Convincere dall'inizio alla fine

12.04.2009 12:26 di  redazione TG   vedi letture
Convincere dall'inizio alla fine
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di Paolo d'Abramo

E' fuori di dubbio che contro il Catania fino all'ottantesimo non è stato un gran Toro. E se Rolandinho non avesse trovato il guizzo ora saremmo qui a rimpiangere l''occasione sprecata contro una compagine discreta ma niente di più. E' anche pacifico che il vero Toro si è davvero osservato proprio nella fase finale, nella reazione al pareggio di Martinez laddove, permettetemi d'esser caustico, la difesa - e qualcuno in particolare - non è del tutto esente da qualche lieve responsabilità. Ma va bene così, soprattutto perchè è emerso, proprio negli ultimi dieci minuti, lo spirito degli antenati, quello che dovrebbe pervadere come un sacro fuoco i granata in campo, sempre.

E' piaciuta la reazione, la vis utile a compensare le magagne, tecniche, fisiche, caratteriali. L'impianto strutturale di squadra sembra essere definito in difesa e a centrocampo, il ritrovato Franceschini offre un buon rendimento. In mezzo, francamente, forse si potrebbe fare meglio ma si sa che ogni allenatore ha le sue idee e prova a metterle in pratica. Barone ha la visione del gioco e il suo impiego è una scelta che forse penalizza il dinamismo a favore delle geometrie. Ci piacerebbe vedere Saumel impiegato nello stesso ruolo, prima di darlo per disperso come accaduto ad altri.

Davanti il nocciolo della questione è sempre lo stesso ma siccome il calcio è matematica solo nei risultati, nelle statistiche e i giudizi sono del tutto soggettivi, alcuni continueranno ad amare il capitano ed altri no. Non tragga in inganno il fatto che il Toro ha sbloccato il risultato con l'ingresso di Gasbarroni e Ventola ( ed anche di Diana) perchè gli equilibri sono stati scompensati pure dalle uscite di Carboni e Mascara. Meglio Gasbarroni Ventola e Bianchi o Rosina Stellone Rolandinho? Ognuno si terrà la propria opinione, logica vorrebbe l'impiego in relazione allo stato di forma ed alle caratteristiche degli avversari.

Certo, la diversità sta nella concretezza e nel vigore finale ma si deve sottolineare il gran lavoro ai fianchi dell'avversario per provare a stenderlo sul finire del match. In questo senso si resta moderatamente positivi sulla trasferta di Milano, niente da perdere se non l'ultima posizione utile alla salvezza, nulla da guadagnare a parte l'ossigeno per andare in quote più elevate e giocarsi le restanti gare da qui alla conclusione del campionato.

A Camolese deve andare ora il merito parziale di aver creato da subito un bel gruppo e lo spirito della fratellanza granata, l'impressione è che questo sia in tutti i giocatori che devono dimostrare di meritare la maglia e il traguardo finale in un'orchestra senza solisti e primedonne.