Per il Torino il pari con l’Inter sarebbe buono, però non bisogna accontentarsi
Per la classifica, per il morale e per allontanare critiche il pari per il Torino con l’Inter sarebbe un risultato positivo, anche perché ottenuto in trasferta contro una squadra di qualità e che in casa ottiene buoni, anzi più che buoni, risultati. Non ci sarebbe da stupirsi quindi se Ventura e i giocatori in settimana avessero preparato la gara di questa sera impostandola sul “prima di tutto non prenderle”. In assoluto non ci sarebbe nulla da ridire, però, potrebbe essere un harakiri colossale, perché pensare di conservare lo zero a zero iniziale vorrebbe dire rinunciare a dare battaglia e se poi la squadra di Mancini segnasse la partita per il Torino sarebbe tutta in salita.
Tutt’altra cosa, invece, se alla fine finisse con un pareggio dopo che il Torino sul terreno del Meazza ha disputato una partita con il classico “coltello fra i denti”, lottando su ogni pallone e non commettendo errori che portano a recriminare su cosa sarebbe dovuto succedere e che non è accaduto. Passaggi sbagliati, contrasti uno contro uno non vinti, tiri fuori dallo specchio della porta, amnesie difensive, minuti concessi all’avversario senza opporre più di tanto resistenza, occasioni per andare in profondità mal sfruttate.
Un Torino che non fa il Toro con l’Inter perde, ma giocarsela almeno mette nella condizione di vendere cara la pelle e magari anche di portare a casa qualche cosa. Se la squadra ha personalità, poca o tanta che sia, ha il dovere di tirarla fuori e Ventura deve mettere i giocatori nella condizione di riuscirci. Il fatto che il Torino anche in caso di sconfitta con l’Inter abbia ancora la possibilità di evitare di finire nelle sabbie mobili di chi lotterà fino all’ultimo per la salvezza, la sconfitta del Carpi ieri nell’anticipo delle diciotto è un risultato favorevole ai granata, non deve portare ad accontentarsi questa sera, ma stimolare a disputare una partita degna di ricevere elogi. Dipende solo da Ventura e dai giocatori non sprecare l’occasione per rimettersi in carreggiata e non scrivere un finale di stagione che non sia all’altezza non solo della maglia che indossano, ma neppure di loro stessi.