TORINO in cerca di conferme
Dopo l'assaggio del 31 agosto ecco finalmente il campionato, che per almeno un mese non avrà pause.
La gara contro il Lecce sia per il risultato che per la prestazione ha esaltato i tifosi granata, che da anni non si trovavano nella posizione di guardare tutte le avversarie dall'alto al basso. E che soddisfazione soprattutto stare davanti alla Juventus. D'altronde veder vincere il Toro con tanto margine è cosa rara e l'illusione di una stagione fuori dalle acque pericolose si fa concreta. Analizzando bene c'è anche da dire che l'avversario, il Lecce, si è rivelato più modesto di quanto in realtà potesse essere, tanto che la batosta subita ha suggerito ai salentini di correre al riparo negli ultimi giorni di mercato.
Domenica i granata se la vedranno con un'altra diretta concorrente per la salvezza ed è qui che vedremo a che punto è matura la banda di De Biasi. La trasferta è tutt'altro che facile per una serie di motivi: l'ambiente del Granillo è da sempre molto caldo, a maggior ragione alla prima uscita casalinga, quando l'entusiasmo del pubblico è ancora al massimo.
Non solo. La squadra di Nevio Orlandi dopo il ko contro il Chievo sa benissimo che non può permettersi il lusso di perdere un altro scontro diretto. Anche perché la sola idea di accumulare svantaggio sulle altre dopo 2 giornate porterebbe una catena di effetti negativi ai quali, salvo rare eccezioni, è difficile porre rimedio. Uscire indenne da questa partita sarebbe un segno di grande maturità per questo Toro e solo allora si potrà davvero pensare che lottare per qualcosa di più non potrebbe poi essere tanto azzardato.
Certamente come prima uscita fuori dalle mura amiche sia Rolando Bianchi, ma soprattutto Nicola Amoruso avrebbero preferito un'altra squadra. I due a Reggio devono tanto. Il primo per averlo reso uomo mercato per anni in Italia e all'estero, il secondo per essersi rilanciato dopo una carriera che sembrava da promessa non mantenuta. Entrambi hanno contraccambiando regalando ai calabresi la più clamorosa quanto esaltante salvezza due stagioni fa, nonostante la penalità di 11 punti.
La speranza è che l'emozione di tornare nel loro ex stadio non li freni, come è successo a molti giocatori, ma piuttosto li faccia diventare dei "cori ingrati" capaci di dare un dispiacere ai loro vecchi colori. E poco importa se non esulteranno.
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