Filadelfia e il tormentone "porte chiuse"

24.04.2018 17:42 di Marina Beccuti Twitter:    vedi letture
Filadelfia e il tormentone "porte chiuse"
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Dalla canonica prima giornata di allenamento a porte aperte, che era il lunedì, quando allenava Sinisa Mihajlovic, all'intera settimana a porte chiuse di Walter Mazzarri. Un Filadelfia chiuso ai tifosi praticamente sempre, ad eccezione delle partite interne della Primavera, non è un vero Fila. Chiamatelo Centro Sportivo del Torino, perchè il Filadelfia, prima di essere un campo di allenamento, era il luogo di appartenenza del tifo granata. Sempre aperto fino al suo abbattimento, all'epoca non si concepiva la chiusura del portone nemmeno per un allenamento.

E' vero il calcio è cambiato e il Torino si adegua alle nuove regole, nessuna squadra di serie A, e nemmeno di B, lascia gli allenamenti aperti ai tifosi, può succedere una volta una tantum per dare il contentino alla gente, ma nulla più.

Al di là del calcio moderno e televisivo, dove appunto le pay-tv determinano la filosofia delle squadre di calcio, dove gli allenamenti si possono vedere, ma solo via cavo, pagando un canone mensile (come succede per le big), Mazzarri può avere le sue idee, così come le aveva Giampiero Ventura (che ha voluto schermare il campo con quegli orrendi teloni), per cui si può comprendere la sua volontà di chiudere gli allenamenti ad occhi indiscreti, ma almeno il cortile bisognerebbe lasciarlo a disposizione dei tifosi. Per trovarsi, fare le loro considerazioni, per sentirsi parte del progetto Toro. Tanto i giocatori possono uscire alla chetichella dal parcheggio sotterraneo, senza essere infastiditi, ma almeno i tifosi hanno modo di  godersi il nuovo Fila tutti insieme. Altrimenti che senso avrebbe aprire un bar all'interno, se poi la struttura rimane chiusa?

Bisogna sempre ricordare che, per prima cosa, il tifo granata è una filosofia e questa va sempre rispettata.