Tutti sotto esame, ma proprio tutti. Nessuno escluso
E' chiaro, il presidente Cairo deve far sentire la sua voce e la sua presenza, soprattutto quando qualcosa non funziona e così sarà a Roma. Ma non è una novità. Personalmente non credo che sarà all'Olimpico per far sentire la squadra sotto esame. Ci va perchè è importante esserci. Non deve essere una novità se un presidente va a vedere giocare la sua squadra. Forse si sta esagerando con le critiche, dove la bella squadra dell'anno scorso sembra sul bordo del baratro. Tutti sotto esame, ma proprio tutti? Perchè se qualcosa non funziona a dovere la colpa è anche di Cairo. La solita storia che si rincorre da tempo, non vuole spendere. Sul fatto che non voglia esagerare con le spese per questioni di bilancio ha ragione, ma con le cessioni degli ultimi anni, un paio gestite male (Bianchi e D'Ambrosio lasciati andare praticamente a parametro zero quando ci poteva guadagnare molto di più, soprattutto con il difensore campano), poteva fare molto meglio sul mercato estivo. Stentiamo a credere che non abbia avuto il tempo di trovare il sostituto di Cerci, quando erano almeno tre mesi che era quasi certo della sua partenza. Si sa che quando i giocatori se ne vogliono andare non li puoi trattenere, mentre magari quelli che volevano rimanere sono stati messi alla porta malamente. Per cui, con la quasi certezza che Cerci sarebbe partito, e con Immobile già a Dortmund, si potevano trovare un paio di sostituti validi, sfruttando il cosiddetto tesoretto messo in cassa per le cessioni di questi due giocatori. La scelta di Quagliarella è stata logica ed ottimale, non c'è da disdegnare nemmeno l'arrivo di Amauri, ma ci voleva qualcosa di più. Oltretutto questo era un Toro appetibile anche a qualche calciatore ambizioso, perchè era una squadra che arrivava da un settimo posto in campionato ed era presente in Europe League. Vanno benissimo i sudamericani che ha portato Petrachi, ma, ripeto, si poteva fare meglio.
Personalmente però avrei guardato ancora più in là, ovvero, rischiare e tenere in squadra alcuni giovani provenienti dalla Primavera, a partire da Alfred Gomis, Cinaglia, Parigini, Aramu, tanto per fare dei nomi. La gente granata, anche a fronte di qualche disfatta, come ad Helsinki, avrebbe capito ed approvato senza isterismi. Così si inizia a costruire la squadra del futuro.