventuali proposte dopo aver conosciuto chi mi ha chiamato e il progetto da portare avanti".

Lei conosce bene Gianluca Atzori, per averlo avuto nelle giovanili del Torino. Cosa può dirci sul nuovo tecnico del Catania?

"Gianluca era un giovane che non dimostrava di avere 18 anni ma di essere molto maturo rispetto ai suoi compagni di squadra. Si contraddistingueva per suoi modi di pensare e di comportarsi che lo facevano sembrare un adulto. Penso che abbia mantenuto questo carattere e che oggi sia pronto per affrontare questa nuova avventura con il Catania. Certamente saprà prendersi le sue responsabilità per gestire al meglio il suo gruppo".

Quale consiglio e augurio si sente di dare all'allenatore etneo?

"E’ stato un ragazzo talmente serio e maturo che in se covava già importanti prospettive per il futuro. Il consiglio che mi sento di dare è quello di rimanere se stesso. Deve fare tesoro delle cose positive e negative che ha appreso negli anni passati sia da me che da altri allenatori. La stagione calcistica è abbastanza lunga e bisogna mantenere equilibrio tra i momenti felici e quelli negativi che accompagnano ogni squadra. Gli auguro di affermarsi come hanno già fatto altri tecnici emergenti. Ha le qualità per farlo".

Parlavamo di Torino, come giudica la gestione societaria del presidente Urbano Cairo?

"Cairo ha sempre allestito un organico di spessore, ma i nomi e le aspettative iniziali non hanno ripagato le attese dei tifosi. Lo scorso anno sembrava che la squadra potesse lottare per piazzamenti importanti ed invece ha dovuto fare i conti con una dolorosa retrocessione. Da fuori è difficile capire se ci sono stati problemi interni. Resta un grosso punto interrogativo su come ha fatto una squadra del genere a retrocedere".

Lei vanta il record di 5 promozioni dalla B alla A. Quali ostacoli devono superare Torino e Reggina per tornare nella massima serie?

"La difficoltà maggiore è quella di pensare di poter ritornare in serie A solo perchè ti chiami Torino o Reggina. Queste squadre devono porsi con grande umiltà e con determinazione evitando di aspettare chissà quale regalo. Una prerogativa per vincere in serie B è quella di mettere testa e gambe dall'inizio alla fine. Oggi con la strutturazione della serie B a più squadre è diventato ancora più difficile".

L'Atalanta ripartirà da Angelo Gregucci. Ritiene sia l'allenatore giusto per non fare rimpiangere Del Neri?

"Anche Gregucci è un mio ex giocatore che ho avuto al Torino. Era un ragazzo molto giudizioso e ordinato. Penso che i bergamaschi nonostante la partenza di Cigarini e Floccari si siano rinforzati adeguatamente per fare un buon campionato. Il nuovo tecnico trova l'ambiente giusto per fare bene e chissà magari per raggiungere quel piazzamento Uefa che l'Atalanta avrebbe potuto centrare già nella scorsa stagione".