Il Torino ha centrato la vittoria a Palermo e Ljajic ha fatto la differenza
Missione compiuta. Il Torino doveva battere il Palermo per dare continuità alle vittorie casalinghe con Roma e Fiorentina e tornare per la prima volta in questo campionato da una trasferta con i tre punti e l’ha fatto. Ljajic doveva fare la differenza e così è stato. Battendo il Palermo il Torino ha raggiunto al quarto posto Napoli e Lazio e ora la lotta per aggiudicarsi un posto in Europa League non è più solo un sogno, ma è diventata realtà. Ha ragione mister Mihajlovic a dire che bisogna restare con i piedi per terra, infatti, mancano trenta partite alla fine del torneo, però, consolidare la classifica e centrare gli obiettivi di tappa sono un bel viatico per raggiungere la meta prefissata.
Il Torino ha convinto soprattutto quando ha fatto ciò che gli riesce meglio: attaccare alto. Quando l’ha fatto ha impedito al Palermo d’impostare l’azione da dietro mettendo in seria difficoltà i rosanero, che si sono trovati schiacciati nella propria area in balia del trio Iago Falque, Belotti e Ljajic e degli inserimenti delle mezze ali Benassi e Baselli. Non per nulla i gol sono arrivati grazie a questo tipo di gioco. Azione in pressing del Torino per aprire la difesa rosanero, Iago Falque tocca per Ljajic che da fuori area controlla e di destro calcia infilando la palla nel sette con Posavec che non ha possibilità d’intervenire e pareggio del Torino (25’). Benassi mette in mezzo per Ljajic, il serbo controlla e con palla a giro elude l’intervento del portiere del Palermo insaccando alle sue spalle. Doppietta per Adem e vantaggio granata (40’). Azione manovrata, Baselli pesca Benassi che entra in area e con il destro sigla il terzo gol (46’). Sugli sviluppi da calcio d'angolo, Ljajic vince l’uno contro uno con il suo diretto avversario e indirizza la palla sul secondo palo dove sbuca Baselli che al volo infilza Posavec (50’).
La squadra di Mihajlovic, però, deve lavorare e molto sulla fase difensiva perché anche il Palermo è riuscito ad andare in gol con Chochev su un’azione molto simile a quella che aveva permesso a Babacar della Fiorentina di segnare, infatti, il bulgaro non è stato marcato adeguatamente e su sviluppo da calcio d’angolo ha ricevuto da Diamanti e preso il tempo a tutti infilzando Hart con un preciso colpo di testa (6’). Come nelle precedenti partite anche questo gol era evitabile. E ha perfettamente ragione mister Mihajlovic che a fine patita, commentando la gara, ha detto che dopo il quarto gol segnato la squadra è stata troppo molle. Questo ha permesso al Palermo di creare occasioni da gol che non sono andate a buon fine, ma che comunque hanno evidenziato che nel Torino ci sono difetti da correggere al più presto, poiché non sempre gli avversari saranno poco precisi sottoporta o Hart riuscirà a sventare il pericolo. Il Palermo ha avuto quattro occasioni per segnare. Chochev ha messo in mezzo per Nestorovski, che ha tirato di sinistro a incrociare, ma non ha trovato lo specchio della porta (64’). Bruno Henrique ha servito Rispoli che è entrato in area e ha calciato, però, Hart è stato attento e ha salvato la sua porta (65’). Contropiede del Palermo, Bruno Henrique tirando col mancino ha trovato la deviazione di Zappacosta procurandosi un calcio d’angolo e sugli sviluppi Chochev ha saltato più in alto di tutti e di testa ha colpito la palla che si è stampata sulla traversa (74’). I granata erano mal posizionati e Aleesami ha potuto sfondare sulla sinistra e calciare di sinistro mandando la palla poco alta sopra la traversa (81’).
Il quattro a uno finale è persino troppo pesante per il Palermo che avrebbe meritato di segnare un altro gol per l’impegno profuso nella ripresa. La quarta sconfitta consecutiva dei rosanero in casa è arrivata nella partita numero mille in serie A ed è stato un risultato pesante, ma se la squadra di De Zerbi riuscirà a dare continuità al gioco prodotto nella ripresa migliorando l’efficienza sottoporta potrà incrementare i sei punti in classifica allontanandosi dal terzultimo posto.
Mihajlovic nel finale (84’) ha mandato in campo Lukic al posto di Valdifiori, il giovane serbo ha dimostrato di avere personalità perché appena entrato subito ha servito un bel pallone per Boyé, ma non è possibile giudicare la sua prova poiché è stato sul terreno di gioco in tutto dieci minuti.
Da segnalare che l’impianto luci del Barbera ha fatto le bizze a più riprese per tutta la durata della gara, ma per fortuna in campo la visibilità era accettabile per i giocatori e così la partita ha subito solo qualche piccola interruzione senza dover essere sospesa e giocata in altra data. Verso la fine del match l’atmosfera è diventata più da romantico concerto che da partita di calcio con il campo in penombra e gli spalti costellati dalle lucine prodotte dai telefonini dei tifosi che ricordavano un cielo stellato, un modo forse per i sostenitori rosanero di addolcire la sconfitta e per quelli granata di celebrare la prima vittoria in trasferta della stagione.