Reggina-Torino. E' ora di far divampare il fuoco

31.10.2011 20:12 di  Riccardo Billia   vedi letture
Reggina-Torino. E' ora di far divampare il fuoco
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Prendere una boccata d’ossigeno e ripartire. Il campionato di serie B non ammette pause. Il tour de force di questa settimana, è il secondo dopo quello di un mese fa. E per il Toro ecco servito il menù dei prossimi cinque giorni: Reggina domani e Sassuolo sabato, entrambe lontano dall’Olimpico. Quasi futile evocare il rammarico per quello che concerne la precaria preparazione a questa partita. Gli organici non sono al top della forma, pertanto le componenti nervose devono attingere da un serbatoio in riserva.
La gara del “Granillo” emana comunque profumo di serie A, con la prima della classe tornata a correre dopo lo stop di Gubbio, contro la compagine più in salute, insieme al Pescara, delle ultime settimane. Non solo. Si confrontano la miglior difesa con il secondo miglior attacco del torneo. I numeri parlano di un bunker creato ad hoc da Ventura, alla prova del nove con un rullo compressore che, soprattutto in casa, fa divertire i sostenitori amaranto. E dire che nelle prime giornate la formazione calabrese non aveva certo impressionato per gioco e risultati. Il tecnico Breda, avvertito da scosse preoccupanti quanto evidentemente salutari sulla sua panchina, ha invertito decisamente la rotta, considerato ciò che hanno compiuto i suoi ragazzi nell’arco di un mese. Bari, Livorno, Varese e Brescia sono state annientate in sequenza. Così la macchina del presidente Foti non vuole fermarsi e affila le armi per ferire il Toro capolista.


L’undici di Ventura giunge a Reggio Calabria con tre diffidati: Iori, Basha ed Ebagua. Il primo, nonostante la buona prova, l’ennesima, contro l’Empoli, ha le pile scariche, e un turno di riposo lo disdegnerebbe. Ma le tegole sul tetto granata si chiamano Surraco, Sgrigna e Pratali. L’esterno uruguaiano rischia di tornare nell’anno nuovo per la distorsione subita sabato, mentre l’ex Vicenza e il difensore toscano sono fermi ai box per traumi contusivi: il primo al piede, il secondo alla tibia destra. Pertanto per la spedizione in Calabria, Ventura ha convocato diciannove elementi, su cui spiccano la presenza di Pagano e l’assenza di Parisi. Dunque Zavagno in rampa di lancio, con i probabili innesti dal 1’ di D’Ambrosio e Vives. Lo stop di Sgrigna costringe il tecnico ligure a ripescare Antenucci sulla fascia, comunque galvanizzato dall’exploit contro l’Empoli, rinnovando il tandem Bianchi-Ebagua, oppure ad optare per un centrocampo a tre.


La Reggina non presenta alcun squalificato. Piuttosto è la condizione psicofisica a disturbare Breda. D’altronde lo stesso grattacapo di Ventura. L’allenatore trevigiano insiste sul collaudato 3-4-1-2, partendo da un ritrovato Kovacsik, autore di due rigori parati al Brescia. La specialità della casa sono le ripartenze grazie alla rapidità di Rizzato e D’Alessandro. Rizzo e Viola sono i polmoni del centrocampo, a sostegno di un trio d’attacco esplosivo: Missiroli, Ragusa e Ceravolo, diciotto reti in tre. L’ariete Bonazzoli (non ancora al meglio) può subentrare nel secondo tempo, come ad esempio l’ex di turno, Riccardo Colombo. Ma anche Breda si concede le ultime ore buone per decidere su chi puntare per arrestare la corsa della capolista.


Dopo la vittoria targata Colantuono due anni fa, ed il pareggio con Lerda in panchina l’anno scorso, il Toro di Ventura attende altri segnali positivi dall’incrocio in casa dei reggini. Gli stimoli non mancano. A partire dalla determinazione di restare in vetta, allontanando una rivale pericolosa.