Il Toro, la fenice e le code di paglia

03.06.2009 16:58 di  Marina Beccuti   vedi letture
Fonte: www.srweb.eu
Il Toro, la fenice e le code di paglia
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© foto di Alessandro Pizzuti

Ma il Toro sta cadendo a pezzi?
Ascoltando e leggendo, cercando di interpretare i fatti e gli umori il quadretto che ne esce non è dei più edificanti, ma siamo sicuri che sia proprio questa la realtà?

 

Qualcuno ha titolato" Fuga degli sponsor", presto ci sarà la fuga dei giocatori (quelli con un minimo di mercato), Foschi non si sa se resta figuriamoci Pederzoli già in formalina da tempo.
Cairo non avrebbe la forza economica per affrontare la prossima stagione, Cairo specula e risparmia, non c'è progetto e si vivacchia (Rosina dixit), Di Loreto "sputa nel piatto dove mangia" ... se non fosse che il peggio, cioè la serie B è gia arrivato, ci staremmo a proccupare.
Ah! Dimenticavamo, come dice il saggio di Abbasanta "anche le querce fanno i limoni", c'è Di Michele d'Inghileterra che dal predellino della sua Bentley arringa il popolo granata: - Torno pure in B ma ci deve essere un progetto - , sinceramente chissenefrega!

 

Insomma quello che viene dipinto è un Toro che perde i pezzi come un lebbroso e proprio come tale viene evitato (e criticato) da tutti.

 

Come sempre la verità sta nel mezzo, ci sono colpe Presidenziali e colpe delle maestranze, c'è il divismo di alcuni e la pochezza di altri, ma da qui all'essere sull'orlo della bancarotta, del fallimento tecnico e dell'estinzione ce ne passa parecchio.

 

Certo il Toro dovrebbe cambiare simbolo e adottare l'araba fenice, quella che risorge e rinasce sempre dalle sue ceneri, perchè ciclicamente ritrovarsi sempre nella stessa situazione non fa piacere a nessuno, tifosi o presidenti che siano.

 

Il Pres. ha detto nel dopo retrocessione "La colpa è mia" ed effettivamente condividiamo nel senso che se avesse assestato qualche calcio nel sedere al momento giusto, alla Zamparini per intenderci, non saremmo in questa situazione.

 

... E De Biasi non ci fa correre abbastanza, Novellino è troppo sparagnino e urla sempre, Camolese è arrivato troppo tardi, oggi non abbiamo giocato ... ma la prossima partita ci rifaremo, non è colpa nostra se gli arbitri ce l'hanno con noi ... potremmo riempire la pagina di frasi e luoghi comuni ascoltati in questi tempi nelle dichiarazioni della mitica truppa, ma anche qui chissenenfrega tanto il risultato finale non cambia.

 

Ecco la nuova rinascita dovrebbe partire proprio da qui: diciplina, applicazione e pensare a giocare.

 

Questo Toro non è a pezzi, questo Toro paga il fatto che troppe teste pensano, parlano, giudicano e alla fine si impossessano del giocattolo salvo poi abbandonarlo e criticarlo.

 

Alla fine, tanto per rendere l'idea, apprezziamo di più un Colombo (che ci ha fatto venire almeno tre infarti) che alla sua pochezza tecnica ha contrapposto impegno e silenzio e non come ad esempio il cavallone biondo, al secolo Ignazio, che tra infortuni e sgroppate, parole in campo e luoghi comuni in conferenza, si vedeva lontano un miglio che era "già andato via" nel giorno della presentazione.

 

Basta con questi giocatori, nel Toro che verrà vorremmo più gente come Gallo, Brevi e Ardito che non giocatori come Di Michele, Abate e Recoba. Basta con le spizzate inutili di Stellone ed i lanci lunghi di Di Loreto, niente più cross rasoterra alla Diana o sballati alla Pisano, vorremmo tanto, tanto vedere giocare a calcio.

 

Dulcis in fundo una domanda, perchè non dimentichiamoci che quando c'erano da fare quei due o tre punti in più che avrebbero voluto dire salvezza è capitato anche questo, - ma è più Ciccarilello chi va in giro a dire di aver ricevuto un'eredità pazzesca o chi gli va dietro per tre mesi destabilizzando l'ambiente? - ben inteso senza voler offendere nessuno, anche perchè chi si offende in questo caso sa di avere la coda di paglia!

 

Come diceva quell'altro ... meditate gente, meditate!

 

 

GMC