Il Torino che verrà tra addii, conferme e volti nuovi o quasi

Uno o due big saranno ceduti, c’è in ballo il riscatto d’Immobile e non è certa che Maxi Lopez resti. Quattro dei giovani oggi in prestito torneranno. Gli acquisti dipenderanno dagli obiettivi.
19.04.2016 07:00 di  Elena Rossin   vedi letture
Fonte: Elena Rossin per Torinogranata.it
Il Torino che verrà tra addii, conferme e volti nuovi o quasi
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© foto di Diego Fornero/Torinogranata.it

Il campionato non è ancora finito, mancano cinque partite, ma per il Torino l’unico obiettivo che rimane è l’ottavo posto che vuole dire iniziare la Coppa Italia dagli ottavi e ottenere un gruzzolo di soldi un po’ più consistente dai diritti televisivi. Arrivare ottava per la squadra di Ventura non sarà impresa semplice perché oggi i granata sono decimi a quota quarantadue e devono scalcare il Chievo che ha tre punti in più e superare una fra Lazio e Sassuolo che di punti ne hanno quarantotto. L’impresa di per sé non è impossibile, ma il Torino dovrà continuare a incamerare punti come ha fatto nelle ultime tre partite e sperare che Chievo, Lazio e Sassuolo qualche passo falso lo facciano, anche perché in caso di arrivo a pari punti a scontri diretti con veneti e laziali i piemontesi non hanno la meglio: due sconfitte con i clivensi e una sconfitta e un pareggio con biancocelesti, resta da giocare ancora con i neroverdi, all’andata finì con un pareggio. Stante la situazione iniziare a pensare al futuro è quasi un obbligo.

Il Torino del prossimo anno subirà qualche variazione nell’organico, ma non cambierà l’allenatore. Uno o due addii fra i giocatori che hanno mercato è da mettere in conto ed è risaputo che Maksimovic, Glik e Peres hanno estimatori in Italia e all’estero. Poi c’è la questione del riscatto d’Immobile, se Ciro sarà convocato per l’Europeo e avrà modo di mettersi in luce sarà più difficile per Cairo farlo restare in granata, in caso contrario è quasi certo che rimarrà. Farnerud e Castellazzi in scadenza di contratto è sicuro che andranno via. Martinez, che in due stagioni non è riuscito a convincere appieno, soprattutto perché segna poco e per un attaccante è sempre un handicap, ha buone probabilità di fare le valigie. Maxi Lopez sa benissimo che con Ventura è destinato a fare parecchia panchina e che per lui non sarà facile ritagliarsi spazi, anche se si presenterà il primo giorno di ritiro in forma smagliante e a prescindere dalle eventuali dichiarazioni in senso contrario, quindi indipendentemente dal contratto fino al 30 giugno 2018 e dal fatto che si è integrato molto bene nell’ambiente granata potrebbe finire per andarsene. Già così da quattro a sei volti nuovi si possono dare per scontati e uno sarà Lucas Boyé attaccante del Newell’s Old Boys, già preso dal Torino ed è facile ipotizzare che dovrebbe prendere il posto di Martinez, per età, non conoscenza del calcio italiano e relativa dimestichezza con il gol, nonostante sia un attaccante. Quattro giovani giocatori dovranno essere individuati fra i giovani di proprietà cresciuti nel vivaio come prescrive il regolamento e che ora sono a farsi le ossa altrove e i candidati sono Alfred Gomis, Barreca, Parigini, Chiosa, Aramu e Rosso, tutti in serie B, ma bisognerà vedere chi di loro valuterà non compromettente per la carriera tornare al Torino rischiando di fare quasi esclusivamente panchina come successo ai vari Ichazo, Jansson, Silva, Zappacosta e Prcic, giusto per fare esempi restando a questa stagione altrimenti l’elenco si allungherebbe. Sul fatto che faranno panchina c’è quasi da scommetterci perché non hanno le conoscenze richieste da Ventura e manca loro esperienza in serie A, quindi davanti avranno chi deve essere valorizzato e già sta giocando e chi ha fatto tanta panchina e non può più, salvo cambiare aria, esservi tenuto ancora.

Conciliare l’alzare l’asticella, quindi puntare senza nascondersi dietro a vaghi obiettivi a conquistare un posto che garantisca l’accesso all’Europa League, con le regole per la formazione delle rose non è indubbiamente semplice e passa per non prendere solo giocatori di prospettiva o attendere chi va valorizzato o continuare a fidarsi solo dei senatori, ma inevitabilmente occorrerà che arrivino calciatori tra i ventiquattro-venticinque anni e i ventotto dotati di qualità e comprovata esperienza oltre che della conoscenza del campionato italiano. Indubbiamente profili di questo tipo costano e a meno di otto-dieci milioni di euro è ben difficile trovarne, salvo che non siano già nella parabola discendente della carriera e quindi abbiano anche superato i ventotto anni. Per puntare a obiettivi prestigiosi deve cambiare la politica della società e modificarsi in parte il credo dell’allenatore, altrimenti raggiungere l’Europa è praticamente impossibile.