LIVE Vanoli: "Partita difficile con la Roma. Avremmo potuto fare di più. Se i tifosi domani dovessero fischiarci ne avrebbero diritto"

LIVE Vanoli: "Partita difficile con la Roma. Avremmo potuto fare di più. Se i tifosi domani dovessero fischiarci ne avrebbero diritto"
Paolo Vanoli
© foto di Elena Rossin
Oggi alle 14:25Primo Piano
di Elena Rossin
fonte Dall'inviata alla conferenza stampa Elena Rossin

Il Torino nell’ultima giornata di campionato ha da farsi perdonare le ultime partite con prestazioni deludenti. In sei gare ha ottenuto solo quattro punti, tre con l’Udinese e uno col Venezia, ed è stato sconfitto da Como, Napoli, Inter e Lecce.  
L’allenatore del Torino, Paolo Vanoli, fra poco in conferenza stampa presenterà la partita con la Roma.

Come arriva la squadra fisicamente e mentalmente a quest’ultima gara?
"Bene. Sono contento di aver recuperato Ilkhan e sono veramente felice che venga in panchina. Elmas e Karamoh si sono allenati con il gruppo, mancherà soltanto Njie che questa settimana ha avuto un attacco influenzale e abbiamo deciso di non forzarlo per quest’ultima partita e prepararlo per la prossima stagione. Ora mi ha detto il dottore che Tameze ha un po' di febbre, ma gli altri li abbiamo recuperati. E poi c'è Coco che ha fatto un po' in gruppo e un po' a parte per dobbiamo decidere oggi se convocarlo".

Che partita si aspetta?
"Una gara difficile. La Roma da quando è arrivato Ranieri ha fatto qualcosa di straordinario, è una squadra di grandissimo valore e sappiamo che cosa si gioca. Noi dobbiamo tentare di finire nel migliore dei modi".

Sarà l'ultima partita di Ranieri, qual è il suo pensiero su di lui?
"Parliamo non solo di un grande allenatore, ho ancora in mente il capolavoro che ha fatto in Premier League con una squadra, il Leicester, non attrezzata per arrivare dove è arrivata e questo fa capire che dove è andato cos’ha fatto compreso ciò che ha fatto alla Roma. Lo vorrei valutare anche come grande uomo di valori, una persona eccezionale. Quando lo incontri è sempre piacevole  parlare con lui di calcio e di valori. Mi sarebbe piaciuto vederlo sulla panchina della Nazionale per concludere il suo percorso. Per come gestisce le squadre e per come diventa empatico con i giocatori. Quando lo guardo a volte capisco che la semplicità è la miglior cosa. E chissà, mai dire mai per la Nazionale visto che a volte ci ha fatto delle sorprese. Chapeau a Ranieri".

La squadra avrebbe potuto fare di più, al netto degli infortuni e quant’altro?
"Sì, sì l’ho sempre detto e ne sono convinto. Non c'è la sfera magica che possa dire dove saremmo potuti arrivare, però sappiamo tutti com'è andata l'annata: tantissimi alti e bassi. Mi è dispiaciuto per il finale perché sta nascondendo tante cose che abbiamo fatto bene nella seconda parte. Lasceremo il finale di campionato con questa delusione, ma nel lavoro bisogna essere sempre positivi e ottimisti. E’ un dispiacere e l'ho detto anche ai ragazzi. Non è un alibi, ma c’è stato l’infortunio di Zapata. Come è stato detto ieri (si riferisce alle parole di Cairo, ndr) eravamo forte e siamo stati anche primi in classifica, dopo tanto tempo. Poi abbiamo perso un giocatore importante fuori e dentro il campo e questo ci ha fatto fare valutazioni diverse nel corso della stagione per uscire da un momento difficile. Mi sono piaciuti i tre mesi di grande continuità grazie al cambio di modulo che ci ha fatto trovare la strada. E poi il finale di stagione ha un po' annacquato, buttato via quei tre mesi. Per questo dobbiamo fare mea culpa, però dobbiamo trarne insegnamento e guardare avanti e, come dico sempre, lavorare per migliorarci".

Dopo la partita con il Lecce ha detto: “Ci dobbiamo guardare in faccia”. Cosa ha capito guardando in faccia i suoi giocatori? E cosa pensa abbiamo capito loro guardando la sua di faccia?
"Ho imparato qui che ogni cosa che dico viene interpretata con una maniacalità incredibile. A volte sono termini che si usano all’interno dello spogliatoio. Guardarsi in faccia vuol dire capire perché siamo stati così in queste ultime nove partite, con sole due vittorie e così altalenanti. Col Venezia siamo partiti male nel rimo tempo e poi abbiamo fatto un gran secondo tempo. Col Lecce siamo invece partiti bene e poi nella ripresa dopo aver subito il secondo gol ci siamo disuniti. Il guardarsi in faccia insieme ai giocatori significa trovare motivazioni forti per poter crescere. Ed è quello che ho fatto durante tutta la stagione per analizzare nel bene e nel male le prestazioni fatte. E’ inutile nasconderlo, questo finale lascia amarezza, se domani i tifosi dovessero contestare hanno il diritto di farlo e l’ho sempre detto. Noi dobbiamo andare oltre guardarci in faccia in modo da capire per migliorare".

Qual è il giocatore che più l'ha stupita e chi avrebbe potuto fare meglio?
"E' l'ultima conferenza, vuoi farmi andare contro i miei giocatori (ride, ndr). Io guardo solo le cose positive: tanti giocatori potevano fare molto di più, tanti mi hanno sorpreso da Ricci a Milinkovic-Savic. Quando sono arrivato vedevo in Vanja tanto potenziale e quest’anno lo ha dimostrato nella continuità, spero che domani finisca nel migliore dei modi anche se hanno premiato Svilar come miglior portiere e questo mi dispiace perché per la stagione che ha fatto e per l squadra in cui gioco se lo meritava Vanja. E poi i giovani mi sono piaciuti, così come mi è dispiaciuto per Njie che si è infortunato perché la seconda parte del campionato poteva essere un’esperienza utile per vederlo in prospettiva futura, soprattutto quando abbiamo cambiato modulo poiché il ruolo gli calzava a pennello. Ma nel contesto del collettivo si poteva fare tanto di più soprattutto nella continuità ed è per questo che ho detto che ci dovevamo guardare in faccia perché quanto avevamo fatto è stato buttato via dalle ultime prestazioni".

C'è la certezza che sarà il tecnico del Torino nel 2025/2026?
"Lo ha detto anche il presidente riguardo al mio contratto".

Quale esperienza si porta nella prossima stagione?
"E' stato il mio primo anno in Serie A e penso di aver imparato molto e che posso migliorare tanto. Ho imparato tanto e sono convinto che questa esperienza mi abbia arricchito per essere pronto a commettere meno errori".

Ci sarà quindi il prolungamento del suo contratto e quindi l’inizio di un progetto più lungo?
"Mah, ho risposto prima. La società ha l'opzione per un altro anno quindi l'intenzione è sicuramente di costruire qualcosa. Come diceva Mourinho nel 99,9% c'è sempre lo 0,001%. L’intenzione è il prolungamento, ma non mi piace pensare al mio contratto, guardo la crescita della squadra. Come abbiamo sempre fatto dal mio arrivo insieme al presidente e al mio direttore sportivo cerchiamo di migliorarci continuamente. Poi a volte, com’è successo quest’anno, si sperava di finire meglio per cui guarderemo come potremo fare di meglio"

Cairo ha detto che uno o due giocatori verranno ceduti e questo non è il massimo per migliorare la squadra. Quali sono le garanzie per alzare l'asticella?
"Il Presidente è stato molto chiaro, non c'è nulla da aggiungere. E' brutto arrivare all'ultima partita e parlare di mercato e di altre cose perché sarebbe brutto anche verso i miei giocatori visto che ce ne sono a fine contratto. Rimaniamo concentrati su quest’ultima partita e poi dopo con lucidità vorrei sedermi e capire con il mio staff cosa possiamo migliorare".

Ci sono aggiornamenti su Zapata e Schuurs? A luglio in ritiro saranno già pronti per iniziare con voi la prossima stagione?
"Non sono un medico e non so dare di preciso i tempi di recupero. So che stanno continuano il percorso nel migliore dei modi. Zapata e Schuurs li abbiamo fatti rientrare perché volevamo vedere quotidianamente i loro miglioramenti, ma da qui a dire di preciso quando rientreranno in gruppo non posso fare previsioni. Ma stanno lavorando bene".

Maripán ha vinto il Pallone Granata 2025 nonostante qualche alto e basso. Quanto sente suo questo premio visto che lo ha riportato in condizione e valorizzato?
"All'inizio è stato molto criticato, sembrava che avessimo preso un giocatore finito e che non aveva più stimoli. Ma io ho sempre detto che era un giocatore che poteva darci esperienza e che bisognava aspettare solo che entrasse in condizione. A volte non capite i miei passaggi e ve lo spiego di continuo che sono ragazzi. Maripán veniva da un momento in cui bisognava aspettare la sua condizione. E quando l'ha trovata ha tirato fuori la sua personalità ed esperienza per arrivare a un premio che si è meritato. Penso che questo sia anche un esempio di una persona che ha saputo, grazie pure alla sua esperienza, mettere da parte le critiche e ha fatto vedere di essere un giocatore importante per il Torino e per la squadra. Questo è rispetto".