Garella diventa una canzone
Il calcio degli anni Ottanta. Quello che in Italia dava ancora la possibilità a squadre come il Verona di Bagnoli di vincere lo scudetto, ma anche quello dei Maradona e dei Platini. Cosa resta a chi ha vissuto quel periodo, da tifoso come da protagonista? Tanti chili in più, un pizzico di nostalgia ma ancora tanta passione. E' il cantante Francesco Pizzinelli a raccontarci un po' di tutto questo nel breve spazio di un brano musicale. Romagnolo di Faenza (come è facile riscontrare fin dalle prime battute della canzone), unico componente della band Jocelyn Pulsar, Pizzinelli ha infatti inserito nel suo ultimo album una traccia dedicata a Garella, l'uomo che difese la porta di quel Verona e poi quella del Napoli-scudetto guidato dal Pibe (famoso - e discusso - tra l'altro per le sue parate di piede). Gli ingredienti? Due chitarre, accordi e arrangiamento all'insegna della semplicità ma capaci di creare atmosfera, ironia in dosi massicce.
Claudio Garella in azione ai tempi d'oro il video — Ma il vero colpo di Pizzinelli è stato quello di coinvolgere Garella medesimo nella realizzazione del videoclip del brano. Ecco la storiella. Il protagonista è un imbolsito portiere di riserva di lungo corso di un club decisamente scalcinato, a giudicare dal campo: uno abituato a ingannare il tempo in panchina tra freccette, spuntini a base di vino e fagioli e pennichelle dedicate al sogno di parare un rigore. Anche perché c'è poca compagnia: gli altri - a differenza di lui -vengono mandati in campo, da un omaccione che si agita lungo la linea laterale ma che non vediamo mai in faccia. Alla fine - incredibile ma vero - il corpulento tecnico gli fa segno che è il suo momento: gli dà le istruzioni del caso, ma proprio nel momento dell'ingresso sul terreno di gioco, ecco il triplice fischio. Tuttavia, il nostro "12" non fa in tempo a esprimere la sua delusione perché c'è un nuovo colpo di scena: l'omone si svela, ed è nientemeno che Claudio Garella. E al meno fortunato collega consegna la sua figurina Panini, proprio quella che consente di completare l'album d'epoca: e che basta e avanza per compensare la delusione.
Pier Luigi Todisco