Un buon pareggio per la classifica di Toro e Samp, ma che noia

Granata vicini al vantaggio con tre azioni consecutive nel primo tempo. I blucerchiati hanno lasciano praticamente inoperoso Gillet. Esordio di Jonathas nei minuti finali.
02.02.2013 21:30 di  Elena Rossin   vedi letture
Fonte: Elena Rossin per TorinoGranata.it
Un buon pareggio per la classifica di Toro e Samp, ma che noia
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© foto di Daniele Buffa/Image Sport

Se i tifosi di Toro e Samp si sono presentati all’Olimpico di Torino nella speranza di assistere a una prestazione della propria squadra come quella sfoderata la scorsa settimana con Inter e Pescara sono rimasti molto delusi, perché l’aperitivo servito questa sera è stato decisamente insipido e ben poco frizzante. Il pareggio ha mosso la classifica per entrambe le formazioni, ma la partita è stata una gran noia a parte qualche sporadica folata. A inizio dei due tempi da parte della Sampdoria un paio di occasioni, al 5’ mischia in area e tiri prima di Munari e poi di Gastaldello e al 47’ tiro al volo di Poli con palla di poco a lato del palo, che però non hanno provocato particolari problemi ai granata e si deve passare quasi a fine gara per trovare un altro paio di tentativi blucerchiati: al 84’ Icardi imbeccato da De Silvestri viene anticipato da Gillet e al 92’ un tiro dalla distanza di Soriano si infrange sulla faccia di Rodriguez. Anche le occasioni del Torino di sbloccare la partita si contano sulle dita di una mano: un triplice tentativo nella prima frazione al 25’ con una provvidenziale parata di Romero su un tiro di Cerci involontariamente deviato da Krsticic, a seguire una deviazione sul fondo di Gastaldello prima che Glik riuscisse ad arpionare la palla per spingerla in rete finendo per sbattere contro il palo e per concludere una sponda di Meggiorini per Barreto che di testa manda la palla sopra la traversa; mentre nella seconda frazione al 60’ destro di Santana deviato sul fondo e al 70’ rovesciata di Glik che Romero para senza sforzo.

Il Torino non è il Pescara e ha una difesa molto più attenta, ma anche Icardi e Eder sembrano non due giocatori rapidi e propositivi quali sanno essere, bensì due statue che stanno a mirare il campo di gioco, saranno anche stati poco serviti dai compagni, però loro non si sono mai proposti con qualche credibilità. D’altra parte la Sampdoria non è l’Inter che gioca e lascia giocare e per Barreto e Meggiorini non ci sono stati molti spazi e anche la possibilità di fraseggiare è stata parecchio limitata.
I blucerchiati volevano mantenersi a debita distanza dal terzultimo posto e hanno preferito amministrare la partita portando a casa un punto, piuttosto che provare a vincerla correndo il rischio alla fine di perderla. La manovra è stata lenta e il tentativo di gioco offensivo è stato incentrato, soprattutto da parte del Torino, più sugli esterni che sulle punte, ma in molte occasioni gli spazi non si riuscivano a creare e così si ricorreva più al fraseggio in orizzontale che in verticale. La Sampdoria ha provato all’inizio dei due tempi ad aggredire alto il Torino, ma poco dopo vi ha rinunciato regalando più terreno ai granata, che così hanno aumentato le possibilità di oltrepassare con maggiore facilità la propria metà campo e impostare la manovra offensiva senza però sfruttare al meglio le occasioni anche perché gli avversari si concentravano a intercettare la palla per spezzare le trame di gioco.

Da segnalare l’esordio di Jonathas entrato in campo al 85’ al posto di Barreto e andato a fare coppia con Bianchi, che era subentrato al 64’ a Meggiorini. Non si può esprimere nessun giudizio sulla prestazione dell’ex pescarese perché è stato in campo pochi minuti e ormai la partita era ampiamente incanalata sul pareggio.

Non è facile giocare contro una squadra che scende in campo, come ha fatto la Sampdoria, per portare a casa un punto, ma il Torino può e deve metterci più determinazione perché le vittorie si ottengono osando e credendo nei propri mezzi e non facendo il minimo sindacale, tanto un punto alla volta la salvezza si ottiene ugualmente. Che restare in serie A sia l’obiettivo è pacifico, però per essere protagonisti e fautori del proprio destino bisogna saper andare oltre prendendo qualche rischio calcolato e dimostrando che si merita di indossare la maglia granata, colore non mediocre, ma vivo come il sangue che fa pulsare il cuore.