Un piccolo passo avanti, ma non basta
Flavio Bacile
Si è tanto discusso durante la settimana se questo fosse o no il Toro più forte della gestione Cairo, certamente è quello che è partito peggio, come gioco e come risultati. I motivi sono sotto gli occhi di tutti, inutile farne un elenco, a questi, si può tranquillamente aggiungere che, quando una squadra cerca un modulo di gioco, ha bisogno di un certo periodo per assimilarlo ed effettuare i necessari correttivi. Per come la vedo io, non vedremo il Toro di Lerda prima della settima-ottava giornata di campionato, quando cioè avremo visto in campo tutti gli effettivi della rosa e dato modo a chi deve scegliere di fare le sue scelte. Dico subito che tecnicamente ed anche in una prospettiva futura, questa è la squadra che ha il maggior margine di crescita, sotto il profilo tattico, tecnico, fisico e non ultimo quello dell’esperienza dei singoli. Nella partita contro il Crotone il Toro è sicuramente cresciuto nei meccanismi offensivi, migliorato nei movimenti dei singoli in attacco, capace, in sintesi, di creare trame degne di nota, piccoli lampi che fanno ben sperare, anche se manca ancora quella rapidità d’esecuzione, quella brillantezza atletica, che ti permette di rischiare l’uno contro uno e magari anche di vincerlo. Meno brillante il centrocampo, che si è ritrovato, anche “grazie” ad un atteggiamento tattico del Crotone, sempre in inferiorità numerica e sottoposto a pressing e raddoppio costante. Da censurare invece la difesa che, pronti via, ha regalato un palla gol al Crotone, ottimo riflesso di Rubinho, mentre ha poi permesso successivamente a Ginestra di saltare con una finta due uomini in area di rigore e di servire a Cutolo una palla da spingere solo dentro, gol incredibilmente sbagliato. Inoltre, in occasione del gol crotonese, con la compartecipazione del centrocampo, la stessa difesa ha permesso nuovamente a Cutolo di sistemarsi sulla trequarti un pallone sul destro, in estrema libertà, e far partire un tiro di rara bellezza, che con forza, precisione e parabola ottimale si è infilato sotto l’incrocio dei pali.
Insomma nel Toro c’è molto da lavorare, e, per come la vedo io, “sistemare” la questione Sgrigna, che non è sicuramente una questione secondaria. Personalmente avevo nutrito dubbi sulla “bontà” del suo acquisto, sia chiaro, non sulle qualità del giocatore che ritengo tecnicamente il migliore del Toro, ma sulla sua collocazione nello schema di Lerda. Da esterno lo vedo sempre troppo lontano dalla porta, ed è proprio lì, in prossimità dei sedici metri che Sgrigna, ripeto a mio parere, diventa devastante, sia come rifinitore sia come fine esecutore. Lerda comunque saprà sicuramente come fare rendere Sgrigna al cento per cento, con un Bianchi finalmente in campo, sarà, almeno si spera, un Toro diverso.
In e Out di Torino-Crotone
In
Rubinho: un buon esordio, non c’è il minimo dubbio, attento, pronto, sempre in partita. Sul gol non vedo un suo errore di piazzamento.
Garofalo: non compie errori, molto meglio in fase difensiva che non in quella offensiva dove si è visto poco. Evidentemente il modulo con i quattro davanti gli ha suggerito un atteggiamento più guardingo, ma la sua spinta in avanti è mancata.
Obodo: subentra a Zanetti ed entra subito nell’azione del gol, aggiunge quella vitalità al centrocampo che nella prima parte del match era sembrata mancare. Parte dalla panchina per scelta tecnica, almeno così sembra, alla fine dimostra che si poteva pensarla in modo diverso.
Lazarevic: anche lui subentra a partita in corso, mette spesso in difficoltà i difensori del Crotone, recupera palloni importanti, e cerca la linea di fondo, una dote che pochi hanno.
Iunco: il migliore in campo per tutto il primo tempo, recupera palloni spesso impossibili, corre, lotta su ogni pallone, quantità ma anche qualità. Trova il gol, il suo secondo in maglia granata, nel suo momento peggiore, quando cioè sembrava non averne più, chiudendo una bella azione corale. Tatticamente indispensabile.
Bianchi: ritrova il campo ed un Toro profondamente diverso da quello che aveva lasciato, cioè con più frecce al suo arco. Eppure entra lui e cambia completamente la partita, basta insomma la sua presenza, e da grande centravanti prende possesso dell’area di rigore. Non tira molto, quando lo fa segna un gol, annullato per fuorigioco, e sfiora l’incrocio anticipando di testa il portiere avversario.
Out
Filipe: errori vistosi già visti in precedenza. In difesa deve migliorare e non poco. Fase offensiva da rivedere.
Rivalta: un uomo della sua esperienza non può permettersi certi errori, specialmente quando rappresenta il punto di riferimento per una difesa nuovo ed imbottita di gioventù. Per puro caso, due suoi errori non si sono trasformati in due gol per il Crotone.
Carrieri: i mezzi fisici ci sono, tecnicamente può solo migliorare. L’intesa con il compagno di reparto non è praticamente esistita. Purtroppo, spesso si trova costretto a cominciare lui l’azione di gioco, inevitabile il lancio lungo, quasi mai preciso. Ce la mette tutta, questo è un ottimo inizio.
Zanetti: sbaglia troppo, forse anche per eccesso di zelo. Meno buono del solito in fase di copertura, ancora una volta quantità e poca qualità, specialmente quando tocca a lui impostare.
De Vezze: era alla prima in granata, e personalmente non mi è piaciuto. Troppi tocchetti quasi scolastici, e lascia molte volte l’onere della manovra a Carrieri, quando invece doveva abbassarsi e iniziare lui l’azione. Meccanismi che verranno, da oliare, ma da lui mi aspettavo qualcosa in più.
Gasbarroni: croce e delizia, più la prima che la seconda questa volta. Parte bene, poi torna il solito, innamorato del pallone, dribbling e contro-dribbling, con il risultato di permettere sempre alla difesa del Crotone di trovare la posizione migliore per respingere l’attacco. Deve velocizzare l’azione, cercare la profondità, e verticalizzare quando possibile.
Sgrigna: primo tempo da peggiore in campo, solo soletto sulla fascia destra, peraltro poco cercato dai compagni, ripresa molto meglio, fino a trovare la penetrazione e l’assist che ti cambia partita e giudizio. Troppo poco per un pezzo da novanta come lui, che è un lusso per la serie B. Si può discutere la sua posizione in campo, ma un giocatore dotato come lui deve andare oltre certi limiti tattici.
Pellicori: poca cosa in questa partita. Non è un giudizio definitivo, anche perché bisogna tenere conto che è arrivato da pochissimo, che era alla prima nel Toro, e che in attacco sono ancora da assimilare schemi offensivi nuovi. Insomma avrà tempo per dimostrare le sue doti, in questa sua prima uscita non mi è piaciuto.
Lerda: scelta quasi obbligate in difesa, un’incredibile abbondanza o quasi in attacco e centrocampo, eppure alcune scelte non mi hanno convinto, vedi l’esclusione di Obodo, ed il centrocampo con due giocatori molto simili. Non è ancora il suo Toro, ma alcuni movimenti, specialmente in attacco cominciano a vedersi. Insomma, lui per me non sarà mai in discussione, ma contro il Sassuolo deve essere un Toro profondamente diverso, perché il rischio di giocarsi la sua stagione in una partita, diventa circostanza sempre meno remota.