Torino, squadra camaleontica
Con i se e con i ma non si va da nessuna parte, però è facile pensare che se il Torino giocava sempre come a Sassuolo ora non saremmo qui a parlare di playoff, ma si aspetterebbe solo la fine del campionato per festeggiare la A. Ma com'è che a Modena Gasbarroni segna un gol alla Messi, Rivalta e Loria sono giganti in difesa, mentre il già citato Gas, Salgado e Bianchi mettono in difficoltà la retroguardia emiliana? Solo Sereni non è una novità, vista la stagione strepitosa che ha fatto, anche se sabato è stato superlativo più del solito.
Questo è un Toro trasformista, passa da momenti esaltanti a meno belli, dove si fa fatica a comprendere questi alti e bassi. Infortuni, squalifiche (tante), la paura di volare e quella di tornare con i piedi per terra hanno messo in difficoltà una stagione che doveva essere trionfale e invece non è stato così. Il patto tra giocatori e tecnico deve aver creato mola solidità che si è esaltata sabato, dove veramente tutti i protagonisti in campo hanno giocato per un solo obiettivo. Finalmente si è visto un gruppo compatto che si è sacrificato proprio per strappare i tre punti ed anche del bel gioco.
Dopo le quattro vittorie di fila s'era rivisto il baratro, ma Colantuono ha riportato la squadra sulla retta via. Probabilmente il difetto più evidente del tecnico romano sono gli alti e bassi delle sue squadre, vive momenti ben distinti ma quando cade sa sempre rialzarsi a testa alta. Forse è tardi per arrivare al secondo posto, ma in palio ci sono ancora nove punti e tutto può succedere. Anche perchè si ha l'impressione che le promesse verranno mantenute: "Vinciamole tutte".