Per tanti giocatori del Torino che finora hanno deluso l’Inter sarà un vero banco di prova per riscattarsi

20.10.2023 11:00 di  Elena Rossin   vedi letture
Fonte: Elena Rossin
Radonjic e Ilic
Radonjic e Ilic

E’ fin troppo facile puntare il dito contro Juric e addossare a lui le colpe di un avvio di stagione traballante da parte del Torino, ma si sa che nel calcio il capro espiatorio finisce sempre per essere l’allenatore. Il mister avrà una parte di colpa, ma anche i giocatori che vanno in campo sono almeno corresponsabili poiché in parecchi finora non hanno reso per le proprie potenzialità e non va dimenticato che pure la società ha le sue responsabilità sia sulla tempistica dell’arrivo di certi giocatori sia sul non dare del tutto al mister i calciatori compatibili al 3-4-2-1.  

 La dirigenza granata avrà anche in estate condotto uno dei mercati migliori da quando Cairo è presidente senza vendere nessun big - anche se c’è stato l’altissimo rischio della cessione di Buongiorno scongiurata solo dalla volontà del giocatore di voler restare -, però ha fatto ritornare Vlasic l’8 agosto a ritiro ampiamente finito, Lazaro il 28 a campionato già iniziato da due giornate e, soprattutto, ha preso Zapata il 30 e non ha preso un altro trequartista costringendo così l’allenatore a ritrovarsi nella difficoltà di dover gestire gli attaccanti, Zapata, Sanabria e Pellegri, con una squadra che da due anni era abituata a giocare con un’unica punta e due trequartisti e che adesso invece sarebbe più logico farla giocare con due centravanti. Questa è la realtà e per onestà intellettuale andrebbe da tutti tenuta ben a mente, ma invece si tira per la giacchetta Juric e lo si accusa di non saper cambiare volto al Torino e in troppi deliberatamente si scordano che ci sono stati infortuni, Djidji, Zima, Buongiorno, Soppy, Vojvoda e Sanabria più qualche acciaccato e in aggiunta due soste del campionato dove però mancavano giocatori chiave, Ilic, Vlasic, Radonjic e Sanabria su tutti, poiché erano via con le rispettive Nazionali e quindi non era possibile sfruttare appieno il tempo senza partite per amalgamare meglio la squadra.

Domani la partita con l’Inter, che arriva dopo la seconda sosta del campionato, e sarà la nona gara. Nelle precedenti otto è indubbio che il Torino abbia reso meno di quanto tutti si aspettavano: due sole vittorie con squadre obiettivamente meno forti (Genoa e Salernitana), tre pareggi due dei quali anche in questo caso con formazioni più che alla portata (Cagliari e Verona) e l’unica partita veramente ben giocata (Roma) e tre sconfitte con avversari oggettivamente con rose più forti (Milan, Lazio e Juventus) ma che sul piano dell’approccio e della gestione della partita potevano essere condotte molto meglio. In più i soli sei gol fatti, tre dei quali alla Salernitana, e i nove subiti, quattro però in un’unica partita quella con il Milan, rendono il quadro più desolante. Juric poteva fare scelte differenti su chi mandare in campo? Forse qualcuna, al netto degli infortuni che spesso hanno condizionato la formazione. Poteva gestire diversamente i cambi? Molto probabilmente sì. Poteva spronare di più i giocatori? Chissà, per dirlo bisognerebbe essere presenti a tutti gli allenamenti e ai colloqui che fa con i giocatori e non avere qualche spifferata magari anche di seconda o terza mano: ciò che viene riportato non sempre è preciso e completo e soprattutto non è detto che sia ben contestualizzato. Poteva preparare meglio le partite? Di sicuro, lo si può sempre fare. Poteva gestire meglio i rapporti con alcuni calciatori? Certamente, ma anche loro con lui. Poteva inventarsi qualche cosa per fare rendere di più e meglio la squadra? Sì.

In campo ci vanno i giocatori e sono loro che in effetti determinano l’andamento di una partita, a prescindere se disputano l’intera gara o solo uno spezzone, e di conseguenza il risultato finale. E sono sempre loro che si allenano più o meno bene. E allora con l’Inter dimostrino che fanno sempre tutto per bene. Non tutti i giocatori finora hanno deluso, ma alcuni sì. Non si può non fare nomi perché le partite sono sotto gli occhi di tutti. Ilic, Ricci, Samuele sembra che si sia un po’ involuto, Vlasic che da dopo il Mondiale non è più stato il giocatore che si era visto al suo arrivo al Torino, Radonjic, Sanabria, ha patito la concorrenza di Zapata, e in parte anche Bellanova che forse non si è ancora del tutto integrato al gioco di Juric e ci ha messo un po’ ad entrare in condizione, Lazaro che è alla ricerca della forma migliore e persino Zapata, a lui non si imputa mancanza d’impegno, ma un solo gol, seppur abbia contribuito a pareggiare con la Roma, è un bottino un po’ scarso. Nel novero c’è anche Milinkovic-Savic, però per lui il discorso è differente poiché ha limiti tecnici che con il lavoro negli anni ha un po’ migliorato, ma che comunque persistono. Per gli altri si tratta di giocatori che hanno indubbie qualità e doti regalate loro da madre Natura e che hanno già sfoderato nel Torino, però per motivi anche molto differenti non riescono sempre a metterle in campo. E alcuni peccano tantissimo a causa di prestazioni altalenanti e per approcci e atteggiamenti non sempre consoni.  Anche se è un avversario molto più forte, l’Inter è quindi per tutti loro, e in generale per l’intera squadra e pure per Juric, un vero banco di prova per riscattarsi e far finalmente decollare il campionato del Torino.
Sia chiaro non si pretende che il Torino batta l’Inter, ma che giochi come ha fatto con la Roma e se ovviamente arriva la vittoria tanto meglio.