A tu per tu con Ansaldi: "Starò al Toro fino a 40 anni"
Cristian Ansaldi ha rilasciato un'intervista a trecentosessanta gradi su Torino Channel, dove ha parlato di tante cose, non solo calcio.
Dapprima ha esordito con: "Incredibile, sono già cinque anni che gioco nel Toro. La passione? Tutto parte dall'amore per il pallone, ho iniziato con mio padre e mio fratello. Noi argentini siamo pazzi per il pallone. Lo siamo più rispetto ai tedeschi o agli inglesi".
Ma Ansaldi aveva un'altra passione: "A dire il vero volevo fare il veterinario, a casa casa ho serpenti, tre cani, pappagalli. Ma, dopo aver iniziato in una piccola squadra del mio quartiere, a 9 anni sono andato al Newell's. Dopo la carriera da calciatore voglio stare di più in famiglia, con gli amici. Vorrei tornare a Madrid e poi volare spesso in Argentina".
Proprio gli anni passati nella capitale spagnola sono stati bellissimi: "Gli anni dell'Atletico sono stati stupendi. Di Madrid mi piace tutto, dalla lingua all'ambiente. Sono stato anche in Russia, molto diversa, ma con mia moglie siamo stati molto bene a S.Pietroburgo, dove abbiamo vissuto sei anni".
Con la moglie si conoscono da ragazzini, hanno tre figli, di cui due gemelli. I bambini hanno cominciato a patire i ritiri dai 6/7 anni in su. Ma c'è una cosa che ha fatto molto male ad Ansaldi, la separazione dei genitori.
"E' stato un periodo molto difficile, ero lontano dall'Argentina e avevo tanta rabbia. Ero già sposato, ma è stato molto duro, sono decaduti dei principi fondamentali, non sono ancora guarito bene".
Ansaldi al Toro si è integrato bene, anche con la città, al punto da promettere: "Sarò qui fino a 40 anni, voglio giocare fino a quell'età. Ci si sente in famiglia e anche mia moglie e i miei figli stanno bene".
Come molti sudamericani, sente molto la fede: "E' fondamentale. Non è vero che noi calciatori non abbiamo problemi, ne abbiamo. Si hanno tanti soldi ma questi non tolgono i problemi. Per questo in squadra cerco di aiutare i giovani parlando loro di valori. Divertirsi negli spogliatoi è importante, c'è bisogno di essere positivi, rialzare la testa dopo una sconfitta. Il calcio è un gioco, ma non bisogna essere perdenti, si cresce anche con la disciplina e la mentalità vincente"
Una passione per Ansaldi è la musica: "Mi piace cantare, amo la musica romantica, come i lenti per esempio".