Con Belotti out tocca a Niang segnare e tener vivo l’obiettivo Europa
Niang è arrivato al Torino perche Mihajlovic l’ha voluto ed è riuscito a convincere Cairo a investire sull’attaccante quanto non aveva mai fatto prima per un giocatore, due milioni per il prestito e altri dodici per l’obbligo di riscatto più eventualmente ancora un milione di bonus legato al numero di gol che il calciatore francese di origini senegalesi segnerà. Contro il Verona Niang si è sbloccato e ha segnato la sua prima rete in granata, non è ancora la top della condizione anche perché in estate non aveva svolto bene la preparazione a causa del tira e molla con il Milan e, infatti, da quando è approdato al Torino non ha disputato una partita veramente convincente. Non ci sono dubbi che l’attaccante sta lavorando per tirarsi a lucido e forse la caparbietà con la quale, con un’azione personale, ha cercato il gol domenica scorsa è l’esempio concreto di quanta voglia abbia di dimostrare che ha tutte le carte in regola per diventare un buon calciatore e anche per ripagare le fiducia riposta in lui da Mihajlovic.
L’infortunio di Belotti, che ne avrà per non meno di un mese, di fatto obbligano Niang a fare la differenza. La sosta per gli impegni della Nazionale consente all’attaccante di potenziale il lavoro che sta svolgendo e di raggiungere una buona condizione che permetta al suo fisico possente di esprimersi al meglio in campo. Fra le sue caratteristiche principali c’è la facilità a saltare l’uomo, la capacità di difendere la palla, la progressione quando avanza con il pallone e l’astuzia di andare in pressing sull’avversario che ha la sfera per sfruttarne eventuali errori impossessandosi così della palla per poi involarsi verso la porta. I suoi ventidue anni, ne compirà ventitré il diciannove dicembre prossimo, giustificano un po’ di mancanza d’esperienza e qualche intemperanza caratteriale, anche fuori dal campo, ma gli permettono di avere grandi margini di miglioramento. Oltretutto in questo periodo può sfruttare l’assenza forzata del “Gallo” per evitare paragoni diretti e spartirsi la scena con Ljajic, Falque e gli altri compagni di reparto in modo da non far svanire il sogno e l’obiettivo stagionale di riportare il Toro in Europa League. L’attuale sesto posto in coabitazione con il Milan va mantenuto e, se possibile, anche migliorato.
Mihajlovic, coadiuvato dal suo staff, dovrà decidere se per il bene del Torino sarà meglio continuare con il 4-2-3-1 mettendo Niang al posto di Belotti, visto che l’attaccante di origini senegalesi può giocare anche da punta centrale, mantenendo così Ljajic e Falque nelle attuali posizioni e dando spazio sulla sinistra a Berenguer, Boyé o Edera, anche se quest’ultimo agisce in prevalenza a destra. Oppure anche tornare al modulo utilizzato per gran parte nello scorso campionato il 4-3-3 con un attacco formato da Falque, Ljajic e Niang, con gli ultimi due che possono eventualmente scambiarsi di posto, ma questa soluzione comporta inevitabilmente che a centrocampo non ci siano gli uomini contati e gli infortuni che nell’ultimo periodo hanno condizionato Valdifiori, oggi ristabilitosi, Obi e Acquah potrebbero complicare i piani. In alternativa ci sono anche soluzioni differenti come il passaggio al 4-3-1-2 oppure al 4-3-2-1, che impongono sempre una mediana che possa contare su più soluzioni e un reparto offensivo che esalti le caratteristiche di tutti gli interpreti e si sa che Ljajic rende meglio da trequartista e di conseguenza è da capire se è più funzionale e redditizio affiancargli un compagno, Falque o uno fra Berenguer, Boyé ed Edera, che come lui agisca fra le linee a supporto della punta, Niang, oppure se è meglio mantenere il serbo da solo con davanti due attaccanti e in questo caso va trovato chi può fra coppia con il francese di origini senegalesi stabilendo se il partner giusto sia Falque, Boyé, Sadiq, Edera oppure Berenguer. Non sarà facile trovare una soluzione poiché Berenguer, Boyé, Edera e Sadiq sono tutti giocatori giovani, con caratteristiche differenti e in cerca di trovare la propria strada in serie A. Falque è il più esperto e affidabile, ma deve tornare ad essere incisivo e brillante come nella seconda parte dello scorso campionato. Da Niang tutti si aspettano molto tocca a lui non deludere nessuno, finora Mihajlovic, pur sottolineando che non è ancora in forma, lo ha sempre difeso dicendo che l’ex milanista come Belotti e Ljajic “non sarà mai un problema per il Toro, ma una risorsa”. Ecco allora Niang diventi ora, che c’è particolare bisogno, una risorsa per il Torino.