ESCLUSIVA TG – Jacobelli: “Cairo sa che deve costruire una squadra che piaccia a Mihajlovic per riportare il Toro in Europa”
Xavier Jacobelli è stato intervistato in esclusiva per TorinoGranata.it. Jacobelli è un giornalista ed è direttore editoriale di Tuttosport.com e di Corrieredellosport.it ed è opinionista in trasmissioni televisive. Con lui abbiamo parlato dell’arrivo di Mihajlovic sulla panchina del Torino e del mercato del club di Cairo.
Mihajlovic è l’allenatore giusto per il Torino?
“Assolutamente sì, per due motivi: primo per la sua capacità che è indubbia e non c’è bisogno nemmeno di rimarcarla, secondo perché temperamentale com’è e, soprattutto, dotato di quel carattere, di quella grinta che si attagliano allo spirito granata, secondo me, può costruire un grande Toro, un Toro che piace ai tifosi, che lotta fino alla fine e può rinverdire i fasti del tremendismo granata. Mihajlovic è l’uomo giusto al momento giusto, considerando che il ciclo di Ventura si è concluso”.
Non basta avere l’allenatore giusto, bisogna che il presidente Cairo gli metta a disposizione i giocatori adatti. Quante probabilità ci sono che Cairo assecondi i desiderata di Mihajlovic?
“Penso che ci siano delle buone probabilità perché è chiaro che una squadra si costruisce d’intesa fra il presidente, l’allenatore e il direttore sportivo. Nel momento in cui Mihajlovic ha rescisso l’anno di contratto che aveva ancora con il Milan è evidente che l’abbia fatto perché dall’altra parte ha ricevuto precise garanzie sulla costruzione del Toro che lui ha in testa. Nei prossimi giorni e nelle prossime settimane capiremo quale sarà la direzione che il Torino intende prendere, però, dal momento in cui Cairo prende un allenatore del calibro di Mihajlovic sa che deve costruirgli una squadra che a Mihajlovic piaccia. Di questo non dubito anche perché il Toro è arrivato a uno snodo importante dopo il quinquennio di Ventura che l’ha restituito all’onor del mondo, non possiamo dimenticare assolutamente dove fosse il Toro quando arrivò Ventura, dov’è adesso e dove potrà arrivare. E’ un Toro che può fare il salto di qualità e che può aspirare a una dimensione stabile in Europa e per riuscirci Cairo deve assecondare le richieste dell’allenatore”.
Negli ultimi anni la linea del Torino è stata prendere giovani di prospettiva che, però, hanno bisogno di tempo per raggiungere la piena maturità, ma questo non coincide quasi mai con l’ottenimento di risultati di un certo livello. Dopo l’infornata di giovani della scorsa estate la società dovrà mettere mano in modo significativo alla rosa per adeguarla agli obiettivi?
“Intanto bisogna ricordare come i giovani crescono, se io penso in questi giorni a Benassi e Zappacosta, convocati nel pre-raduno della Nazionale, quando penso a Darmian che in questi anni nel Toro è cresciuto prima di esplodere nel Manchester United, quando penso a Belotti ci sono molti talenti italiani che sotto la guida di Ventura hanno vissuto un anno importante, anche se i risultati complessivi della squadra non sono stati quelli che la tifoseria magari si aspettava, mi riferisco ovviamente alla qualificazione all’Europa League. Mihajlovic con i giovani ci sa fare eccome, infatti, basta rammentare Romagnoli alla Sampdoria, che lui ha lanciato, tanto è vero che poi è andato al Milan in cambio di 25 milioni di euro, e a Donnarumma, che Mihajlovic ha avuto il coraggio di mettere in prima squadra in serie A a nemmeno diciassette anni, facendo un regalo enorme al Milan, che poi ovviamente si è comportato in maniera invereconda perché licenziare Mihajlovic è stato l’ennesimo errore di una dirigenza in stato confusionale, ma questi sono problemi del Milan. Quindi non ho dubbi che Mihajlovic saprà coniugare l’esigenza di valorizzare ulteriormente i giovani a sua disposizione e i rinforzi mirati che dovranno conferire alla squadra quel tasso d’esperienza necessario per fare il salto di qualità, ma il lavoro che è stato fatto dal Torino sui giovani, e sottolineo sui giovani italiani, in un campionato che nell’arco di trentotto turni ha registrato la presenza media di calciatori stranieri oscillante fra il 60 e il 75 per cento, è stato un lavoro molto prezioso. Senza dimenticare che cosa c’è alle spalle della prima squadra granata, c’è un vivaio che promette di ritornare ai livelli dei tempi d’oro, la Primavera, campione d’Italia in carica, di Moreno Longo ha appena raggiunto l’accesso alle Final Eight per il terzo anno consecutivo battendo ai rigori la Fiorentina. Quindi io penso che esistano i presupposti per costruire una squadra che dia grandi soddisfazioni ai tifosi, poi, come sempre, il mercato non si fa giorno per giorno, ma minuto per minuto e di conseguenza capiremo molte cose secondo le mosse che il Torino vorrà fare sul mercato estivo 2016”.
Kucka che non è italiano e neppure un giovane di prospettiva ha qualche probabilità di seguire Mihajlovic in granata oppure per costi o per non disponibilità del Milan a cederlo è un sogno quasi proibito?
“No, no, non c’è nulla di proibito sul mercato quando si parla di un Milan che, come sappiamo, fino a metà giugno non può fare nessuna mossa per la semplice ragione che l’accordo sottoscritto con la cordata cinese prevede che entro la metà di giugno si completi l’analisi dei dati dei conti del Milan e poi si addivenga a un accordo o a un disaccordo. Arrivato a questo punto Berlusconi ha soltanto una mossa obbligata da fare ed è quella di vendere il Milan, a meno che non decida lui di ricapitalizzare una società che nell’arco degli ultimi due esercizi ha registrato un passivo superiore ai 180 milioni di euro e che ha speso circa 90 milioni di euro nell’ultimo mercato estivo e che si sa benissimo che Fininvest, cui appartiene, abbia già comunicato da tempo che non intende più iniettare una montagna di denaro come ha fatto negli ultimi tre anni, versando quasi 300 milioni di euro. Quindi è un Milan che per prima cosa dovrà vendere nel mercato estivo. Di conseguenza Kucka penso che sia una pista praticabile, anche perché è un giocatore molto prezioso e che va nella direzione in cui facevamo accenno prima, cioè, un elemento che gode della sufficiente esperienza per assecondare i piani della ricostruzione del Toro che sia al tempo stesso giovane, ma che possegga al suo interno punti di riferimento del calibro dell’ex genoano. E’ evidente che il Torino vorrà sapere quale sarà la valutazione e la richiesta del Milan a proposto di Kucka, ma questo rientra nell’ordine naturale della legge della domanda e dell’offerta”.
Il valore di Kucka potrebbe essere fra gli otto e i dieci milioni di euro?
“Direi che otto sia già una valutazione pesante, è vero che nel mercato dell’anno scorso alcune valutazioni siano impazzite, però, bisogna anche riportare tutto nell’ordine naturale delle cose, anche perché Kucka è stato risucchiato nella crisi del Milan, culminata con la sconfitta ieri sera nella finale di Coppa Italia, e quindi non si è lasciato alle spalle una stagione particolarmente esaltante”.
In attacco uno dei giocatori che piace a Mihajlovic è Gabbiadini che, però, il Napoli valuta una cifra molto alta, pur non utilizzandolo più di tanto. E poi c’è Immobile con la questione del riscatto dal Siviglia e il paventato gradimento per il Napoli. Uno scenario d’intrecci dove il Torino potrebbe ritrovarsi con nessuno dei due?
“Bisogna distinguere le due situazioni perché Immobile non è un giocatore di proprietà del Torino, ma è in prestito e non può essere collegato a un eventuale scambio con Gabbiadini. La situazione di Gabbiadini è molto chiara, il 27 gennaio scorso il Wolfsburg aveva presentato un’offerta di 25 milioni di euro al Napoli per ingaggiare l’attaccante bergamasco e il Napoli rispose no, ma Gabbiadini vuole trovare una squadra che gli consenta di giocare con la continuità necessaria per non perdere la Nazionale, come purtroppo gli è accaduto, però, Gabbiadini, che nasce come punta centrale, si è ritrovato a fronteggiare la concorrenza insostenibile di un mostro sacro come Higuain, che ha segnato 36 gol stabilendo il nuovo record assoluto di segnature nella storia del calcio italiano. Quindi Gabbiadini lascerà molto probabilmente il Napoli, ma penso che il Napoli voglia per prima cosa vagliare le offerte che arrivano dall’estero e ci sono almeno tre club inglesi interessati al giocatore e, tra l’altro, la sua valutazione di base è 25 milioni di euro, a meno che nella trattativa che eventualmente il Torino volesse instaurare con il Napoli non inserisca Maksimovic”.
Maksimovic, però, è un pallino di Mihajlovic.
“Esatto, deve essere considerato un punto fermo del Toro di Mihajlovic. Bisogna anche ricordare che il Napoli è su Lapadula e lo sta contendendo al Leicester per il ruolo di vice Higuain. In questo momento credo che Belotti sia il punto di ripartenza dell’attacco granata dopodiché bisognerà vedere che cosa accadrà con Immobile. Il riscatto d’Immobile oscilla intorno agli 11 milioni di euro ed è inferiore alla metà dell’eventuale costo di Gabbiadini. E’ tutto un meccanismo, un effetto domino che sarà innescato da un giro di punte che riguarda anche Bacca del Milan, il Paris Saint Germain che deve sostituire Ibrahimovic, che riguarda Cavani e Morata, autore del gol partita che ha permesso alla Juventus di aggiudicarsi la Coppa Italia e che, però, molto probabilmente ritornerà al Real Madrid per essere poi ceduto in Premier League per una valutazione oscillante fra i 45 e i 50 milioni di euro. Come dicevo, il Toro in questo momento ha una certezza che è Belotti, che è un attaccante che è soltanto all’inizio della fase ascensionale della sua carriera e che ha disputato una splendida stagione e può migliorare ancora. Il Torino dovrà individuare il partner ideale per lui, ma siamo a maggio”.
Siamo a maggio però c’è l’Europeo e il ritiro del Torino inizierà il giorno della finale, il dieci luglio e per i granata la Coppa Italia inizierà intorno al 13 agosto e questa competizione non può essere snobbata perché chi la vince accede di diritto alla fase a gironi dell’Europa League, che è, o dovrebbe essere, l’obiettivo del Torino. Tutto questo quanto potrà incidere sulle tempistiche del mercato granata?
“Credo che comunque ci sia il tempo necessario per consentire a Mihajlovic di andare in ritiro con una rosa che sarà quasi completa. Adesso la prima mossa è l’ufficializzazione dell’ingaggio di Mihajlovic e tutto il resto sarà una conseguenza, anche perché di solito l’Europeo offre l’occasione di valutare giocatori che sfruttano la ribalta continentale, che è vista nei quattro angoli del globo, per mettersi in mostra. Sicuramente dall’Europeo spunteranno nomi interessanti e nuovi dei quali adesso non si parla, o quantomeno rimangono ai margini, però il tempo per fare un bel mercato il Toro ce l’ha. Si tratta, dopo aver ufficializzato il nuovo allenatore di muoversi con rapidità e sotto quest’aspetto credo che la società sappia che cosa debba fare”.