Il borsino dei granata
Flavio Bacile
Chi sale
Rivalta: dal mio punto di vista la sua migliore partita da quando veste il granata, senza sbavature e senza acuti. Certo non è un fulmine di guerra quando deve fare la fase offensiva, ma nella difesa a tre si trova pienamente a suo agio, e si è visto.
Franceschini: seconda partita, e seconda prestazione positiva per questo centrale difensivo finito troppo presto nel dimenticatoio. Soffre poco Paolucci, sacrifica un giallo al momento giusto, appare sempre sintonizzato sulla partita, regala due chiusure stilisticamente non belle, ma molto efficaci.
Natali: è il capitano di questa difesa, inteso proprio in senso marinaresco, se lui ballonzola, la difesa affonda, viceversa, tutto sembra molto più granitico. Un leader ritrovato, quello che Cairo ha comprato dall’Udinese, un giocatore in questo momento insostituibile, un difensore che è riuscito a fare anche la differenza in attacco, anche se questo non è proprio il suo mestiere.
Rubin: una prestazione brillante dopo molte prove opache, ed è per me una soddisfazione doppia. Più volte gli ho rimproverato un difetto di personalità, per certi versi inconcepibile viste le sue capacità fisiche e tecniche; ritrovarlo come volevo, attento, coraggioso, anche un po’ “tignoso” in certe occasioni, in una partita decisiva per le sorti del Toro non può farmi altro che un enorme piacere. Deve ancora migliorare sulle chiusure difensive, ma avrà tempo e modo per farlo.
Dzemaili: torna nella sua posizione, quella da play, dopo numerose partite, e gioca, a mio avviso, una prestazione di spessore dal punto di vista tecnico, e non solo fisico. È indubbio, che deve maturare molta esperienza in quel ruolo, per essere non solo un punto di riferimento, ma anche un giocatore decisivo. Il paragone fatto ad inizio campionato con Albertini, sembra sempre più azzeccato, anche se deve ancora “imparare” a rinunciare, a certe sortite offensive in solitaria, e far giocare di più tutta la squadra.
Abate: un fulmine, una saetta, un tuono, una forza della natura che deve ancora mettere a fuoco tutte le sue potenzialità. Finisce spesso la partita stremato dalla fatica, segno che deve dosare meglio le sue forze, ma è un generoso e per questo una pedina inamovibile dello scacchiere granata.
Tatticamente ha fatto molti progressi, tecnicamente oltre all’annosa questione ultimo passaggio, deve anche migliorare negli inserimenti in area, ovvero, oltre al cross si può puntare anche l’uomo e cercare l’area di rigore, e soprattutto farsi vedere di tanto in tanto anche al tiro.
Bianchi: un gol da cineteca, un gol pesantissimo, un gol che gli restituisce sorriso e consapevolezza dei propri mezzi. Abbiamo imparato a conoscere ed amare questo ragazzo schivo, i suoi punti di forza e le sue debolezze in campo. Non ha la tecnica di Careca, ne lo spunto sul breve di Romario, più semplicemente è Bianchi uno che ha il gol nel sangue, basta servirlo a dovere.
Diana: due cross, due gol, il massimo che poteva fare, il massimo che gli si poteva chiedere in quel momento della partita. Lo avevo visto bene nella sua penultima uscita, avevo anche azzardato che poteva essere importante anche partendo dalla panchina, e per una volta ci ho preso. Un tassello in più per il mosaico di Camolese, un bene per il Toro.
Stabili
Sereni: l’errore in uscita sul gol del Catania è evidente, ma un errore, o una paratona non fa un portiere. Lui è di certo un ottimo portiere, migliorerà anche in questo fondamentale.
Gasbarroni: la sua prestazione non è stata di molto superiore a chi lo ha preceduto, ma ha l’indubbio merito, o la fortuna se preferite, di essere in campo al momento giusto, cioè, quando il Toro segna. Non vederlo in campo dal primo minuto, per motivi tattici credo, e non forzatamente al posto di Rosina, è un piccolo rebus che Camolese dovrà risolvere.
Chi scende
Barone: la sua prestazione è stata l’abbecedario del calcio, buona per i puristi o per i neofiti della tattica. Io mi aspetto molto di più da lui, in particolare, deve appoggiare di più la fase offensiva e rischiare inserimenti senza palla. Cose che contro il Catania non ha fatto.
Stellone: lo preferisco in assoluto come prima punta, anche se sembra abbia fatto le cose migliori come punta d’appoggio. Caratterialmente nulla da eccepire, è uno di quelli che non si tira mai indietro, tecnicamente e tatticamente non ho capito la sua partita.
Ventola: non mi è piaciuto e basta.
Rosina: non ho trovato così scandaloso il suo primo tempo da meritare i fischi che ne hanno accompagnato la sostituzione. È indubbio che il ragazzo sta soffrendo psicologicamente questo momento negativo, così com’è altrettanto certo che tecnicamente ha poco da imparare, ed è altrettanto lapalissiano che sia incappato in un’annata non propriamente felice. Da qui a doverlo crocifiggere ogni volta che non gioca alla Rosinaldo ne passa, e trovo veramente ingenerosi, e spero non premeditati, fischi, fischietti, urlacci e roba simile. Recuperarlo è un obbligo, e si può fare in tanti modi, ribadisco, non solo è un giocatore tecnicamente valido, ma anche un bene di questa società, umano e tecnico, da non sminuire per il gusto di farlo.
Fuori categoria
Camolese: tatticamente il Toro è cambiato, e non solo per la difesa a tre. La mano del tecnico comincia a vedersi, in particolare, per come intendo io il calcio, in fase di possesso palla, dove ho notato meno staticità e più movimento da parte dei centrocampisti. Da questo a dire che siamo salvi e che sono tutte rose e fiori ne passa. Camolese deve risolvere molte questioni ancora aperte, e recuperare giocatori importanti, Rosina, Gasbarroni (che ancora non è il giocatore che avevamo ammirato nel Parma), Stellone, Ventola e lo stesso Barone. Altri devono trovare posto, anche perché come giustamente ha sottolineato il tecnico tutti saranno importanti per raggiungere la salvezza. Il fatto che in due partite abbia sempre ruotato tutti gli avanti, mi fa pensare che stia lavorando per mettere in campo l’attacco che ha nella sua testa, e che stia vagliano gli interpreti.