Torino-Grosseto 1-0, l'analisi tattica

Fondamentali le rinnovate motivazioni apportate da Lerda. In crescita il centrocampo
04.04.2011 14:45 di  Claudio Colla   vedi letture
Fonte: Claudio Colla per www.torinogranata.it
Torino-Grosseto 1-0, l'analisi tattica
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© foto di Alberto Mariani

Forse un po' meno esteticamente pregevole e compatto rispetto all'edizione novembre-dicembre 2010, ma ugualmente cinico e determinato nella ricerca del massimo risultato, il Torino sceso in campo venerdì 1 aprile contro il Grosseto è apparso squadra tornata in grado di guardare con sufficiente realismo all'obiettivo finale. Nonostante i 6 punti in due giornate conquistati da Franco Lerda dal suo ritorno sulla panchina granata, è decisamente troppo presto per cantare vittoria.

Benino la fase difensiva: schierata adeguatamente la linea arretrata, avvalentesi di un discreto contributo da parte di mediani ed esterni di centrocampo, gli errori constatati sono stati più che altro frutto di amnesie individuali. Stabile Di Cesare, in crescita Zavagno, Rivalta e Ogbonna (con qualche occasionale piccolo eccesso di sicurezza da parte di quest'ultimo) si confermano le sicurezze della retroguardia; ancora da recuperare invece la condizione di Pratali.

La coppia mediana Budel-De Feudis conferma il sensibile miglioramento nell'intesa e nei movimenti già mostrato ad Ascoli; sono l'apertura del primo e l'assist del secondo, peraltro, a mettere Mirco Antenucci di siglare la rete decisiva. Positivo l'apporto di Zanetti nel finale di gara, al centrocampo granata manca comunque il dinamismo di De Vezze, certamente non sempre impeccabile dal punto di vista della precisione negli appoggi e dell'efficacia nella manovra, ma dimostratosi punto di forza in più di un'occasione.

In avanti si sono rivelate ancora determinanti le fiammate di Lazarevic, nonostante il rapporto conflittuale della giovane ala slovena con gli specchi delle porte avversarie; in calo Gasbarroni, Bianchi utile ma sacrificato (a tratti la prima punta designata sembrava essere il succitato Antenucci, il che non è necessariamente un male), buona l'intensità offerta da Pagano. in definitiva, è apparso evidente il valore aggiunto fornito dalle capacità motivazionali di Lerda, di fronte a una somma di prestazioni individuali tutto sommato poco più che discreta.