Come al solito al Torino si rimanda la programmazione delle linee strategiche per il mercato: è sconcertante!
Prima Cairo e ora anche Juric parlano di aspettare la fine del campionato per i riscatti e i nuovi innesti. “Per i riscatti aspettiamo. Abbiamo avuto buoni inizi, ma finiamo il campionato e poi decidiamo” così si era espresso il 31 marzo scorso all’uscita dall’assemblea di Lega il presidente del Torino Urbano Cairo. E sabato nel post partita con la Roma a Juric è stato chiesto: Con la società avete già parlato di sostanziali e sostanziosi innesti per il prossimo anno? E lui ha risposto: "Non abbiamo affrontato l'argomento e abbiamo spostato il tutto più avanti. Io voglio fare bene e migliorare tutto ciò che si può nelle prossime nove partite, non abbiamo parlato di altro. Sicuramente dobbiamo fare meglio: oggi non abbiamo fatto male, la Roma non ha mai tirato, e la squadra ha fatto le cose giuste, ma quando si alza il livello fisico e strutturale escono fuori queste nostre problematiche, che sono chiare anche a tutti quanti. Quando poi si riesce a dominare le partite come con il Sassuolo che alla fine ha pareggiato per la mancanza nostra di fare gol in certe situazioni. E questo avviene perché all’avversario basta il gioco, lo sviluppo del gioco, la superiorità numerica: quando si alza il livello si deve avere un livello diverso. E secondo me noi patiamo un po’ questa cosa, ma possiamo migliorare nelle ultime nove partite".
Quindi per programmare il Torino del prossimo anno si aspetta peccato che tra riscatti, sono 7: Miranchuk, Vlasic, Gravillon, Lazaro, Vieira, Ilic e Radonjic, solo per quest’ultimo l’obbligo è già scattato e quello di Ilic dovrebbe essere quasi certo, i 5 giocatori con contratti che scadono a giugno, Aina, Djidji, Gemello, Adopo e Karamoh, che però ha un’opzione di rinnovo per altre due stagioni, e rinforzare la squadra con nuovi innesti, servono almeno un centravanti prolifico, un secondo portiere, un terzino, un centrocampista e un trequartista, occorra quasi rifare la rosa sia per i titolari sia per le riserve. Senza dimenticare che su tutto aleggia la permanenza oppure l’addio di Juric, che ha un contratto che lo lega al Torino ancora per un anno però resta il fatto che se a fine campionato avrà divergenze con la dirigenza sull’alzare l’asticella e gli fosse offerta qualche altra panchina interessante potrebbe andarsene anticipatamente.
E’ sconcertante che si parli di aspettare tanto più che a nove giornate dalla fine il Torino è all’11° posto con 38 punti a 6 lunghezze dal 7°, occupato dalla Juventus, e in mezzo ci sono tre altre squadre, Bologna 43, Fiorentina 41 e Udinese 39. In teoria con ancora 27 punti in palio i granata sono ancora in corsa per il 7° posto che potrebbe portare ai preliminari di Conference League, ma realisticamente ormai sembra sfumato. Ed è impossibile che a questo punto della stagione allenatore e dirigenza non abbiano le idee ben chiare su i giocatori che meritano di restare e su quelli che non si sono rivelati all’altezza e che di conseguenza non ha senso che continuino a far parte del progetto. Per cui che senso ha aspettare nel programmare le strategie del mercato estivo?. In passato si è visto che agire così non ha portato ad alzare l’asticella eppure il modus operandi non viene minimamente cambiato.