La difesa sta migliorando, ma al Toro manca ancora la cazzimma in attacco

Mettere quattro uomini davanti a Sirigu ha pagato come nel secondo tempo con il Milan, non altrettanto le soluzioni offensive che non hanno portato i granata al gol con il Napoli.
07.10.2019 14:00 di  Elena Rossin   vedi letture
Fonte: Elena Rossin
Andrea Belotti
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Andrea Belotti
© foto di Daniele Buffa/Image Sport

Con il Napoli per la prima volta in campionato il Torino non ha subito gol. Cosa non da poco, anche se i partenopei ci hanno messo del loro pressando soprattutto a inizio partita e poi affidandosi quasi solo a ripartenze e hanno contribuito a creare pochi pericoli con imprecisioni sottoporta o comunque colpendo la palla non in modo che potesse risultare particolarmente velenosa. Infatti, su dieci tiri (dati Lega Serie A) hanno mirato lo specchio della porta di Sirigu tre volte, Fabian Ruiz, Zielinski e Llorente, e lui ha dovuto effettuare altrettante parate, ma nessuna che possa essere etichettata come decisiva.

Ma a parte i demeriti altrui è la difesa del Torino che ha fatto passi in avanti e anche tutta la squadra in generale nella fase difensiva. Mazzarri ha riutilizzato, come fece nel secondo tempo con il Milan, quattro uomini, Izzo, Nkoulou, Lyanco e Laxalt, per creare un muro difensivo davanti a Sirigu. Se a questo si aggiunge che individualmente gli errori sono diminuiti e che Nkoulou sta ritrovando il ritmo partita e la precisione dei tempi migliori e che Lyanco migliora in forma fisica, cosa che gli permette di essere più reattivo e puntuale negli interventi, già si comprende che è stata imboccata la strada per tornare ad avere una difesa affidabile. In più è stato aggiunto Laxalt che ha dato un contributo positivo permettendo di chiudere meglio le linee di passaggio degli avversari. Mentre Izzo, che nel periodo precedente ha dovuto fare un super lavoro, è meno brillante del suo standard, ma la crescita degli altri ha sopperito. Il resto della squadra ha dato una mano a partire da Rincon che ha agito molto come schermo protettivo davanti ai difensori. E anche tutti gli altri hanno ripiegato quando era necessario farlo.

I miglioramenti difensivi sono importanti, ma per vincere le partite è fondamentale che l’attacco e in generale la fase offensiva sia concreta e qui ci sono ancora note dolenti. Basta pensare che i tiri nella porta del Napoli sono stati sei, due di Ansaldi e uno a testa di Rincon, Verdi, Falque e Meïté, ma che Meret non ha dovuto fare nessuna parata decisiva. Belotti la palla in rete la mandata, ma era in fuorigioco e per il resto non è riuscito a centrare la porta, anche perché abbastanza poco messo nella condizione di farlo. Ansaldi è stato l’unico che, quando nel primo tempo il Napoli pressava e teneva i granata nella propria metà campo e anche parecchio a ridosso della propria area, ha agito per far salire la squadra. Troppo poco evidentemente. Baselli ha lottato, ma avendo nelle corde i guizzi per proporsi in avanti deve sfruttare maggiormente e con precisione queste sue caratteristiche. Verdi sa saltare l’uomo e ha fornito l’assist a Belotti per il gol poi annullato per fuorigioco del “Gallo”, ma è stato più efficace in fase difensiva che non nell’offendere e i due tiri finiti sull’esterno della rete (16’ e 45’+3’) lo dimostrano. Lukic, utilizzato a sostegno di Belotti, era alla sua prima partita da titolare e ha provato a fare pressing alto costringendo anche gli avversari a usare le maniere rudi, però, c’è bisogno di più incisività nel pressing alto a centrocampo e va fatto in modo più corale. Laxalt ha spinto relativamente impegnato più in compiti difensivi. Meïté, Aina e Falque sono entrati nella seconda metà della ripresa e lo spagnolo addirittura a ridosso della fine del tempo regolamentare, 89esimo, ha sì provato a tirare verso la porta del Napoli, ma non si può pretendere che uno che per la prima volta torna in campo dopo un infortunio accaduto il 25 luglio in così poco tempo riesca a incidere. Meïté, entrato un po’ prima (71’), ha cercato di proporsi, ma è troppo frenetico e nel finale la girata al volo gli è stata deviata. Aina, in campo dall’83’, non ha saputo gestire una ripartenza importante perdendo palla, sarà che gli è capitata appena entrato, ma serve più concentrazione.

Al Torino manca quella cazzimma in attacco che porta ad essere decisi, risoluti e aggressivi. E’ una questione di personalità che deve essere tirata fuori, se la si ha, e trasformata in forza. Si spera che con il ritorno di Falque, i progressi di Verdi e di tutti quei giocatori che finora non sono stati brillanti e una maggiore solidità difensiva contribuiscano a migliorare la fase d’attacco in modo che Belotti & company siano più incisivi.