Sfatata l’ultima illusione: al Torino non è stato preso Juric per provare ad andare in Europa, ma solo per tornare a fare plusvalenze

16.10.2022 08:00 di  Elena Rossin   vedi letture
Fonte: Elena Rossin
Ivan Juric
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Ivan Juric
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Le persone sincere come Ivan Juric alle volte indirettamente svelano, o meglio confermano, ciò che tutti sospettano e dopo il derby perso con la Juventus l’allenatore del Torino si è rammaricato con se stesso, come già aveva fatto in altre occasioni, per non riuscire a trarre di più dai suoi giocatori e ottenere risultati migliori. "E' stato bellissimo l'ambiente e c'è stato un grande sostegno dall’inizio alla fine. Con tutta sincerità – ha detto l’allenatore del Torino - mi dispiace non fare qualcosa in più. Al di la delle domande che mi fate sul manca questo e quello, problemi strutturali e altri, ma io come allenatore non riesco a dare qualcosa in più a questa piazza. Sono arrivato fino a qui e non riesco a fare un passo in più. Non è questione di fare miracoli. C'è una buona squadra, lavoriamo bene, ma non riesco a dare le soddisfazioni che magari la piazza si merita. So che ho fatto tante cose belle e buone, che abbiamo lavorato come cani e che abbiamo avuto 1500 problemi, però non mi sento non dico all’altezza, ma  c... non riesco a spingerli su. Abbiamo fatto un primo anno strepitoso, ma al Torino non basta il 10°, 11°, 12° e 13° posto. Noi se arriviamo decimi abbiamo vinto un altro scudetto. Per vincere un altro scudetto e arrivare decimi si deve avere mentalità, lavorare bene, i ragazzi ci devono credere e deve esserci la positività dell’anno scorso. Ma si trasmette la sensazione di insoddisfazione. Il Torino è diverso dal Verona. A Verona mi dicevano “perché sei insoddisfatto? Perché non sei felice e sei infelice? Siamo a Verona, siamo decimi, vendiamo i giocatori, si fa calcio champagne e vinciamo le partite” e io volevo andare in Europa, è molto semplice. Mentre a Torino 10°-12° o 13° posto non va bene per tutto l’ambiente e si trasmette insoddisfazione. Io mi sento una persona che non riesce a dare a questi tifosi, al pubblico, alla società, pesante in senso positivo, questa soddisfazione. Io da solo non riesco a darla. Non riesco a fare un passo avanti. Da solo nel senso di me stesso. Mi chiedo perché non sono riuscito a vincere la partita con l’Empoli, perché non riesco a fare una certa cosa anche se cerco altre soluzioni. Devo fare qualche cosa di più, non ch egli altri non facciano bene e io invece sì. Siamo tutti insieme. Io con me stesso sono molto critico sul fatto che non riesco a dare questo”. Questo fa onore a Juric poiché non ha incolpato nessun altro all’infuori di se stesso se, malgrado la grande mole di lavoro, non ottiene i risultati che vorrebbe.

Ecco che poi indirettamente le parole di mister Juric hanno sfatato l’ultima illusione: che Cairo lo avesse scelto per provare a riportare il Torino in Europa. "Non si devono avere chissà quali giocatori. Ci sono situazioni e si possono avere giocatori migliori o meno. Il mio ruolo è sempre stato quello di valorizzare i giocatori e ottenere risultati. Mi pagano tanto – ha affermato - e alla fine mi fanno tutti questi contratti perché si prendono giocatori che si pensa siano scarsi e poi si rivendono a 20-30 milioni. Questo è il mio lavoro. Devo trovare il modo di far fare a questi giocatori di più e farli rendere meglio. Così faccio bene il mio lavoro. Poi che ci sia la mia insoddisfazione perché non faccio un c… di risultato è un’altra cosa. E al Torino non è accettabile essere quello che ho detto. Il mio lavoro è prendere giocatori nei quali altri non credono, che hanno difetti e portarli ad un altro livello. Portare la squadra a un altro livello e così siamo tutti felici e contenti. Io non voglio grandi giocatori, cioè non ho mai avuto grandi, ma giocatori normali e devo trovare la chiave giusta per migliorarli mentalmente, fisicamente e tecnicamente. Questo è il mio lavoro e penso che mi si possa apprezzare”.
E’ evidente che l’obiettivo principale, se non l’unico, del Torino è prendere giocatori che gli altri scartano o ai quali non sono interessati e poi valorizzarli non per formare una squadra di anno in anno più forte, ma per poi rivenderli facendo plusvalenze. E Juric, che in carriera ha dimostrato di valorizzare i giocatori, è quindi l’allenatore ideale a questo scopo. Dopo quattro bilanci in rosso serviva chi rimettesse i conti a posto e Juirc ha iniziato bene il suo compito basta vedere che ha consacrato definitivamente Bremer e che la sua cessione alla Juventus ha permesso al Torino di introitare 51 milioni di euro, non basta ancora per appianare totalmente il passivo, ma un bel passo avanti è stato fatto. Sotto con il prossimo e tocca a Juric garantire un'altra, meglio se più di una, plusvalenza.