Il mercato è finito, andiamo in campo
Parafrasando un vecchio, ma sempre attuale, film di Nanni Moretti, possiamo finalmente tirare un sospiro di sollievo per tornare a parlare solo di calcio giocato. Anche i tifosi erano sfiniti e lo dimostravano le lettere che puntualmente arrivavano in redazione. Ma è chiaro che un giornale che parla di calcio non poteva essere insensibile a tutte le indiscrezioni che uscivano ogni giorno, anche se alla fine le decine di nomi che sono stati accostati al Torino era chiaro che non si sarebbero trasformate in realtà. C'è un po' di delusione da parte dei tifosi che si aspettavano gli ultimi colpi a sorpresa, ma effettivamente è stato un mercato in sordina per tutti, tranne forse che per la Juve, la quale non sente mai la cassaintegrazione, come i lavoratori della Fiat. Il caso Berbatov è stato davvero emblematico, ma proprio il mercato delle punte è stato il più difficile, perchè chi aveva dei buoni attaccanti in casa se li è tenuti, tranne i giri che hanno coinvolto Borriello passato al Genoa e Gilardino al Bologna, mentre in precedenza c'era stato lo scambio tutto milanese tra Cassano e Pazzini. Non per niente la Fiorentina, incazzata viola dalla slealtà juventina riguardo all'attaccante bulgaro, ha ripiegato su un ritorno inaspettato fino agli minuti del mercato, quello di Luca Toni, che è riuscito a strappare l'ultimo contratto della sua carriera, tornando alla squadra che probabilmente più di tutte l'ha reso grande, insieme al Palermo. Secondo vari giri di indiscrezioni, il l bomber di Pavullo, presente a Milano in attesa di suscitare ancora interesse a quache club, era stato accostato persino al Torino. La Viola ha cercato anche di strappare Bianchi ("fino alla fine", ha scritto il bomber su Twitter) a Cairo, ma Rolandinho è rimasto, così come Ogbonna, per la gioia dei tifosi.
Il mercato del Toro non è stato affatto deficitario come qualcuno può credere, sono rimasti i big, è arrivato Cerci, un gran colpo e il campo lo dimostrerà presto; a rinforzare l'attacco è arrivato Sansone, insieme a Bianchi, Meggiorini, Sgrigna e a Diop, guai a sottovalutare il giovane senegalese. In porta alla fine ha avuto ragione la società, che non ha probabilmente mai cercato un sostituto di Gomis, promosso a vice Gillet, con il belga che è una sicurezza in porta. Come terzo Alfred, fratello di Lys. A centrocampo Gazzi e Brighi possono dare consistenza ad un reparto che appare un po' in difficoltà, insieme a Santana, che ha ancora qualche cartuccia da sparare, mentre in difesa Ogbonna è rimasto a dettare i ritmi, supportato da un Glik che appare uno tosto, in grado di far vedere quanto vale anche in A, con l'aggiunta di Darmian, che sta acquisendo sempre maggiore personalità, un giovane promettente che può diventare dirompente. Insieme ai cofnermati Di Cesare e D'Ambrosio (più Caceres, ancora da scoprire) è arrivato all'ultimo Agostini, giudicato un po' attempato dai tifosi, ma che è invece un acquisto importante. A 33 anni, con la sua esperienza, un difensore può ancora dire la sua. Senza dimenticare il giovane Migliorini, per fare ancora il nome di un nuovo innesto. Bakic è una promessa ed è quel centrocampista di prospettiva di cui aveva parlato Cairo, mentre Birsa è arrivato dopo giorni di trattative.
Morale della favola, questa sera si torna in campo tutti più sereni, consci che questa è la squadra del futuro su cui Ventura lavorerà nel corso della stagione e, al di là di qualche malumore, che hanno i supporter di tutte le squadre a mercato chiuso (come i tifosi del Napoli che vedono un De Laurentiis poco spendaccione), questo Toro può comunque essere una bella rivelazione e poi... c'è sempre il mercato di gennaio!