Il Torino un passo avanti con il Bologna l’ha fatto ma la sfida è continuare
Mazzarri in due giorni non poteva cambiare nulla e, infatti, ha riproposto il Torino con lo stesso modulo e gli stessi uomini, anche perché l’infermeria è sempre affollata, che aveva utilizzato Mihajlovic nelle ultime uscite. La differenza l’ha fatta Niang più supportato dai compagni e che finalmente ha giocato come doveva, un centrocampo con Rincon posizionato un pochino più basso e un reparto in generale più compatto, De Silvestri e Molinaro che stavano quasi sulla stessa linea di Baselli e Obi e poi Acquah che a loro volta hanno fatto maggiore pressing e la difesa più vicina al centrocampo. Accorgimenti che sono stati utili uniti all’atteggiamento finalmente consono che non è deragliato nel permettere agli avversari di rientrare in partita, seppur a inizio secondo tempo un po’ di rilassatezza ci sia stata, e qui, però, è intervenuta la buona sorte che ha fatto scegliere a Sirigu il lato giusto dove tuffarsi e il tempo perfetto per farlo in occasione del rigore calciato per la verità non bene da Pulgar, troppo poco angolato e a mezza altezza. Scongiurato il pareggio il Torino poi si è ripreso e ha realizzato prima con Niang e poi con Falque i gol che insieme a quello di De Silvestri, che aveva sbloccato il risultato, hanno letteralmente asfaltato il Bologna.
Tutto bene quindi alla prima di Mazzarri sulla panchina del Torino? Sì, ma non va scordato che il Bologna ha fatto di tutto per rendere facile la vita ai granata disputando una partita sconcertante come lo stesso Donadoni ha dichiarato: “Il Bologna ha interpretato la partita sottotono da tutti i punti di vista, ma, soprattutto, dal punto di vista dell’impatto, della voglia di andare a contrastare gli avversari che hanno sempre avuto la meglio o quasi sempre, almeno nove volte su dieci, e questo ha fatto sì che poi sia venuta fuori la partita che si è vista. Lo stesso episodio che avrebbe potuto rimettere in parità il risultato ne è la dimostrazione: quando non si è così cattivi, sportivamente parlando, decisi, convinti e non si crede in quello che va fatto si perde. È una cosa che mi fa veramente arrabbiare e sulla quale dobbiamo crescere, capire e comprendere che prestazioni così quest’anno non ne abbiamo praticamente mai fatte. Si può perdere, ma si può perdere in termini di risultato non sotto tutti gli altri punti di vista e oggi non siamo stati all’altezza”.
Il Torino adesso ha il compito più difficile: dare continuità a questa prestazione e sicuramente la sosta del campionato da questo punto di vista non è il massimo, ma quest’anno è così. Il mercato poi dovrà dare altre certezze perché non basterà che guariscano i vari Belotti, Ljajic, ieri in panchina, Ansaldi, Lyanco, Barreca ed Edera e che Obi e Burdisso, usciti anzitempo per problemi fisici, l’uno al 34esimo e l’altro al termine del primo tempo, non abbiano riportato danni importanti. Mazzarri non parla pubblicamente del mercato e si affida completamente alla società, però, ci sono voci che spifferano che Lazzari, Laxalt e Okaka sarebbero a lui graditi. Magari un vice Belotti se Niang continua a essere quello visto con il Bologna non serve più, però, potrebbe essere un azzardo non avere un'altra alternativa valida al capitano se l’Europa League rimane l’obiettivo stagionale. Oggi i granata sono all’ottavo posto insieme a Udinese, Fiorentina e Milan e sono distaccati di due lunghezze da Sampdoria e Atalanta che occupano, appaiate, il sesto e il settimo, quindi, l’Europa è alla portata, ma non conquistata e la concorrenza è agguerrita ed anche folta e non va scordato che Sampdoria e Udinese devono recuperare una partita con, rispettivamente, Roma e Lazio. Lo stesso Mazzari ieri nel post partita ha ammonito: “Non culliamoci, però, su questa partita e iniziamo già a pensare alla prossima perché non sarà sempre così, magari lo fosse”.