Socrates, Casagrande e la Democracia Corinthiana

04.12.2011 18:32 di  Marina Beccuti   vedi letture
Socrates, Casagrande e la Democracia Corinthiana
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© foto di Andrea Pasquinucci

Lo vidi di persona il "Dottore", che quando venne a Firenze era già medico e poi prese un altro paio di lauree al rientro in Brasile. Bello, nel suo cappotto invernale grigio, austero, proprio come quei dottori che stanno in corsia e ti mettono anche un po' di soggezione. Alto, viso emaciato e intelligente. A primo acchito ti veniva voglia di dirgli "Obrigada", come si dice in Brasile. Con la maglia viola non diede il meglio di sè, ma visto nella Seleçao era una favola, quel "taco de dio" che faceva impazzire gli avversari e sublimava il calcio, perchè chi ama questo sport non può prescindere dall'apprezzare la maglia verde oro, soprattutto quella migliore del dopo Pelè. Zico, Eder, Falcao e Junior, il mitico giocatore che illuminò il Toro ed era compagno proprio dell'ex viola. Una squadra intelligente oltre che brava, che stava vivendo il passaggio dalla lunga dittatura militare alla democrazia e molti di quei giocatori ci misero la faccia per dare al loro popolo la libertà. Perchè il calcio può essere anche questo: non solo illuminare in campo ma anche le menti. E Socrates lo sapeva, così un'altra vecchia conoscenza del Torino, quel Walter Casagrande che, pur vestendo per soli due anni la maglia granata, entrò nel cuore dei tifosi, perchè oltre a segnare aveva qualcosa di importante dentro. Tutti e due finiti male, uno che ormai i suoi celebri tocchi di classe è andato a farli direttamente al cospetto di Dio, e l'altro che ha tenuto tutti con il fiato sospeso per la sua salute.

Casagrande e la droga, vera o presunta, l'alcool, quello che probabilmente ha portato a questa anticipata fine Socrates, che aveva deciso di andare a curare gli indios in Amazzonia e nessuno è riuscito a salvare lui. Socrates e Casagrande giocarono entrambi nella squadra mitica del Corinthians, celebre club paulista, e proprio con questa maglia crearono, insieme a Zenon, il movimento politico, ma soprattutto sociale, della Democracia Corinthiana, ovvero stimolare il pubblico a chiedere libere elezioni per decidere chi mandare al potere, per scrollarsi di dosso le dittature militari, le torture, le migliaia di desaparecidos che in Brasile hanno preferito dimenticare rispetto a quanto successo in Argentina, grazie alle Madres de Plaza de Mayo. In Brasile si denunciava la dittatura attraverso le canzoni della Bossa Nova ed il Futebol, un assolo di chitarra di Chico Buarque ed un colpo di tacco di Socrates. Così è bello ricordare questo grande campione, che probabilmente, come tutti gli uomini che dentro hanno tanta voglia di giustizia e libertà, tendono ad annichilirsi quando si rendono conto che le perversioni dilagano e nessuno può fermarle. Adeus meu grande Socrates.