La manovra offensiva ha bisogno d’interpreti adeguati

Ventura da sempre chiede giocatori di qualità per sviluppare il suo gioco. Cerci, Farnerud, Bellomo, Vives, Barreto e Meggiorini non bastano per nessun modulo si voglia adottare. Mancano almeno un esterno sinistro e una punta di ruolo.
03.07.2013 11:37 di  Elena Rossin   vedi letture
Fonte: Elena Rossin per TorinoGranata.it
La manovra offensiva ha bisogno d’interpreti adeguati
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“Io posso lavorare per provare varie soluzioni offensive, il problema è che la qualità non si allena” così parlava Giampiero Ventura dopo il pareggio a reti inviolate con l’AlbinoLeffe il 6 gennaio 2012 e il Torino era primo in classifica in serie B e la squadra non era particolarmente prolifica di gol. Riuscire a realizzare gol è sempre stato il tallone d’Achille del Torino degli ultimi anni, anche se nel girone di ritorno dello scorso campionato qualche rete in più si è vista, ma al contempo sono stati incassati un  numero maggiore di gol rispetto all’andata. Ventura con il suo 4-2-4 sulla carta è più portato ad avere squadre offensive, anche se di fatto con il giro palla insistito e l’azione che parte dal portiere spesso la manovra finisce per essere rallentata, se non ci sono le accelerate di giocatori come Cerci e i movimenti idonei ad aprire la difesa avversaria, e il potenziale offensivo risulta poco incisivo. Ecco perché è indispensabile che in attacco ci siano i giocatori giusti per interpretare questo tipo di gioco, persino a prescindere dal modulo 4-2-4 oppure 5-3-2 o anche 4-3-3, poiché l’impostazione della manovra offensiva venturiana ha comunque bisogno di interpreti con caratteristiche ben precise.

Il Torino al momento non ha ancora tutti gli interpreti per sviluppare la manovra d’attacco. Cerci a destra è una garanzia, al centro sono arrivati Farnerud e Bellomo (per quest’ultimo non c’è ancora l’ufficialità ma si può considerarlo un granata), che devono apprendere gli insegnamenti di Ventura ed entrare in sintonia con lui, c’è Vives, che però non sempre è partito titolare anche se ha giocato abbastanza lo scorso anno, e come punte di ruolo Barreto e Meggiorini. A completare il gruppetto Stevanovic e Diop che sono in procinto di essere mandati altrove a giocare con continuità e volendo anche D’Ambrosio che può giocare a centrocampo anche se è un terzino al quale non manca la capacità di segnare, ma ha chiesto di essere ceduto. Mentre Gazzi e Basha sono da considerarsi fra i giocatori che si occupano più della manovra difensiva. Mancano quindi oltre ad alcune riserve almeno l’esterno sinistro e un attaccante da doppia cifra. Questi non potranno essere giocatori che non danno garanzie o perché sono giovani o perché non hanno mai giocato in serie A, puntare su calciatori di questo tipo sarebbe un lusso che il Torino non può permettersi in quanto per avere un minimo di certezza di non sbagliare l’acquisto dovrebbe scegliere giocatori di primo livello, che costano cifre che in questo momento anche i top club fanno fatica a spendere e spesso non si permettono.

Sulla trattativa per Immobile rimane da dover trovare l’accordo con il Genoa che detiene metà del cartellino, ma la situazione potrebbe sbloccarsi se all’interno del pacchetto finiscono anche Bovo e Jankovic che andrebbero a colmare i vuoti per la partenza di Ogbonna e soprattutto l’assenza di interpreti alla voce esterno alto sinistro. Mentre per i vari Maxi Lopez, Calaiò, Derdiyok, Seferovic, Hernandez e Scocco di trattative vere e proprie non si può ancora parlare così come per Dossena e Vitale. Il calciomercato è imprevedibile e quindi in ogni momento può venir fuori un nome nuovo che sorpassa tutti gli altri potenziali candidati e finisce per diventare il nuovo giocatore del Torino, quindi si attendono e si sperano buone nuove, meglio se a breve.

 

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