Il Torino non va: colpisce due volte la traversa e la Fiorentina segna tre gol

In gol Benassi, Simeone e su rigore Babacar. Traverse di Moretti e Niang. Espulso Barreca. Rincon ammonito salterà la gara con il Cagliari. Mihajlovic molto arrabbiato e deluso a fine partita.
26.10.2017 07:00 di Elena Rossin   vedi letture
Fonte: Elena Rossin
Il Torino non va: colpisce due volte la traversa e la Fiorentina segna tre gol
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© foto di Federico De Luca 2017

Proprio non va il Torino e anche a Firenze non è riuscito a riprendersi palesando sempre gli stessi problemi: imprecisioni sotto porta, errori in fase difensiva e chi doveva essere un rinforzo non lo è, Niang e Berenguer, e Sadiq non è all'altezza di fare il vice Belotti. La Fiorentina ha meritato di vincere non solo perché ha segnato tre gol, ma per come ha condotto la partita con equilibrio e intelligenza. All’inizio il Torino era partito bene pressava alto e sembrava avere il piglio di chi impone il proprio gioco e vuole conquistare i tre punti, ma è durato poco perché la Viola dopo sette minuti ha preso le misure dei granata entrando in partita e riequilibrando le forze in campo.
Théréau sembrava in buona giornata, ma per un problema muscolare ha dovuto lasciare il campo e al suo posto è entrato da Eysseric (19’). Da una parte Mihajlovic chiedeva ai suoi di far girare la palla in velocità, mentre dall’altra Pioli aveva ben istruito i giocatori d’impedire a Moretti, N’Koulou e Baselli di servire Ljajic e loro mettendo in pratica quanto chiesto dal mister rendevano il Torino poco pungente, anche perché Sadiq, pur sbattendosi, era sempre poco incisivo negli ultimi venti metri e anche gli altri compagni di reparto non erano abbastanza pungenti. Il gol dell’ex Benassi (29’), che non ha esultato, ha sancito che il gioco della Fiorentina era più concreto. Il Torino comunque non si è perso d’animo pur in svantaggio e con Moretti due minuti dopo ha colpito la traversa.
Nella ripresa Mihajlovic ha tolto Sadiq, forse la goccia che ha fatto traboccare il vaso è stata quando al 38’ il nigeriano ha svirgolato in area non riuscendo a tirare in porta, e fatto entrare Berenguer spostando Niang nel ruolo di punta centrale. Questo cambio sommato magari a qualche discorsetto fatto durante l’intervallo ha sortito l’effetto di rendere i granata un po’ più determinati com’era avvenuto a inizio incontro. Niang, infatti, si è trovato sui piedi l’occasione di pareggiare, ma è stato non perfetto nella conclusione è ha colpito la traversa (48’). Il Torino pur giocando meglio che nel primo tempo non è abbastanza graffiante per avere una manovra che sviluppi le idee che s’intuiscono, ma che non sono portate a termine. In difesa c’è sempre qualche imprecisione, a centrocampo l’equilibrio non regna sovrano e in attacco i tiri chirurgici che portano la palla a gonfiare la rete non sono la specialità della casa. A complicare i piani dell’immediato futuro l’ammonizione di Rincon che sarà qualificato per la prossima partita con il Cagliari.
Le due squadre provavano a segnare e a riuscirci è stata la Fiorentina con Simeone (66’). Il Torino comunque non si arrendeva, ma se si subiscono gol e non si riesce a segnare diventa difficile invertire la rotta. A tagliare ogni residua speranza ai granata di riaprire la partita è arrivato il rigore provocato da un fallo di Barreca, espulso, su Chiesa, Babacar si è presentato sul dischetto e con un tiro ben calibrato ha spiazzato Sirigu (75’). Per la Fiorentina è stata la terza vittoria consecutiva, mentre per il Torino la seconda sconfitta di fila e due soli punti conquistati nelle ultime cinque giornate e si è alla decima.

“Piano piano stiamo perdendo lo spirito Toro e qualche cosa si è inceppato. A parte errori, occasioni sbagliate e sfortuna, ci manca proprio quello spirito che l’anno scorso ci ha contraddistinti, quando giocavamo con la bava alla bocca”. Questo il commento di Mihajlovic alla sconfitta ai microfoni di Sky e a quelli di Rai Sport: “Quando perdi tre a zero stai zitto, torni a casa e rifletti. Non siamo riusciti a concretizzare la mole di gioco avuta. Qualcosa si è inceppato. Dobbiamo cambiare qualcosa. Pensavo di avere una squadra matura e, invece, dovrò fare dei correttivi. E' stata una brutta sconfitta, dobbiamo ripartire subito. Non è solo un problema tattico, ma di testa”.
Concetti ribaditi e ampliati ai microfoni di Premium: “Sono molto arrabbiato, però, non è che ogni volta devo strillare o urlare. Mi fanno arrabbiare i risultati che non arrivano, qualcosa si è inceppato e qualcosa va cambiato. Forse anche nel mio atteggiamento: pensavo di avere una squadra matura. Se avrò ancora tempo lo farò a modo mio, vediamo se si può raddrizzare la situazione. Quando non arrivano i risultati le società sono padrone del destino di noi allenatori, ma finché sarò il tecnico del Toro darò il massimo impegno. Qualcosa dovrò cambiare perché non ci manca niente dal punto di vista tattico, ma quel sano spirito del Toro che piano piano stiamo perdendo. Bisogna tornare sui vecchi passi e ritrovare lo spirito dell’anno scorso. Ho parlato con Petrachi normalmente, ma nel calcio quando i risultati non arrivano il primo colpevole è l’allenatore. Non credo che sarà così, perciò vado avanti. A volte mi sono arrabbiato meno pensando che la squadra fosse più matura. Azzeriamo tutto, si riparte e cambia anche Mihajlovic. Ma non è una resa. Ora si fa come dico io e basta. Non ci sono democrazie. Dopo il derby non ho più visto lo spirito che piace a me. Devo fargli capire che qua ci giochiamo tutti la pelle. Non mi voglio fasciare la testa prima che sia rotta”.
Mihajlovic come al solito ci mette la faccia e non si tira indietro è consapevole della situazione, ma i giocatori non possono solo a parole nei post partita essere dispiaciuti per quanto poteva essere e non è stato. Loro vanno in campo e devono dare di più perché possono farlo, ma, soprattutto, devono volerlo fare. Il mister nelle ultime settimane li ha sempre protetti adesso sono loro a dover meritare d’indossare la maglia granata e se qualcuno pensa che sia una maglia non abbastanza prestigiosa e per la quale non vale la pena dare sempre tutto se ne vada altrove. Il Toro non è un parcheggio dove sistemarsi per un certo periodo prima di accasarsi da qualche altra parte.
La società sia la prima a far capire che il granata non è una sfumatura di colore, ma un valore importante e che non contano solo i bilanci positivi perché il Toro merita di essere onorato con un posto nel calcio che conta.
Per essere chiari, chiunque avesse idee differenti non è da Toro e non lo usi per i propri interessi.