Toro nella linea della continuità, un segnale per la prossima Europa

I granata sono tra le poche società che hanno deciso di puntellare e non di fare una rivoluzione tra campo e panchina. Quale filosofia pagherà?
28.06.2019 15:35 di  Federico Danesi   vedi letture
Toro nella linea della continuità, un segnale per la prossima Europa
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© foto di Daniele Buffa/Image Sport

Continuità: sembra essere questa la discriminante che segnerà la scorsa all'Europa nella prossima stagione. Perché mai come quest'anno si scontreranno due filosofie opposte, quella di chi ha deciso come il Toro di puntare su piccoli ritocchi e quella di chi, per volontà o scelta ha scelto invece di fare una mezza rivoluzione, con tanti punti interrogativi. Sulla sponda dl fiume tranquilla c'è sicuramente Walter Mazzarri. Toro per ora fermo, ma non dobbiamo aspettarci nemmeno grandi movimenti se non assestamenti là dove c'è da rimpolpare la rosa: un laterale sinistro basso che possa giocare anche in mediana, un centrocampista offensivo, una seconda punta vera, più eventuali innesti se dovesse partire qualcuno dei big. L'aria che tira però, Daniele Baselli a parte che è molto richiesto (Milan e Lazio in primis) è che rimarranno tutti. Come il Toro in chiave Champions, anche Napoli e Atalanta: Ancelotti al secondo anno sa su chi poter contare, farà aggiustamenti in corsa come l'innesto di Manolas per Albiol (a proposito, Maksimovic tanto per cambiare non è considerato un titolare...) almeno fino a quando non dovesse partire uno fra Insigne o Allan. Stesso discorso a Bergamo: restano tutti, in più è arrivato Muriel, forse Joao Pedro, e la linea della continuità è dettata da Gian Piero Gasperini. Ma sono molte quelle che hanno cambiato e cambieranno: Juve, Inter, Milan e Roma arrivano al via con un allenatore nuovo e non è cosa da poco, per le pressini (anche mediatiche) sulle milanesi, per l'attesa che genera l'arrivo di Maurizio Sarri a Torino, per la scommessa vera che è Paulo Fonseca. Hanno cambiato in panchina, cambieranno anche in campo. La Juve aggiusta, l'Inter rifonda per accontentare Antonio Conte. Il Milan giocoforza deve aggiustare i conti e quindi avrà più di un sacrificato non compensato dall'arrivo di Krunic e la Roma è in mezzo a troppi problemi interni ed esterni per sembrare oggi credibile. E non si salva nemmeno la Lazio: Simone Inzaghi è rimasto, ma solo perché mancavano offerte concrete in altre piazze importanti. Partiranno Milinkovic-Savic e Caicedo che nella seconda parte di stagione ha spesso compensato i problemi sotto rete di Immobile. La Fiorentina è un cantiere in corso e Vincenzo Montella suscita dubbi, la Sampdoria del nuovo corso Di Francesco è tutta da valutare, piuttosto punteremmo sul Bologna che ha Sinisa Mhajlovic a pieno servizio e sta impostando una buona campagna acquisti. Il Toro con questo gruppo né arrivato 'solo' settimo entrando in Europa League come ripescato. Vero. Però il Toro è anche stato in corsa per la Champions fino a tre giornate dalla fine per meriti suoi e colpe altrui. Ecco perché continuità è la parolina magica.