Il Toro recupera una partita persa poi butta via i tre punti

I problemi, al triplice fischio, si confermano gli stessi. Ingenuità e fase difensiva imbarazzante, con la squadra che esprime anche a tratti un bel gioco ma che non può assolutamente permettersi quello che ormai sta diventando una routine. Eppure le cose, in quell'Olimpico già espugnato ai danni della Roma, sono cominciate al meglio, con il gol di Simeone propiziate da un oggi poderoso Pedersen, che costringe il portiere Provedel a una respinta corta sui piedi dell'argentino. Passano sette minuti e i biancocelesti regalano a Ngonge la palla del raddoppio, questi però, ben poco freddo sotto porta, calcia addosso a Provedel con tutto lo spazio del mondo. E qui si manifesta la più classica delle leggi del calcio: la Lazio riparte e realizza il pari con Cancellieri, da fuori, contro un non certo perfetto Israel. Lo stesso Cancelliari si conferma dieci minuti più tardi, prendendo in giro due volte un impresentabile Lazaro, e battendo ancora il portiere granata. La Lazio fa possesso, nella ripresa entra Adams per uno spento Vlasic e Nkounkou per Lazaro e i due nuovi confezionano il pareggio.

Baroni toglie Pedersen, sfinito, per inserire Dembele, che deciderà la partita, purtroppo. Pochi minuti dopo, servito da Maripan, potrebbe portare avanti i suoi ma sparacchia da ottima posizione. Il Toro passa in vantaggio lo stesso, e lo fa a due minuti dalla fine del recupero, su azione di calcio d'angolo, con Coco abilissimo di testa a inserirsi e battere Provedel. Finita? Macché. Su un pallone da coprire per l'uscita dal campo, che avrebbe determinato il triplice fischio, Dembele si fa uccellare in modo elementare dall'avversario che entra in area e approfitta appieno del ritorno disperato di Coco su di lui (anche qui, comunque, l'equatoguineano poteva gestirla meglio, davanti a lui c'era ancora il compagno di reparto). Otto minuti per decretare il penalty che Cataldi insacca. Due punti buttati, e buttati male.