Il Torino società è sempre lento nelle valutazioni e nel prendere decisioni: un boomerang per i risultati

Premessa per sgombrare il campo da equivoci: non si sta chiedendo la testa di Baroni. Fatta la doverosa premessa, il Torino inteso come società, quindi nei suoi massimi vertici il presidente Cairo e il direttore tecnico Vagnati, ha una caratteristica che negli anni ha dimostrato di non pagare come confermano i risultati sportivi ottenuti: essere lento nel valutare e prendere le decisioni, e più volte non sono state prese neppure le migliori. In sede di mercato è risaputo, ma lo sono anche su tutto il resto.
Analizzando l’attuale situazione, la squadra dopo sei giornate di campionato ha 5 punti ed è al 16esimo posto, per essere precisi è alla pari di Lecce e Parma. E alle spalle ci sono quattro squadre, Fiorentina e Verona con 3 punti e Genoa e Pisa con 2. I granata hanno segnato 5 reti, tre delle quali nell’ultima partita con la Lazio, e subito 13 gol. Traducendo questi ultimi dati il Torino ha il 14esimo attacco, insieme al Lecce, e la peggior difesa della Serie A, tanto per dire Lecce e Pisa hanno subito tre reti in meno. E’ vero che si sono disputate solo sei partite e che il calendario non ha sorriso al Torino poiché gli ha fatto già affrontare cinque (Inter, Fiorentina, Roma, Atalanta e Lazio) delle sette squadre (Napoli, Inter, Atalanta, Juventus, Roma, Fiorentina e Lazio) che nel campionato scorso si erano piazzate nelle prime sette posizioni, però pur tenendo tutto ciò in considerazione l’avvio è stato oltremodo stentato anche, se non soprattutto, sul piano delle prestazioni. Anche perché Roma, unica vittoria finora ottenuta e pure senza subire gol, Atalanta e Inter sono nelle prime sei posizioni, rispettivamente 1ª (con il Napoli), 4ª (con la Juventus) e 6ª (con il Bologna), mentre Lazio e Fiorentina non hanno ingranato come si poteva attendere e infatti sono 13ª e 17ª (con il Verona). Senza dimenticare la sconfitta per mano del Parma e la vittoria gettata via con la Lazio in pieno recupero, pur avendo disputato con i biancocelesti, privi di molti giocatori, anche titolari, a centrocampo e sulle fasce, la miglior gara di questo avvio di stagione.
Tornando al ragionamento iniziale, il mercato era partito pensando di far giocare la squadra con il 4-2-3-1 e quindi puntando sull’avere trequartisti o esterni d’attacco che dir si voglia, poi dopo l’imbarcata di gol presi, ben nove, nelle amichevoli estive (due con il Monaco e una col Valencia) Baroni ha pensato che fosse meglio adottare il 4-3-3, già il 17 agosto in Coppa Italia con il Modena dal secondo tempo, e così anziché completare l’organico sulla base del modulo iniziale si è preso un play da piazzare davanti alla difesa e infine un’alternativa per il ruolo di terzino sinistro. Ma anche questo non ha dato tutti i frutti sperati e così è stata varata la difesa a 3 che come dimostrano i risultati non ha convinto del tutto. L’allenatore è dal ritiro estivo, seconda metà di luglio, che rimescola i giocatori cercando di trovare l’assetto, se non il migliore almeno il meno peggio, e un undici titolare, però dire che li abbia trovati ancora non è possibile. A questo punto di sicuro sono stati fatti errori nel scegliere i giocatori, senza contare che si danno via sempre i migliori per fare cassa, ma anche non si può continuare a cambiare il modulo e mandare in campo a ogni partita formazioni sempre diverse.
Con il calciomercato ormai chiuso da tempo e con gioco e risultati deludenti qualche provvedimento va preso eppure la società attende. Non che ci siano molte soluzioni: o Cairo e Vagnati pubblicamente sostengono l’allenatore dichiarando in lui massima fiducia e affermando che non sarà esonerato oppure lo mandano via. Adesso c’è un’altra sosta del campionato con tanti giocatori anche chiave che risponderanno alle chiamate delle rispettive Nazionali per cui l’allenatore, “vecchio” o eventualmente ”nuovo”, non ha comunque tutta la rosa con la quale lavorare. E alla ripresa del campionato, prima della prossima sosta, il Torino affronterà in casa Napoli (sabato 18 ore 18) e Genoa (domenica 26 ore 12,30), in trasferta il Bologna (mercoledì 29 ore 18,30), ancora in casa il Pisa (domenica 2/11 ore 15) e in trasferta la Juventus (sabato 8/11 ore 18). Mettendo in conto una sconfitta col Napoli, dipende però come avviene perché se senza giocare come fatto con l’Inter o smettendo di farlo come dopo il primo gol subito dall’Atalanta non è accettabile, la gara con il Genoa diventa quasi uno spartiacque obbligatorio tanto più che in otto giorni ci saranno tre partite prima del derby e pochissimo tempo nell’eventualità che si arrivi a un cambio d’allenatore. Anche perché il nuovo pur arrivando preparato, nel caso fosse già in preallarme, non avrebbe il tempo per provare le eventuali modifiche che potrebbe aver pensato rischiando così una partenza in salita e magari anche con risultati negativi.
In un clima ambientale già in fibrillazione, i tifosi del Toro da tanto tempo contestano Cairo e seppur a prescindere sostengano la squadra a fronte di pessime prestazioni e risultati negativi inevitabilmente la fischiano, aspettare che arrivino risultati positivi potrebbe essere un boomerang, pur considerando che è doveroso, in relazione anche al calciomercato fatto e al calendario, dare tempo all’allenatore per assemblare al meglio la squadra. Quindi il tergiversare da parte della società nel valutare e prendere decisioni può peggiorare la situazione.
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