TORINO ex capitale del calcio

20.10.2008 09:34 di  Marina Beccuti   vedi letture
Fonte: Ilsole24ore.com
TORINO ex capitale del calcio
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C'è esattamente mezzo campionato di serie A, 10 squadre su 20, raggruppato in due soli punti. Ma non in coda. In testa, come non era mai accaduto. E tra queste dieci non ci sono né la Roma, protagonista delle ultime stagioni, né la Juventus, protagonista della storia.


Tra i mille spunti suggeriti da una classifica inverosimile, proprio da lì potremmo partire. Dall'ormai ex-capitale del calcio italiano, Torino, le cui due squadre messe insieme hanno sommato sino a qui, in sette partite, gli stessi punti del Catania capolista. O dell'Udinese, o del Napoli, a piacere. Cinque li ha totalizzati il Torino, già sull'orlo della zona-retrocessione, nove la Juventus che pure era partita da protagonista. Ranieri e De Biasi con le valigie in mano, lo spauracchio Real Madrid che bussa alla porta dei bianconeri, un derby di rara mestizia, sabato sera, di cui entrambe farebbero volentieri a meno.

Dovendo scegliere ad ogni costo una squadra-copertina, impossibile non indicare il Catania. Ha battuto anche il Palermo, ha perso sino a qui una volta sola, sul campo dell'Inter e per due disgraziate autoreti più che per la superiorità altrui. Gioca un calcio essenziale, molto ben organizzato, di cui va dato atto al suo allenatore, Zenga. Cui non è probabilmente estraneo, per ovvia competenza territoriale, il rendimento di Bizzarri, portiere eccellente e sino a qui il meno battuto del campionato.

Dopodichè c'è l'imbarazzo della scelta, tra un Napoli capace di ribaltare una Juventus che per un'ora l'aveva messo sotto (nel punteggio ma anche nel gioco), l'Udinese che regala due gol eppure arriva a sfiorare la vittoria, il Genoa che a Marassi è a punteggio pieno proprio come il Catania al Cibali. Poi è ovvio che se si ragiona sul lungo termine, in altre parole se si parla di scudetto, il rientro in gruppo di Milan e Fiorentina dopo la falsa partenza è il dato più significativo. Grazie ai gol di Gilardino, in un caso, e di Ronaldinho nell'altro. Ma senza dimenticare che a spianare la strada ad un Milan che stava soffrendo è stata una decisione arbitrale che definire discutibile è il minimo.

Si fermano un giro Lazio e Palermo. Con la differenza che i siciliani si arrendono solo a gioco lungo all'inferiorità numerica. Mentre i laziali si consegnano praticamente senza combattere, travolti in apparenza dal Bologna, in realtà da qualche volo pindarico di troppo.

Gigi Garanzini