Toro, una nuova pagina di storia: Bianchi affianca Loik. Ma resta un precario...
Storia del Torino, nuovo capitolo. L'ennesimo. Da ieri, infatti, l'elenco dei simboli della società di Via Arcivescovado ha un nuovo membro: Rolando Bianchi. Il bomber bergamasco si è già seduto al fianco di Ezio Loik, figura indelebile del Grande Torino. Epoche diverse, comune destino. Il capitano granata ha festeggiato, grazie alla doppietta contro la "sua" Atalanta, il raggiungimento delle settanta reti, traguardo valido per l'ingresso nella lista dei dieci giocatori più prolifici nella storia torinista. Un incrocio romantico: le due società più rappresentative della sua carriera, (dove è cresciuto e dove è maturato definitivamente) hanno assunto un ruolo determinante per un obiettivo impensabile nel 2008, l'anno di approdo sotto la Mole dell'ex Reggina e Manchester City. Quattro anni di emozioni contrastanti per Bianchi. Tanti urli di gioia soffocati da cocenti delusioni per la retrocessione del primo anno, e degli altri tre trascorsi a sgomitare con il gruppo per afferrare nuovamente una fetta di paradiso. Gli elogi sono all'ordine del giorno per Rolandinho, oggi e non solo. Ma le parole lasciano il tempo che trovano, soprattutto quando si avvicina, inesorabilmente, l'ora di bussare alla porta dei vertici granata per scacciare nubi minacciosi che si addensano sul suo futuro. L'entourage del giocatore non cambia il ritornello: "Per ora nessuno si è fatto vivo". Dall'altra parte il messaggio in segreteria è rimasto intatto: "Al momento opportuno, ci troveremo per discutere...". Sarebbe lecito chiedere il concetto di "opportuno", considerando che a gennaio l'attaccante classe 1983 potrebbe già salutare il Toro. Ad occhio nudo non traspare un idillio fiabesco tra giocatore e società. Forse è necessaria una lente di ingrandimento per valutare ogni situazione. Tuttavia le lancette del tempo sono implacabili. Intanto Bianchi ha già stretto la mano a Loik...