CQ - Dopo il calcio il buio. Che fine hanno fatto alcuni ex calciatori
Chissà quanti di voi rivedendo immagini di repertorio in tv o sfogliando vecchi album di figurine e almanacchi si saranno chiesti più di una volta che fine avranno fatto quei giocatori che negli anni ‘80 e ‘90 fecero le fortune (e a volte le sfortune) di Juventus e Torino. Spesso non è facile ritrovare notizie su questi ex giocatori diventati di colpo uomini “comuni”. Molti, tra l’altro, smesse casacche, mutandoni e scarpette “bullonate” non hanno più avuto così tanta fortuna.
RIPARTIRE DA ZERO
Per quasi tutti i calciatori, i 35-40 anni sono inevitabilmente la fine di una carriera, ma anche l’inizio di una nuova vita che spesso fa paura. Vent’anni fa non giravano tutti i soldi che invece girano adesso e oggi non è così improbabile trovare ex giocatori che non riescano ad arrivare a fine mese o che non abbiano il denaro per comprare medicinali o effettuare visite specialistiche. Il Centro Studi di Coverciano, diretto da Paolo Piani, in collaborazione con lo Studio Ghiretti, ha monitorato la situazione attuale di 3.000 calciatori che facevano parte delle rose dei 128 club professionistici, dalla serie A alla C2, nella stagione 1988-89.
CHE FINE HANNO FATTO?
Tra bianconeri e granata, in molti si sono reinventati una vita: tra gli juventini, Gigi De Agostini fa l’imprenditore nel ramo delle cravatte e dei foulard, Beniamino Vignola e Roberto Trivella sono diventati imprenditore edili, ma la notizia più curiosa l’ha destata Luciano Favero, ex terzino che dopo aver dilapidato un patrimonio in investimenti sbagliati ora fa il “caddie” sul campo da golf (per i non addetti ai lavori, il caddie è colui che porta le mazze dei giocatori da una buca all’altra, ndr). Poi c’è chi se la passa meglio come Domenico Penzo, ma non ha dimenticato gli ex compagni e ha messo in piedi un’associazione che aiuta i meno fortunati. Un mastino come l’ex granata Enrico Annoni oggi passa il suo tempo a giocare a beach soccer, un altro guerriero come Pasquale Bruno “vivacchia” di comparsate tv, Franco Selvaggi lavora per la Federcalcio, mentre Dante Bertoneri ha trovato la “pace” in Dio e oggi fa il sagrestano. Gente come Diego Fuser o Gigi Lentini gioca ancora, rispettivamente nel Canelli e nella Saviglianese. E poi ci sono quelli che sono rimasti nell’ambiente come Silvano Benedetti o Antonio Comi e molti altri ancora.
IL SUCCESSO PIÙ GRANDE
Tra bianconeri e granata, quello che forse ha raggiunto la vetta più alta è Michel Platini: dopo aver smesso di giocare, “Le Roi” ha dapprima intrapreso la carriera di allenatore, guidando anche la selezione francese, e si è poi buttato nella politica sportiva raggiungendo la carica di Presidente Uefa che ricopre tuttora.
I NUMERI
Dati alla mano, fa impressione pensare che la licenza media è il titolo più diffuso tra i giocatori di 20 anni fa. Nel 2008-2009 la media dei diplomati in serie A era pari al 25,6% contro il 14,4% di vent’anni prima e, curiosità, tra i calciatori attuali quello di ragioniere resta il diploma più frequente esattamente come vent’anni prima.
Marco Avena